Attacchi di panico continui
Buonasera, sono una ragazza di 25 anni, soffro da 9 anni di DAP con agorafobia, e vi scrivo per un consulto in merito alla terapia farmacologica.
Per circa sei anni ho assunto 15 gocce di daparox al mattino + 10 gocce di xanax al mattino e altre 10 alla sera (più eventualmente xanax in caso di crisi di panico).
Questa terapia, associata alla psicoterapia, all’inizio mi ha aiutato a rendere la vita più accettabile, anche se non sono mai guarita.
Purtroppo da un paio d’anni la situazione è peggiorata progressivamente, fino ad oggi in cui dopo la quarantena non sono più riuscita ad uscire di casa (peraltro il caldo peggiora i sintomi).
Così ho deciso di cambiare psichiatra.
Dato che il mio sintomo più invalidante è la tachicardia, lo psichiatra mi ha fatto fare delle visite cardiologiche da cui è risultata una tachicardia sinusale inappropriata, presumibilmente su base ansiosa, e per il resto un cuore sano.
Il cardiologo mi ha dunque prescritto un betabloccante, ossia Congescor da 1.25 da assumere al mattino per controllare i battiti.
Tuttavia mi dava molta debolezza, quindi ho ridotto il dosaggio a mezza compressa ed un po’ ha attenuato le palpitazioni e la tachicardia.
Lo psichiatra poi mi ha fatto scalare molto lentamente il Daparox (a suo avviso occorre cambiare antidepressivo dato che l’ho assunto per 6 anni senza grandi risultati).
Per aiutarmi nello scalaggio mi ha detto che potevo prendere fino ad un massimo di 40 gocce di Xanax.
Scalare questo farmaco è stato devastante... e lo Xanax, che prima mi faceva molto effetto, ora è come se ne facesse molto meno.
Ho ansia constante, attacchi di panico tutti i giorni, fame d’aria.
Adesso è da due settimane che ho finito di scalare la Paroxetina e lo psichiatra mi vuole dare una nuova cura con un altro antidepressivo (che non mi è stato dato subito perché a suo avviso bisognava compiere prima questo washout, per ripulire l’organismo).
Il nuovo farmaco prescritto è l’Anafranil, in particolare devo iniziare con 1/4 di compressa da 75 mg nella formulazione retard ogni sera.
Purtroppo ho il terrore di assumere questo farmaco perché so che ha una componente noradrenergica e temo di tornare ad avere forti tachicardie.
Secondo voi le mie paure sono fondate?
O dovrei assumere il farmaco con tranquillità?
L’Anafranil contrasterà con l’effetto del betabloccante?
E, infine, sarebbe meglio assumere una pasticca intera di Congescor anziché mezza, proprio per evitare le tachicardie?
Ovviamente non appena riuscirò a riuscire di casa e ad avere una qualità di vita migliore intendo abbinare alla cura farmacologica anche una psicoterapia mirata.
Ringrazio in anticipo chiunque abbia la pazienza di leggere tutto ciò e mi scuso per il lunghissimo messaggio.
Purtroppo sono molto spaventata e piena di dubbi.
Per circa sei anni ho assunto 15 gocce di daparox al mattino + 10 gocce di xanax al mattino e altre 10 alla sera (più eventualmente xanax in caso di crisi di panico).
Questa terapia, associata alla psicoterapia, all’inizio mi ha aiutato a rendere la vita più accettabile, anche se non sono mai guarita.
Purtroppo da un paio d’anni la situazione è peggiorata progressivamente, fino ad oggi in cui dopo la quarantena non sono più riuscita ad uscire di casa (peraltro il caldo peggiora i sintomi).
Così ho deciso di cambiare psichiatra.
Dato che il mio sintomo più invalidante è la tachicardia, lo psichiatra mi ha fatto fare delle visite cardiologiche da cui è risultata una tachicardia sinusale inappropriata, presumibilmente su base ansiosa, e per il resto un cuore sano.
Il cardiologo mi ha dunque prescritto un betabloccante, ossia Congescor da 1.25 da assumere al mattino per controllare i battiti.
Tuttavia mi dava molta debolezza, quindi ho ridotto il dosaggio a mezza compressa ed un po’ ha attenuato le palpitazioni e la tachicardia.
Lo psichiatra poi mi ha fatto scalare molto lentamente il Daparox (a suo avviso occorre cambiare antidepressivo dato che l’ho assunto per 6 anni senza grandi risultati).
Per aiutarmi nello scalaggio mi ha detto che potevo prendere fino ad un massimo di 40 gocce di Xanax.
Scalare questo farmaco è stato devastante... e lo Xanax, che prima mi faceva molto effetto, ora è come se ne facesse molto meno.
Ho ansia constante, attacchi di panico tutti i giorni, fame d’aria.
Adesso è da due settimane che ho finito di scalare la Paroxetina e lo psichiatra mi vuole dare una nuova cura con un altro antidepressivo (che non mi è stato dato subito perché a suo avviso bisognava compiere prima questo washout, per ripulire l’organismo).
Il nuovo farmaco prescritto è l’Anafranil, in particolare devo iniziare con 1/4 di compressa da 75 mg nella formulazione retard ogni sera.
Purtroppo ho il terrore di assumere questo farmaco perché so che ha una componente noradrenergica e temo di tornare ad avere forti tachicardie.
Secondo voi le mie paure sono fondate?
O dovrei assumere il farmaco con tranquillità?
L’Anafranil contrasterà con l’effetto del betabloccante?
E, infine, sarebbe meglio assumere una pasticca intera di Congescor anziché mezza, proprio per evitare le tachicardie?
Ovviamente non appena riuscirò a riuscire di casa e ad avere una qualità di vita migliore intendo abbinare alla cura farmacologica anche una psicoterapia mirata.
Ringrazio in anticipo chiunque abbia la pazienza di leggere tutto ciò e mi scuso per il lunghissimo messaggio.
Purtroppo sono molto spaventata e piena di dubbi.
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I dosaggi di terapia precedente erano insufficienti per poter gestire completamente i sintomi e la permanenza della benzodiazepina non andava tenuta.
Se ha effettuato i controlli cardiologici nel corso di trattamento i risultati potrebbero non essere completamente veritieri.
La necessità di un washout non è una condizione indispensabile per poter iniziare una nuova terapia, anche perché è necessario ridurre i tempi di intervento per migliorare la sua situazione.
Utilizzare 1/4 di compressa non garantisce che il dosaggio sia effettivamente di 1/4 di principio attivo e quindi anche l’effetto terapeutico è dubbio.
Direi di ripetere tutte le valutazioni.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Se ha effettuato i controlli cardiologici nel corso di trattamento i risultati potrebbero non essere completamente veritieri.
La necessità di un washout non è una condizione indispensabile per poter iniziare una nuova terapia, anche perché è necessario ridurre i tempi di intervento per migliorare la sua situazione.
Utilizzare 1/4 di compressa non garantisce che il dosaggio sia effettivamente di 1/4 di principio attivo e quindi anche l’effetto terapeutico è dubbio.
Direi di ripetere tutte le valutazioni.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 21/06/2020.
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