Terapia antidepressiva

Gentili dottori di medicitalia, sono qui a chiedervi più che un consulto un informazione.
Diversi mesi fa, avendo dei leggeri attacchi d'ansia in seguito ad un lutto importante, mi recai sotto consiglio di un'amica da una psichiatra.
Alla fine colloquio, fatto di domande sulla mia vita e sulla mia famiglia, mi ritrovai in mano una prescrizione di un antidepressivo SSRI.
Sono una persona che si informa molto prima di prendere un farmaco, soprattutto se devo iniziare una terapia lunga e, possiamo dire piena di pregiudizi, come quella antidepressiva.
Sono incappato in diversi articoli, thread su vari forum e altro che parlano di una sindrome iatrogena chiamata PSSD, questa sindrome consiste in vari sintomi legati alla sfera sessuale che persistono (forse in modo irreversibile) alla sospensione del farmaco.
Mi è bastato leggere le storie dei vari utenti, piene di dolore, per buttare via la prescrizione.
Da quel momento ho cominciato a lavorare molto su me stesso, tramite meditazione e ansiolitici naturali, e gli attacchi d'ansia sono quasi spariti.
Sono stato molto contento e fortunato, perché avrei rischiato di rovinarmi la vita per qualcosa che poteva essere curato con molto meno.
Aggiungo che lo psichiatra non mi ha mai avvertito riguardo questo rischio.
Ho visto che su questo sito siete abbastanza scettici su questo problema, quasi, anzi togliete il quasi, da non credere ai pazienti (o forse clienti).
Inoltre trovo molto ingiusto non informare i vari pazienti del rischio che si corre, vengono prescritti psicofarmaci troppo facilmente e credo che sia doveroso valutare bene.
Essendo io una persona molto empatica e i disturbi d'ansia potrebbero esserne una valida prova, mi immedesimo nel dolore di chi è incappato in questa disgrazia anche non sperimentandola, con la sola colpa di volersi curare mentre era all'oscuro di tutto, mi chiedo, cosa faceste se ci fossero stati i vostri figli al posto di questa povera gente (molti sono poco più che ventenni)?
Perché qui vedo davvero troppo scetticismo su una sindrome che ha rovinato matrimoni, relazioni e vita lavorativa (oltre che la salute), vi arrampicate sugli specchi liquidando gente che si è fidata con infondate diagnosi psicologiche.
Una sindrome che oramai viene sempre più diagnosticata e confermata anche da psichiatri.
Sono tutti bugiardi e complottisti?
Anche i vostri colleghi?
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Quindi i medici hanno torto e quello che è scritto in rete è la giusta cosa. Il principale motivo per cui su alcuni temi è difficile argomentare sono proprio i toni aggressivi qui da Lei riassunti e ripetuti a nome suo credo.
Lei ha già deciso. Quando avrà invece voglia di sapere qualcosa, magari chieda in maniera rispettosa. Anche perché, se ritiene chi le risponde membro di una casta dedita a lucrare sui pazienti (lei questo ha detto, perché da una parte scrive e dall'altra è naturale offendere subito a priori chi le sta davanti, complimenti per la strategia); dicevo, se chi le risponde è un mostro assetato di danaro e ottuso di fronte alle sofferenze delle persone, ma che caspita gli chiede a fare delucidazioni ?

Se mai è Lei e chi come Lei si atteggia che prende la sofferenza (vera, non si discute) di chi scrive (ma qualcuno è semplicemente arrabbiato per motivi che fraintende alla base) per direzionarla contro lo scontato nemico, il dottore, che invece di curare doveva non si sa cosa fare.

Ma tra un po' finira così probabilmente, che non ci saranno dottori disposti a curare, e così la rete magari renderà tutti liberi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottore, se lei mi trova offensivo (che tra l'altro non mi è sembrato di offenderla), come dovrebbero sentirsi i pazienti che dopo aver avuto un danno così grosso, vengono qui per un consulto in materia e trovano medici che non gli credono? Io sono stato fortunato a non aver assunto questo farmaco, non grazie al suo collega, ma proprio grazie alla rete, che oltre ad avermi fatto aprire gli occhi su questi veleni (non si offenda se dico veleni), mi ha indirizzato verso innocui metodi alternativi. Ho sempre creduto nella medicina e nelle sue branche, ma a questo punto la domanda sorge spontanea. Se non per interessi economici, perché non avvisate i pazienti di questa possibilità? È un loro diritto saperlo, valutare se ne vale davvero la pena. C'è gente fuori che è davvero molto depressa (e questo lo sa meglio di me) che necessita davvero di cure farmacologiche, e sicuramente nel loro stato non si tirerebbero mai indietro a questo rischio, neanche di fronte ad un consenso informato, quindi lo stesso ci guadagnereste (di nuovo, non si offenda, sa meglio di me che è la pura verità). Il dottore doveva curare ma soprattutto doveva informare, questo atteggiamento è contro ogni morale umana e deontologica. Ormai pure l'ema ha riconosciuto questa patologia mesi fa. È inutile nascondersi dietro un dito. E comunque non ha risposto alla mia domanda...quindi gliela ripropongo, se ci fosse stato suo figlio tra questa gente?
[#3]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottore, oramai è passata più di una settimana da quando ho pubblicato questo consulto, mi aspettavo una sua risposta.
[#4]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Se avessi letto per primo il consulto lo avrei respinto poiché non corrisponde alle linee guida di richiesta.


