Sorella di ragazzo tossicodipendente, alcolista e ludopatico

Buongiorno.

Non sappiamo piu a chi rivolgerci e come affrontare questo problema in famiglia.
Mio fratello di 47 anni da sempre portatore di grosse dipendenze da cocaina, alcol e ludopatia, ultimamente è peggiorato.

Ha un debito di più di 80.000 con banche, istituti di credito e altre persone di famiglia d amici a cui ha chiesto prestiti ingenti.

Più volte abbiamo tentato di proporgli la comunità ma ovviamente non ha mai riconosciuto il problema.
Vive solo in una proprietà di un altro mio fratello, ha lasciato da poco giorni il lavoro e nell'ultima settimana parlare con lui è diventato impossibile in quanto, telefonicamente e personalmente, proprio con le persone che stavano cercando di aiutarlo, usa solo urla e insulti pesanti, incolpandoci di un sacco di bugie che lui collega ai suoi fallimenti.

Ieri sono usciti i carabinieri chiamati dai vicini per le urla e i danni che stava facendo in casa.
È diventato distruttivo.
Non possiamo costringerlo alla comunità perché lui sostiene che i pazzi siano noi.

Come possiamo aiutarlo?

Ho il timore che sia prossimo a gesti inconsulti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

E' stato diagnosticato in maniera formale, nel senso se soffre di qualche disturbo psichiatrico oltre ai problemi di uso di sostanze e gioco, o no. Ha seguito delle cure, oppure non riesce a seguire le cure prescritte ?
Parlava di comunità in quanto non è possibile fargli fare cure a casa, o nel senso di cura in generale ?

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Gentile dottor Pacini, grazie della sua risposta. In passato ha accettato un paio di sedute psichiatriche dove ovviamente non ha trovato giovamento, se non negli psicofarmaci prescritti di cui non conosco il nome ma che lo mettevano a dormire, e che successivamente ha iniziato a prendere in maniera massiccia, associandole a grossi quantitativi di super alcoolici.
In maniera formale non è stato diagnosticato nulla.
Grazie
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Parlare di comunità adesso è prematuro. Se la situazione è quella descritta il primo passo è accertare se ha disturbi psichici tali da richiedere cure e/o ricovero anche obbligatorio. Non è un percorso facile né automatico, ci vuole pazienza e tante telefonate e contatti con Sert di competenza, forse medico curante (che però probabilmente non lo conosce neppure), sindaco, carabinieri, per arrivare almeno all'ASO, Accertamento Sanitario Obbligatorio, presso l'abitazione, il Pronto Soccorso o il servizio di diagnosi e cura. Poi, a seconda del risultato della visita, alla quale suo fratello non si può opporre, lo psichiatra del Sert o del Servizio di Salute Mentale deciderà cosa fare nell'interesse del paziente. E' possibile, se ci sono gli estremi, arrivare a un ricovero obbligatorio per un periodo di tempo, e intanto si valutano le possibilità di cura.

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Buonguorno dott. Ssa Scapellato. Quindi come primo step cosa ci consiglia? Esiste qualcuno che può aiutarci in questo percorso? Ad esempio gli assistenti sociali?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Dipende dal territorio e da come funzionano i vari servizi. Può sentire i medici del sert, il problema principale è sanitario.
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Utente
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Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Da come mi descrive i tentativi, non sembrerebbe sia stata fatta diagnosi né indicata una cura precisa: farmaci che lo facevano dormire e di cui lui abusava insieme all'alcol dovrebbero corrispondere alle "benzodiazepine". Se non c'era nessun altro tipo di medicinale, e non c'era diagnosi, direi che non sono da considerarsi veri e propri tentativi che non hanno funzionato.
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Utente
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Purtroppo il problema è proprio che lui stesso non ammette di avere un problema, questo significa che non permette a nessuno di farsi curare.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Al di là della patologia psichiatrica, eventualmente presente ma non è detto che ci sia, la condizione di suo fratello è di pertinenza del Sert che dovrebbe attuare programmi specifici per le problematiche rappresentate.


Se suo fratello non vuole sottoporsi a questi percorsi di cura non vi sono strade per costringerlo.

Considerato però che distrugge tutto ed accumula debiti potreste tentare una strada giudiziale con amministrazione di sostegno per l’amministrazione dei beni o l’interdizione. In tal caso deve intervenire un avvocato per fare istanza al giudice tutelare.
Ciò può servire anche a limitare i danno già ingenti ed eventualmente farlo sottoporre a cure da parte del Sert.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Buongiorno dottor Ruggero.
Considerando le esperienze negative passate con il sert in passato, coordinato e organizzato da ragazzi poco più che ventenni usciti dall'università da pochi giorni e completamente ignari di come gestire questo tipo di situazione (la gavetta bisogna farla ma in questi casi non è stata affatto positiva) probabilmente l'unica via che ci rimane è quella giudiziale che ci indica lei.
Tuttavia, mi sento anche di esprimere un' opinione riguardo la risposta della dottoressa Scapellato che ha indicato come ''prematura" l'idea della comunità... Personalmente anche se non esiste una diagnosi di malattia mentale, dopo 30anni di cocaina, alcol, gioco d'azzardo, ritiri patenti, tentativo di suicidio e violenza... Non credo si possa definire prematura, come scelta, anche se siamo purtroppo consapevoli essere una scelta solo ed esclusivamente sua. Peccato che lui non ammetta di avere un problema. Speriamo che anche questa volta, che per me è la peggiore degli ultimi 30anni, il suicidio non sia la sua scelta finale.
Grazie a tutti
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Per "prematura" non intendevo non utile, ma al momento di impossibile attuazione, dato che suo fratello per ora la rifiuta. La via giudiziale è assolutamente opportuna, ma i tempi non sono brevi (nel primo post aveva parlato di timore di suicidio), e comunque si può integrare con la valutazione delle condizioni psichiche, non è antitetica ma complementare.