Disturbi sessuali. disforia tardiva?

Buongiorno dottore, scrivo qui per ricevere una opinione su ciò che mi sta accadendo.

4 anni fa, in seguito a un grave lutto (mio padre poliziotto deceduto in servizio), al successivo stravolgimento dell'equilibrio familiare con presa in carico da parte mia di mia madre e mio fratello, ho fatto molta fatica a reggere tutto quanto e su consiglio di un amico psicoterapeuta mi sono rivolto a un medico psichiatra il quale mi ha diagnosticato ansia generalizzata e mi ha prescritto sereupin 20mg e en gocce.
Rivalutazione dopo 6 mesi.
Ho iniziato la cura che mi ha tranquillizzato ma non mi sentivo comunque a posto perché mi sono sentito sì tranquillo ma molto appiattito emotivamente.
Non provavo più nulla, nessuna emozione.
E oltre a questo non avevo nessun desiderio sessuale che invece prima della cura era intatto nonostante il calvario familiare.
Alla visita di controllo 6 mesi dopo ho fatto presente allo psichiatra i miei problemi.
Lui mi ha detto di proseguire ancora per qualche mese e poi se mi fossi sentito pronto di sospendere.
Dopo 4 mesi ho chiesto nuovamente un appuntamento e ho chiesto di sospendere la terapia perché non mi sentivo più me stesso e nel frattempo stavo riuscendo a mettere insieme i cocci della nostra situazione in casa.
Il dottore si è reso disponibile e mi ha detto di scalare e sospendere in un mese la cura, dimezzando la pasticca a 10mg per le prime due settimane, poi 5mg per le ultime due e poi smettere, continuando ad assumere en.
È stato un brutto mese perché ho provato brutte sensazioni: tremori, episodi di vomito, corrente elettrica in testa.
Ho contattato di nuovo lo psichiatra, altra visita e mi ha detto che ero depresso e che dovevo assumere ancora sereupin.
Nel frattempo avevo iniziato un percorso cognitivo comportamentale e avevo già espresso il mio malessere al mio terapeuta che mi consigliò di cercare un altro consulto.
Mi sono rivolto a una dottoressa psichiatra di un'altra città, consigliatami dagli ex colleghi di mio padre.
Sono andato da lei e la sua diagnosi mi ha turbato: mi ha parlato di "sindrome post astinenziale", mi ha parlato di disforia spiegandomi cosa fosse e cosa stava, a suo dire, succedendo.
Tutto questo mi ha davvero spaventato.
I miei disturbi sessuali continuavano e continuano tuttora (la dottoressa ha parlato di PSSD dicendomi che è un sintomo astinenziale e che può durare a lungo, anche anni).
Sono crollato.
Ho chiesto cosa si poteva fare e lei mi ha detto di pazientare.
Ho fatto una visita andrologica e l'andrologo ha detto che è tutto a posto.
La mia vita è peggiorata di molto.
Non ho nessuno con cui sfogarmi, a parte il mio terapeuta e un ex collega di mio padre che mi dice di resistere.

Mi scuso per la lunghezza, dottore, e le chiedo appunto se mi sa dire qualcosa di più.
Chiedo solo se almeno là fuori lei è a conoscenza di un interessamento alla cosa.
Sono così deluso, soprattutto da me stesso.

La ringrazio tanto per l'attenzione che vorrà darmi.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Il trattamento farmacologico potrebbe avere avuto una durata troppo breve e comunque lo scalaggio richiede tempi più lunghi.

La presenza di diagnosi poco plausibili lasciano molto il tempo che trovano.

La psicoterapia non può essere considerata uno sfogo ma uno strumento per lavorare sui sintomi disfunzionali.

Se il suo terapeuta ed il collega di suo padre sono sullo stesso piano di sfogo probabilmente non va bene.

La situazione va rivalutata in modo serio e soprattutto è opportuna una terapia efficace.


Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Grazie dottor Ruggiero, non mi aspettavo una risposta così veloce. Anche la mia psichiatra mi ha detto che avrei dovuto sospendere molto più lentamente la terapia. Non sono nessuno per mettere in dubbio le valutazioni della dottoressa (ricopre un ruolo molto importante e non credo ce l'abbiano messa lì per caso). Non ho gli strumenti per mettere in dubbio ciò che la dottoressa mi ha detto. Uno si affida a un medico e ascolta. Quindi quando mi ha parlato di astinenza e tutto il resto, e io mi ci sono ritrovato, non ho avuto motivo di trovarmi in disaccordo. Io ho dei sintomi che non vanno via da quando ho assunto la cura (per forza ho voluto interromperla, dottore. Continuarla voleva dire continuare a sentirmi asessuato. Lo dissi al mio vecchio psichiatra che non provavo più niente e lui si mostrò d'accordo aggiungendo che i disturbi sessuali sono frequenti con antidepressivi. Avrei dovuto informarmi prima). È come se fossi ancora sotto sereupin perché sono , come dire, piatto. Non ho neanche mai più avuto ansia. Concordo sul ruolo della psicoterapia che al momento sta tentando di arginare la mia angoscia per la mia condizione sessuale.
Non ho neanche guardato troppo sul web perché lì si dice tutto e il contrario di tutto.
Nella sua risposta, dottore, mi sembra di capire che lei non creda a ciò che mi è stato detto. Lo ritiene poco plausibile e quindi deduco che non sappia se esiste gente che si stia interessando ai problemi sessuali.
La mia domanda nel consulto era un'altra ma non importa. La ringrazio ugualmente.
Se qualche altro dottore sa rispondere al mio quesito lo ringrazio anticipatamente.
[#3]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Mi scusi nuovamente, dottore, ma per avere altre opinioni e capire un po' cosa fare aspetto qui o devo chiedere un altro consulto? Sono nuovo del sito e non so bene come muovermi ma ho visto che ci sono tanti specialisti. Anche per trovare eventualmente qualcuno di vicino a me. Vedo dal suo sito che lei è troppo lontano.
Grazie e buon lavoro
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La sindrome PSSD viene molto pubblicizzata su internet da persone la cui identità non è controllabile ma non mi i sono riscontri statistici tali da poter sostenere che sia diffusa davvero.