Scrive una marea di scemenze per rafforzare le sue credenze sciocche sui suoi pregiudizi che mostra imperterrito in tutto il suo scritto.

Qui non stiamo a dissertare sulle fesserie.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#5]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Gentile dottore, non capisco cosa ci trova di così scemo. Qui si parla di salute di persone danneggiata da veleni, gente che meritava di essere informata. Quindi, almeno in rispetto di chi ne soffre, la smetta di considerarle fesserie. La stessa domanda gliela propongo anche a lei: se ci fosse stato suo figlio, sarebbero ancora fesserie? Buona giornata
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
No, l'ema ha aggiornato i foglietti con la raccomandazione che compare tra le altre.
Se è per questo lo stesso accade per altri problemi, io personalmente mi sono occupato del rischio aritmico per esempio, e una raccomandazione riportata sul foglietto non equivale al fatto che scientificamente sia chiaro il fatto.

Lei cambi tono, cambi impostazione, perché questa non è di chiede un consulto, ma di chi lo dà.

Se ha qualcosa da chiedere, chiarimenti o commenti, lo fa. Se deve sparare a zero su cosa che sostanzialmente ignora, e di cui è superficialmente informatissimo, poiché le due cose possono coesistere, si astenga.
[#7]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Ok dottor Pacini, cambio tono e cambio impostazione. Quindi lei sa che esiste questa condizione. Ma lei avvisa il paziente di questo pericolo quando prescrive un SSRI? Se la risposta è no, perché non lo fa?

Si fidi ho contattato vari ragazzi che l'hanno presa in seguito a trattamenti, almeno per dimostrare loro la mia vicinanza. Non sono medico quindi non conosco questa condizione. Ma ci sono troppe testimonianze, troppi casi, per dire che tutto ciò è irreale o raro. Tutto questo è irrispettoso per il valore morale della medicina, del giuramento d'Ippocrate, del paziente, che dopo essersi fidato si vede etichettato anche come pazzo. Mi dispiace dottore, ma la vostra branca mi ha deluso completamente, mi aspettavo risposte diverse da psichiatri, che appunto dovrebbero capire la sofferenza di una persona legata ad un avvenimento così traumatico (le ricordo che ragazzi si sono tolti la vita). Purtroppo non si può prevedere a chi beccherà questa patologia quindi l'unico modo per evitarla è prevenirla tramite consenso informato.
[#8]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Il suo tono è rimasto decisamente offensivo, e ancora più aggressivo.

Quindi lei proporrebbe di far firmare ad hoc un consenso informato per questa condizione, oltre alla generica informazione che si dà sugli effetti e agli approfondimenti a cui si è disponibili a rispondere prima, durante e dopo la visita. E' un'idea, che di fatto renderebbe impraticabile alla fine un qualsiasi trattamento, o comunque otterrebbe l'esatto contrario di quello che Lei dice, cioè un equilibrio tra fattibilità e rischio. Nessuno lo farebbe, nessuno lo prescriverebbe.

Se è per questo, ad ogni farmaco, si dovrebbe quindi avvisare che può esserci reazione allergica, imprevedibile ma possibile, e quindi morte.
Oppure morte cardiaca improvvisa.
Per dirne due.

Naturalmente siccome Lei conosce ovviamente tanti, e questa presumo per Lei sia scienza già servita, non è nelle condizioni di poterci capire molto. Bisogna approcciare le cose diversamente quando si vuole capire.

