Ansia, ipocondria e somatizzazioni
Buongiorno,
ho 32 anni.
Mi considero un tipo fortemente ansioso, perfezionista (soprattutto nel controllo) e ipocondriaco.
L'ansia si manifesta anche nelle minime cose: es.
fare una telefonata per una richiesta specifica.
Prima di telefonare, il mio cervello illustra tutta una serie di scenari ipotetici: disturberò?
Saprò farmi capire?
Capiranno che sono straniero (abito in Francia da 6 anni ormai)?
Da qualche tempo anche la mia ipocondria si è acutizzata: sono attento al minimo segno corporale.
Quella macchiolina sulla pelle mi procura un panico e una tachicardia improvvisi.
Passo spesso ore a leggere sintomi e malattie varie su internet.
Probabilmente questa ipocondria è scaturita dalla morte di mia madre in seguito a un tumore, avevo sette anni, mai razionalmente compresa e accettata.
Le manifestazioni di questa ansia e ipocondria sono forti somatizzazioni che spesso mi causano profondo malessere psicologico: problemi digestivi, minzione urgente e frequente.
Ho fatto degli esami per escludere cause organiche (per la minzione) e tutto è nella norma.
Da due anni, dietro consiglio del mio medico curante, ho iniziato a consultare psicologi e psichiatri.
Con lo psichiatra attuale, specialista in terapia cognitivo-comportamentale, abbiamo iniziato un percorso in cui la spiegazione dei vari meccanismi dello stress, panico, pensieri intrusivi etc.
è stata chiara.
Attualmente mi sembra che stiamo girando in tondo: classiche domande di routine.
Mi ha prescritto una dose minima di xanax (metà di 0. 25 mg) che prendo quando mi sento particolarmente invaso dall'ansia.
La mia domanda è: come migliorare il percorso terapeutico?
Oppure cosa fare di diverso?
Quali sono i vostri consigli?
Lo psichiatra aveva ventilato l'ipotesi di un trattamento di fondo con antidepressivi ma ammetto che ho paura a iniziare ad assumere antidepressivi per gli eventuali effetti secondari.
Ho fatto già enorme fatica per prendere lo xanax dopo aver letto il foglietto illustrativo.
Purtroppo il periodo attuale che stiamo vivendo sembra amplificare e peggiorare il tutto.
Vi ringrazio molto.
ho 32 anni.
Mi considero un tipo fortemente ansioso, perfezionista (soprattutto nel controllo) e ipocondriaco.
L'ansia si manifesta anche nelle minime cose: es.
fare una telefonata per una richiesta specifica.
Prima di telefonare, il mio cervello illustra tutta una serie di scenari ipotetici: disturberò?
Saprò farmi capire?
Capiranno che sono straniero (abito in Francia da 6 anni ormai)?
Da qualche tempo anche la mia ipocondria si è acutizzata: sono attento al minimo segno corporale.
Quella macchiolina sulla pelle mi procura un panico e una tachicardia improvvisi.
Passo spesso ore a leggere sintomi e malattie varie su internet.
Probabilmente questa ipocondria è scaturita dalla morte di mia madre in seguito a un tumore, avevo sette anni, mai razionalmente compresa e accettata.
Le manifestazioni di questa ansia e ipocondria sono forti somatizzazioni che spesso mi causano profondo malessere psicologico: problemi digestivi, minzione urgente e frequente.
Ho fatto degli esami per escludere cause organiche (per la minzione) e tutto è nella norma.
Da due anni, dietro consiglio del mio medico curante, ho iniziato a consultare psicologi e psichiatri.
Con lo psichiatra attuale, specialista in terapia cognitivo-comportamentale, abbiamo iniziato un percorso in cui la spiegazione dei vari meccanismi dello stress, panico, pensieri intrusivi etc.
è stata chiara.
Attualmente mi sembra che stiamo girando in tondo: classiche domande di routine.
Mi ha prescritto una dose minima di xanax (metà di 0. 25 mg) che prendo quando mi sento particolarmente invaso dall'ansia.
La mia domanda è: come migliorare il percorso terapeutico?
Oppure cosa fare di diverso?
Quali sono i vostri consigli?
Lo psichiatra aveva ventilato l'ipotesi di un trattamento di fondo con antidepressivi ma ammetto che ho paura a iniziare ad assumere antidepressivi per gli eventuali effetti secondari.
Ho fatto già enorme fatica per prendere lo xanax dopo aver letto il foglietto illustrativo.
Purtroppo il periodo attuale che stiamo vivendo sembra amplificare e peggiorare il tutto.
Vi ringrazio molto.
[#1]
Buon giorno.
Valuterei ad intraprendere la terapia farmacologica con un antidepressivo. Magari ci vorrà uno sforzo psicologico da parte Sua, ma tale terapia sarà più efficace dello xanax da solo. Cercherei di migliorare anche l'andamento della psicoterapia: esprimerei al Suo specialista con sincerità la Sua sensazione che non ci sono i progressi.
Valuterei ad intraprendere la terapia farmacologica con un antidepressivo. Magari ci vorrà uno sforzo psicologico da parte Sua, ma tale terapia sarà più efficace dello xanax da solo. Cercherei di migliorare anche l'andamento della psicoterapia: esprimerei al Suo specialista con sincerità la Sua sensazione che non ci sono i progressi.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Salve.
Volevo aggiungere, che uno degli elementi per migliorare il percorso terapeutico è di avere per la farmacoterapia e per la psicoterapia specialisti diversi.
Il lavoro psicoterapeutico non deve essere sostituito con la prescrizione della farmacoterapia, ma deve avere un razionale proprio, il quale va ottimizzato se necessario.
Anche la farmacoterapia richiede un proprio spazio di ragionamento.
Concentrando entrambi nella stessa relazione professionale, c'è il rischio, che si farà una a scapito dell'altra, o che non si riesce fare bene nessuna delle due.
Una possibilità è di provare la farmacoterapia che propone il Suo psichiatra attuale (perché tale terapia mi sembra che abbia senso), ma per la psicoterapia, se non si riuscirà ad avere i progressi, pensare ad un altro specialista.
Volevo aggiungere, che uno degli elementi per migliorare il percorso terapeutico è di avere per la farmacoterapia e per la psicoterapia specialisti diversi.
Il lavoro psicoterapeutico non deve essere sostituito con la prescrizione della farmacoterapia, ma deve avere un razionale proprio, il quale va ottimizzato se necessario.
Anche la farmacoterapia richiede un proprio spazio di ragionamento.
Concentrando entrambi nella stessa relazione professionale, c'è il rischio, che si farà una a scapito dell'altra, o che non si riesce fare bene nessuna delle due.
Una possibilità è di provare la farmacoterapia che propone il Suo psichiatra attuale (perché tale terapia mi sembra che abbia senso), ma per la psicoterapia, se non si riuscirà ad avere i progressi, pensare ad un altro specialista.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 25/04/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.