Dispnea: cosa fare?
Buongiorno,
sono un ragazzo di 21 anni (170 cm, 60kg) che da qualche mese convive con una fastidiosa dispnea.
Tutto è iniziato la sera del 10 marzo, ero tranquillo sul mio divano quando ho iniziato a percepire un senso di mancanza d'aria, continua ricerca di sospironi che non riuscivano a completarsi e conseguente panico.
Non nascondo che inizialmente attribuivo questo sintomo al nuovo Coronavirus che temevo di aver contratto, e non nascondo nemmeno che il sintomo stesso è iniziato dopo la visione di un video particolarmente forte che aveva a tema il virus stesso.
La persistenza del respiro forzato mi spinge due giorni dopo a chiamare il medico di base, il quale commette un errore: mi invita a provarmi la febbre e chiamare il 118 per andare immediatamente al pronto soccorso.
Giunto in ospedale mi fanno capire che non avrei dovuto affatto essere lì e, spiegatagli la situazione, telefonano contrariati al medico che mi aveva mal consigliato.
Mi fanno comunque una serie di esami (elettrocardiogramma, ausculto della respirazione, analisi approfondita del respiro, raggi x del torace, esami del sangue), per poi mandarmi a casa dicendo che "non c'nessuna evidenza oggettiva che tu faccia fatica a respirare".
Da quell'ultima visita, alterno giorni in cui il disturbo è del tutto assente ad altri momenti in cui è invece ben presente, talvolta si porta dietro anche leggeri dolori al petto e/o alla schiena, difficoltà di concentrazione e mal di testa.
Nei casi peggiori, non riesco per ore a completare un "sospirone" (o lunghi sbadigli che mi sembrano una valida alternativa) e non riesco a dedicarmi a nulla che non sia il cercare di farlo.
Ho notato che la difficoltà respiratoria si intensifica alla sera (e in particolare quando torno su quel divano dove è iniziata) o quando mi annoio, mentre tende invece ad alleviarsi molto quando mi concentro su qualcosa (per esempio, giocando a scacchi) o quando dormo.
Quando mi alleno, sforzi anche non troppo intensi tendono a farmi tornare o intensificare la dispnea; cerco comunque di completare l'allenamento e di fatto riesco a farlo anche se la sensazione è brutta.
Non mi è mai stato particolarmente facile addormentarmi, ma ora qualche notte prima di farlo sono costretto a cambiare posizione continuamente per via della dispnea.
Le mie domande sono le seguenti: qualora il problema diventasse insostenibile, dovrei rivolgermi a uno psicoterapeuta, a uno psichiatra o a uno pneumologo (premettendo che preferirei non tornare dal medico di base per ora dato il recente disguido sopracitato)?
E, nel frattempo, ci sono comportamenti virtuosi che possono alleviare la difficoltà?
Grazie in anticipo
sono un ragazzo di 21 anni (170 cm, 60kg) che da qualche mese convive con una fastidiosa dispnea.
Tutto è iniziato la sera del 10 marzo, ero tranquillo sul mio divano quando ho iniziato a percepire un senso di mancanza d'aria, continua ricerca di sospironi che non riuscivano a completarsi e conseguente panico.
Non nascondo che inizialmente attribuivo questo sintomo al nuovo Coronavirus che temevo di aver contratto, e non nascondo nemmeno che il sintomo stesso è iniziato dopo la visione di un video particolarmente forte che aveva a tema il virus stesso.
La persistenza del respiro forzato mi spinge due giorni dopo a chiamare il medico di base, il quale commette un errore: mi invita a provarmi la febbre e chiamare il 118 per andare immediatamente al pronto soccorso.
Giunto in ospedale mi fanno capire che non avrei dovuto affatto essere lì e, spiegatagli la situazione, telefonano contrariati al medico che mi aveva mal consigliato.
Mi fanno comunque una serie di esami (elettrocardiogramma, ausculto della respirazione, analisi approfondita del respiro, raggi x del torace, esami del sangue), per poi mandarmi a casa dicendo che "non c'nessuna evidenza oggettiva che tu faccia fatica a respirare".
Da quell'ultima visita, alterno giorni in cui il disturbo è del tutto assente ad altri momenti in cui è invece ben presente, talvolta si porta dietro anche leggeri dolori al petto e/o alla schiena, difficoltà di concentrazione e mal di testa.
Nei casi peggiori, non riesco per ore a completare un "sospirone" (o lunghi sbadigli che mi sembrano una valida alternativa) e non riesco a dedicarmi a nulla che non sia il cercare di farlo.
Ho notato che la difficoltà respiratoria si intensifica alla sera (e in particolare quando torno su quel divano dove è iniziata) o quando mi annoio, mentre tende invece ad alleviarsi molto quando mi concentro su qualcosa (per esempio, giocando a scacchi) o quando dormo.
Quando mi alleno, sforzi anche non troppo intensi tendono a farmi tornare o intensificare la dispnea; cerco comunque di completare l'allenamento e di fatto riesco a farlo anche se la sensazione è brutta.
Non mi è mai stato particolarmente facile addormentarmi, ma ora qualche notte prima di farlo sono costretto a cambiare posizione continuamente per via della dispnea.
Le mie domande sono le seguenti: qualora il problema diventasse insostenibile, dovrei rivolgermi a uno psicoterapeuta, a uno psichiatra o a uno pneumologo (premettendo che preferirei non tornare dal medico di base per ora dato il recente disguido sopracitato)?
E, nel frattempo, ci sono comportamenti virtuosi che possono alleviare la difficoltà?
Grazie in anticipo
[#1]
Deve rivolgersi ad uno specialista in psichiatria che potrà stabilire una terapia per i suoi sintomi.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.5k visite dal 17/05/2020.
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