Mio padre in conflitto con me e mia madre

Ho 35 anni e dopo la fine di una convivenza durata quasi 10 anni mi ritrovo a vivere in casa con i miei, mio padre 68 anni e mia madre 60 anni.
Negli anni mio padre è stato sempre abbastanza duro con mia madre, le addossa sempre tutte le colpe, lavori andati male, quando ci sono state difficoltà economiche, qualsiasi problema o sbaglio piccolo o grande che sia ne fa una tragedia.
Lui si dipinge come essere perfetto, non sbaglia mai, vanta chissà quali doti e mente geniale, anche se di fatto non ha meriti da sfoggiare.
Questo atteggiamento è passato ad averlo anche con me, un po' già quando ero ragazzino ma ancor di più crescendo.
È solito essere sarcastico sulle mie capacità o conoscenze, anche in presenza di altri si vanta a mio discapito tirandomi in ballo anche se nel discorso io non c'entro nulla.
Personalmente ho cercato di evitare discussioni ma attualmente vivendo insieme la situazione è molto pesante, mi punzecchia, mi sfida.
Questi comportamenti mi sembra vadano sempre crescendo se posso dire peggiorando, alza la voce, diventa aggressivo, e se mia madre subisce da sempre io riesco a moderarmi fino ad un certo punto, poi rispondo a tono e con fermezza e lui va oltre arrivando ad insulti e violenza quasi fisica (se non fosse che sono grande e grosso molto più di lui) si avvicina faccia a faccia e mi istiga alle mani (che naturalmente ho sempre evitato).
Io magari andrò via a vivere altrove appena posso, anche quando convivevo ha sempre mosso critiche verso di me e verso la mia ex, ma mia madre dopo 40 anni deve continuare a sopportare così?
E se arrivasse alla violenza con lei?
La mia domanda è c'è modo di pacare questa mania di superiorità, di trattare come se fossimo sudditi al cospetto del sovrano?
Chiunque prova a fargli notare che è in errore su qualcosa deve rischiare la sua ira?
Naturalmente non c'è modo che possa parlare di persona con un medico, qual è in questi casi la prassi?
Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Sua madre è una persona adulta che sceglie di vivere con suo padre, e su questo lei non ha potere. Chi decide di averne abbastanza non fa nemmeno un calcolo economico, trova il modo di andarsene. Quello che può fare come figlio è farle capire che è dalla sua parte e proporle di contattare un centro antiviolenza della sua zona, perché la violenza può essere anche verbale, come in questo caso. Ma la decisione è della sua mamma.
Per quanto riguarda lei e i rapporti con suo padre, l'unico modo (difficile) di convivere per ora è non farsi attirare in discussioni, e andare via prima possibile. C'è il pensiero "un padre, un marito, non dovrebbe comportarsi così, non è giusto", che stimola dolore, rabbia e frustrazione: se le stesse parole venissero, che so, dal panettiere, non ci farebbe caso più di tanto. Non può cambiare suo padre, ma può scegliere di vivere la sua vita dando meno importanza alle parole di suo padre e allontanandosi al più presto da una situazione dannosa.

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Buongiorno, ringrazio per la risposta, ma penso che affrontare nel migliore dei modi e cercare di risolvere un problema sia meglio che voltarsi e far finta che questo non esista come da lei suggerito. Evitare le risse fa parte già del mio vivere civile. Saluti.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 201
Mi sono espressa in modo poco chiaro, evidentemente. La mia era una valutazione su quanto si può o non si può fare in base alla situazione descritta e alla volontà dei suoi genitori.
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Utente
Utente
Buongiorno, lei dice:"se le stesse parole venissero, che so, dal panettiere, non ci farebbe caso più di tanto." Beh è qui che probabilmente sta l'errore, se il panettiere fosse arrogante, mi insultasse e mi lanciasse i panini pensa che non ci farei caso? o che una qualunque persona lascerebbe correre l'accaduto magari semplicemente cambiando bottega? Mi pare davvero poco realistico.
O per cambiare esempio, se il vicino del piano di sopra annaffiasse le sue piante facendo cadere acqua dal balcone ripetute volte mentre lei esce di casa, o portasse a spasso il cane facendogli fare i bisogni allo sportello della sua auto o sul suo tappetino all'ingresso lei non ci farebbe tanto caso? si limiterebbe a vendere il suo appartamento e cambiare casa?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Io penso sinceramente che siamo giunti alla deriva.

Siamo qui a rispondere in modo generico e gratuitamente alle richieste delle persone.

Ovviamente vi è la limitazione della richiesta a distanza e delle descrizioni che sono, sempre, unilaterali.


Solitamente per questo motivo non rispondiamo a richieste per terzi. Quando qualcuno è più garbato degli altri, come la collega, e non respinge si deve prendere anche i calci in faccia.

La collega le ha risposto in modo adeguato nell’ambito di questo servizio.

Se fosse andato nel suo studio e l’avesse presa a calci, come il panettiere o il vicino, allora avrebbe ragione a risentirsi. Non è così.

Se pensa che le indicazioni non siano adatte alla sua condizione, può sempre rivolgersi di persona ad uno specialista.

Diversamente, siccome il servizio è offerto in modo gratuito e disinteressato ringrazia senza fare l’offeso.



Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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Utente
Utente
Dott. Ruggiero qui nessuno ha preso a "calci in faccia" nessuno. Ne ho risposto male, offeso o insultato la dottoressa, ne ho affermato che mi abbia risposto male o offeso. Se ho continuato il discorso è perchè qualcosa non mi era chiaro ed ho esposto con degli esempi ipotetici ma che non andavano in alcun modo a ledere la figura della sua collega.
Lei è qui a rispondere se e quando lo ritiene opportuno in maniera gratuita ma senza alcun obbligo, pertanto se si ritiene che l'argomento non possa essere discusso a distanza nelle condizioni offerte dal portale si può dire tranquillamente o sorvolare senza intervenire. Sbagliato a mio avviso da parte sua dire "siccome lo faccio gratis prenditi quello che ti do e fattelo bastare" (a gamba tesa ed a gioco fermo visto che il consulto no era il suo). Dunque l'unico offeso e risentito qui è lei senza alcun motivo per esserlo.
Cordiali Saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
I consulti non sono di proprietà di nessuno per cui chiunque può intervenire.


Ha dato, indirettamente, dell’arrogante alla collega ritenendosi insultato, quando gliel’ho fatto notare ritratta e poi scarica di nuovo aggressività su di me, dicendomi di tacere perché il consulto non sarebbe il mio.
Non ha neanche le pertinenze per decidere chi deve rispondere o no, mentre io ho le pertinenze per riprendere la sua maleducazione.

A questo punto qualche domandina, al suo posto, me la farei, così per dire eh, una risposta gratuita non ha alcun valore, come il valore che ha dato lei alle affermazioni della collega (tra l’altro sempre molto empatica ed appropriata).
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Utente
Utente
Il consulto non è suo, è riferito al fatto che sia intervenuto in maniera aggressiva (lei verso di me e non viceversa) su una risposta ad un commento non suo. Non ho mai scritto che altri non possano commentare sull'argomento, non le ho mai detto di tacere (cosa che ha fatto lei nei termini "ringrazia senza fare l'offeso"), non ho mai dato dell'arrogante o altro alla sua collega, non le ho mosso critiche ma ho cercato chiarimenti, mai usato termini poco educati e mai mi sono offeso o sentito insultato, non ho mai detto che le risposte non hanno valore in quanto gratuite. Mentre leggo aggressività, arroganza, calci in faccia, maleducazione e continuo riferimento ai soldi da parte sua. La sua posizione non le da diritto a mettermi in bocca parole e pensieri non miei.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Buongiorno, lei dice:"se le stesse parole venissero, che so, dal panettiere, non ci farebbe caso più di tanto." Beh è qui che probabilmente sta l'errore, se il panettiere fosse arrogante, mi insultasse e mi lanciasse i panini pensa che non ci farei caso? o che una qualunque persona lascerebbe correre l'accaduto magari semplicemente cambiando bottega? Mi pare davvero poco realistico.
O per cambiare esempio, se il vicino del piano di sopra annaffiasse le sue piante facendo cadere acqua dal balcone ripetute volte mentre lei esce di casa, o portasse a spasso il cane facendogli fare i bisogni allo sportello della sua auto o sul suo tappetino all'ingresso lei non ci farebbe tanto caso? si limiterebbe a vendere il suo appartamento e cambiare casa?

Veda un po’ lei...
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Utente
Utente
Lo so bene quello che ho scritto senza bisogno di copiare l'intero messaggio, ed è chiaro che ho semplicemente puntualizzato, ponendo degli esempi, come i problemi sarebbero sorti ugualmente se si fosse trattato del panettire, di un vicino o chiunque altro in base ai comportamenti avuti, punto con cui mi trovo in disaccordo con la dottoressa che affermava come fosse la fonte, nel caso in specie mio padre, a suscitare emozioni spiacevoli e che non sarebbe stato così se si fosse trattato di altri.
Oltre al disaccordo espresso su questa posizione su cui si poteva più o meno intervenire, i miei messaggi sono lì salvati, non ci sono ne insulti ne offese alla persona, ne linguaggi nappropriati o maleducati, ne aggressioni.
Sta facendo tutto lei Dottor Ruggiero
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Il problema è proprio il disaccordo e il fatto che fa riferimenti personali per smuovere la collega.

Anche se siamo sul web non si è in un rapporto alla pari, come con i propri amici con cui si parla di cose, la collega risponde lei si risente e dopo il chiarimento porta l’esempio dello zerbino della collega.


In questa sede ci sono gruppi di persone che chiedono pareri medici e medici che li forniscono gratuitamente, non si tratta di parlare del più e del meno, quindi dissentire da una indicazione non è lecito come non lo sarebbe se lei andasse dal cardiologo e le dicesse cose cliniche e terapie, può chiedere un chiarimento ma non contrariare il parere.

Nel corso di questi mesi abbiamo assistito ad una amplificazione di questi comportamenti ma non stiamo qui a discutere con nessuno, il parere tecnico è quello che le ha dato la collega, preciso ed adeguato, lei può restare non contento ma è così purtroppo.

Se invece si pensa che il parere tecnico deve essere messo in discussione, non si sa per quale motivo, allora non va bene.
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Utente
Utente
L'esempio portato del vicino molesto, come già detto, è stato un modo per dire io o chiunque altro, anche lei in data situazione cercherebbe una soluzione, indipendentemente da chi fossero le parti coinvolte, non è dipendente dal grado di parentela. E questo mi pare un dato di fatto non un'opinione personale, non c'è stato un attacco o un offesa diretta alla dottoressa.
Se un cardiologo dicesse ad uno sportivo che deve evitare la sua attività fisica questo non ne sarebbe contrariato e gli chiederebbe una soluzione alternativa? Penso proprio di si.
Spesso capita che professionisti diversi abbiano pareri divergenti su uno stesso caso ed ultimamente ne abbiamo vari esempi (mascherine si/no, virus pericoloso si/no, terapia plasma si/no), per cui anche all'utente che non ha competenze tecniche è lecito possano sorgere dubbi sentendo affermazioni opposte.