Nell’esperienza di ogni singolo medico dovrebbe essere presente in modo molto più evidente, eppure è raccontata da persone che non l’hanno mai vista.

Per cui dubito che si possa sostenere con un paziente che abbia una patologia senza accertarne l’esistenza solo per l’eventuale letteratura letta.

Ogni singolo paziente che ha avuto il disturbo dovrebbe avere avuto la compilazione di una scheda effetti avversi che sarebbero poi stati riportati in scheda tecnica. Ciò fino ad oggi non è mai accaduto.

La storia che gli antidepressivi diano disturbi sessuali è vera de si utilizzano molecole che per frequenza hanno maggiormente questo effetto collaterale e non è valido per tutti gli antidepressivi indistintamente.

Penso che i pazienti si orientino verso psichiatri che hanno un approccio soft verso le terapie farmacologiche, per sentito dire con il passaparola, per ricevere i trattamenti che ha ricevuto lei, cioè infarciti di pregiudizio che hanno solo provocato il peggioramento dei suoi sintomi.
[#5]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
La ringrazio per avermi espresso dettagliatamente le sue opinioni. Come ho detto prima io non ho cercato sul web, anche perché non avevo idea di cosa cercare. È la mia psichiatra che, andando per esclusione, facendomi domande su cosa sentissi, mi ha parlato di questa sindrome. Non credo lei sia infarcita di pregiudizi. L'avrebbero già sospesa dall'incarico che ricopre. Mi ha parlato di una possibilità rara ma esistente. Sul web ho poi cercato informazioni ma per vie ufficiali tipo sul sito ncbi, dove scrivono addetti ai lavori, e affidandomi a professionisti (difatti ho scritto qui). È vero che sul web scrive chiunque ma non demonizzerei chi parla di qualcosa che sta vivendo, pur se la sua identità non è controllabile. Forse si sfogano sul web perché non trovano strade percorribili e magari non sono stati ascoltati dai loro medici curanti.
Io posso parlare solo per me stesso, persona in carne ed ossa, e vorrei tanto che qualcuno mi "studiasse" in modo da cercare una soluzione , perché purtroppo mi sento menomato. Lo dico sul serio, ed è per questo che ho scritto qui: per sapere se esistono studi o indagini su questo disturbo che ho. Senza esitazioni mi sottoporrei a visite e quant'altro. Concordo sul fatto che ogni paziente che ha avuto questo disturbo avrebbe dovuto poterlo segnalare ed è un peccato che questo non venga fatto. Sarebbe compito del dottore che prende in carico il paziente in modo da inviare segnalazioni a chi di competenza per poter avviare gli accertamenti necessari. Se il medico non lo fa allora si interrompe il circolo virtuoso che potrebbe portare a una soluzione. E invece sarebbe molto bello e costruttivo che un paziente che sta male per una cura e che se ne lamenta venga "difeso" e protetto dal suo medico che dovrebbe avere tutto l'interesse per migliorare la qualità della vita del suo assistito e dovrebbe indagare su qualcosa che non torna. È da lì che dovrebbero partire i riscontri statistici che lei nomina. Dal medico che segnala un problema. Ma forse mi illudo che le cose vadano così e sono un idealista. La mia psichiatra ha segnalato all'Aifa il mio caso e ingenuamente penso che chi riporta questi disturbi dovrebbe essere assistito dal suo medico e non essere mandato via con un "non è possibile" come fece il mio vecchio psichiatra quando gli ho comunicato che le cose non miglioravano, per poi rivolgermi appunto altrove.
"Ascoltare il paziente è un'arte perduta", disse Heather Ashton al cui manuale ho dovuto ricorrere per sospendere le benzodiazepine. Vede, il mio primo psichiatra mi disse semplicemente di smetterle una volta che non ne avessi più sentito più il bisogno, senza dirmi che interromperle di botto non è una strada sicura. Insomma, mi è sembrato molto superficiale e io avevo bisogno di indicazioni precise e conforto in un momento molto doloroso.
Io non sapevo nella mia ignoranza che il sereupin mi avrebbe potuto dare problemi sessuali. Errore mio non chiederlo e errore del mio primo psichiatra non dirmelo. Il fatto è che quei problemi non sono andati via, dopo ormai tre anni dalla sospensione.
Insomma, qualcosa non torna. Ho cercato informazioni sulla paroxetina e ho scoperto che la casa produttrice ha dovuto pagare una multa salatissima per aver manipolato e taciuto su dati riguardanti la sua sicurezza (anche se questo non riguardava la pssd). E quindi se è stata fatta una manovra del genere si può legittimamente pensare che questa molecola possa dare anche altri problemi. Se i suoi produttori hanno falsato le carte, fatto gravissimo, allora da non addetto ai lavori mi sorgono dubbi credo legittimi. D'altronde sono molecole che vanno ad alterare la naturale chimica cerebrale e chi può dire se questa chimica poi torna a posto? Non esistono credo esami per analizzare il cervello in quel modo. Se esistessero ripeto che mi farei studiare.
La ringrazio ancora e le auguro un buon lavoro.
Lascio aperto il consulto per altri dottori in caso avessero indicazioni da darmi.