Domanda generale

Gentili psichiatri,
mi rendo conto di porre una domanda di difficile risposta, dal momento che tratta della relazione tra due persone e non di farmaci.
Tuttavia spero che mi possiate dare un indizio che mi aiuti a prendere una decisione faticosa.
Anni fa sia io che mia madre subimmo degli abusi, prima lei poi io, da persone diverse ma sempre appartenenti alla cerchia familiare.
Mia madre subì diversi ricoveri quando era poco più di una bambina e criticò molto la mia decisione di affidarmi ad una psichiatra per i miei problemi, senza però raccontarmi la sua esperienza, a suo avviso focalizzata sul farla passare per pazza in modo da farla tacere.
Quando lei mi parlò di questo fatto ero in cura dal mio attuale psichiatra, al quale sono affezionata benché di orientamento strettamente biologico.
Il racconto di mia madre ha riportato alla luce le stesse sensazioni di rabbia e intrappolamento che ho provato io, la congiura del silenzio, le minacce di rivelare quanto fossi seduttiva e corresponsabile dell'accaduto, le rassicurazioni di chi mi vedeva evidentemente sconvolta.
Queste sensazioni sono diventate l'elefante nella stanza quando vado alle visite, al punto che da paziente molto precisa in tutto sono diventata caotica, richiedente, passando dalle liste interminabili di sintomi alle risposte monosillabiche.
Ho cominciato a pasticciare con le prescrizioni apposta, per ripicca.

Vorrei parlare al mio psichiatra di questo, ma temo che mi dica che ciò che mi è successo è colpa mia o che me lo sono inventato o che è un sintomo di qualcosa.
Peggio, che mia madre è malata e non è attendibile.
Vorrei da voi un'indicazione, come potrebbe accogliere questo mio racconto uno psichiatra ad orientamento biologico?

Grazie se spenderete un po' di tempo per aiutarmi in questa difficile decisione.
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Dr. Piergiorgio Biondani Psichiatra, Medico di base, Perfezionato in medicine non convenzionali, Psicoterapeuta 1.8k 57
Gentile signora,
l'alleanza terapeutica è alla base di qualsiasi rapporto fra medico e paziente ed è condizione essenziale per il buon funzionamento di qualsiasi terapia.
Tale alleanza si basa sulla totale sincerità da parte del paziente e sulla accettazione senza alcun giudizio morale su quanto riferitogli da parte del medico.
Lei stessa si sta rendendo conto quanto il non detto stia danneggiando il rapporto con il suo psichiatra di fiducia, e, di conseguenza anche la terapia che sta seguendo.
Ritengo quindi che l'esplicitazione degli eventi passati cui fa riferimento, sia fondamentale per ripartire con il pide giusto.
Le sue difficoltà sono comprensibili, così come i sensi di colpa, peraltro frequenti in situazioni quali quella che lei descrive, ma assolutamente non motivati.
Penso che il suo medico,indipendentemente dall'approccio farmacologico,psicoterapico, o quant'altro, sia pienamente in grado di accettare senza riserve e senza pregiudizi quanto lei vorrà riferirgli circa le sue passate sofferenze.
Anzi questo gli sarà di aiuto per meglio implementare qualsiasi terapia vorrà consigliarle.
Cordiali saluti
Piergiorgio Biondani.

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Utente
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Gentilissimo, grazie.