Lei scrive qui per accusare. E quindi ha raggiunto il suo scopo.
[#9]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
In realtà non sono aggressivo. Voglio solo vederci chiaro. Che senso ha non informare il paziente su una cosa del genere. Lei parla di reazione allergica. Questo può essere spesso sottovalutato dal paziente ma comunque lui sa che potrebbe accadere (il mio psichiatra mi ricordo che mi chiese se ero allergico al SSRI che mi prescrisse, ed io boh! Ma me lo prescisse comunque). La PSSD è una vera e propria sindrome, largamente sottostimata, e non rara, dal medico, in cui il paziente giustamente non ne ha la minima conoscenza (provi a chiedere ai suoi pazienti se conoscono le parole reazione allergica e PSSD e poi ne riparliamo). Non informare un paziente di questa possibile e dannosa sindrome (come le ho detto porta al suicidio quindi tanto stupida non mi sembra) è una cosa gravissima. E sa perché lo è? Perché oltre a colpire gente a caso, ti rovina la vita per sempre. Le reazioni allergiche se ti va bene smetti di prendere il farmaco. Se ti va male muori, ma oramai sei morto. La pssd non è un episodio. Significa convivere con un dolore enorme. Ecco perché si, sono d'accordo sul fatto che il paziente debba firmare un consenso prima di prendere un qualsiasi farmaco soprattutto se debbano essere presi per tanto tempo (come appunto antidepressivi), non solo psicofarmaco (tranne farmaci da banco ovviamente), a patto però che venga informato nei minimi dettagli di tutto (e non una cosa superficiale spiegando in mezzo secondo quello che può succedere). Le ricordo che qui c'è in gioco la salute di persone e non di pesciolini rossi. Prendere sottogamba anche una banale reazione allergica che spesso è potenzialmente fatale (quindi tanto banale non lo è) è scorretto. A mio parere è stato molto più offensivo il suo collega. Non nei miei confronti, ci mancherebbe. Ma nei confronti di chi soffre di questa sindrome (ingiusta).
La mia è accusa? Probabilmente, ma non per la PSSD, piuttosto per la mancata informazione. La PSSD è un effetto collaterale che può comparire come non può comparire. Quindi su questo non avete nessuna colpa (per lo meno morale). Ma come evitare? Con la prevenzione. Ma se io non avviso il paziente come posso fare prevenzione? Quindi si, siete colpevoli.
[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"In realtà non sono aggressivo. "

Accidenti se lo è. Se non se ne rende conto, è un problema serio se pensa che questo sia il modo per vederci chiaro. Così non induce certo un interlocutore a interagire con lei, neanche per dirle che ore sono.

Ed è falso ! lei non vuole vederci chiaro, lei ha talmente tutto chiaro che , come volevasi dimostrare, lei scrive per farci lezione.
Qui invece si danno consulti. Ha proprio sbagliato contesto evidentemente.

Se ci vuole veder chiaro, riparte da zero e con normalissima educazione chiede alcune cose. Se invece il criterio è che lei conosce, la cosa è notissima e assodata ovunque, e quindi evidentemente non si sa poi perché i medici sono coalizzati a negarla perché così possono sadicamente continuare a..... non si sa far cosa nella sua mente, siamo in alto mare. Finché avrà in mente che i dottori vogliono il male dei malati e quindi gioiscono per le loro disgrazie, forse sta partendo con il piede sbagliato.
E anche se pensa che vogliano negare cose che a loro per primi dovrebbero interessare, non conosce evidentemente la professione e la sua realtà.

Ci riprovi quando è decide di avere rispetto.
[#11]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
1- Perché non informare il paziente di questo dannoso rischio?
2- Ai vostri cari quando prescrivete un antidepressivo per lo meno informate di quello che può succedere?
3- Perché non indagate su questa condizione invece di continuare a giudicare il paziente?
Inoltre che lei dice che è un effetto collaterale paragonabile ad una reazione allergica. Quindi diciamo estremamente raro. Ma come fa a definirlo raro nonostante tutti le testimonianze che ha visto qui? A questo punto non dovrebbe cominciare a farsi due domande?

Va meglio adesso? Se le sembro ancora aggressivo, guardi, non so cosa fare.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Continui pure con questi toni.

Esistono i foglietti illustrativi aggiornati, la discussione col medico, personalmente gli effetti sessuali, essendo frequenti, sono tipicamente oggetto di informazione.

3- come si permette di dire che non indaghiamo, ma Lei che ne sa ? Come si permette di venirci a dire cosa facciamo e non facciamo. Gli studi chi li fa ? Lei di nascosto in cantina ? O i medici stessi.

Secondo Lei quando uno studia un effetto collaterale potenziale emergente, che sta cercando di definire, è utile che esista gente come Lei che attacca alla cieca e tratta una categoria di persone come criminali ?

Se tanto le interessa che migliori la comprensione di questo, come di altre cose (di cui non interessa niente a nessuno, come al solito, l'interesse è settoriale e va a filoni mediatici), può agevolare i chiarimenti o fare come sta facendo, creando contrapposizioni.

Non sono sicuro per niente che tutti siano contenti che esista questo clima aggressivo, maleducato e offensivo come quello creato da persone come Lei.

Non serve a nessuno. Ostacola la comunicazione.
[#13]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Dottore io non capisco dove trova l'arroganza e l'aggressività nelle mie parole. Forse ha frainteso il "tono" con il quale mi sono rivolto perché io non avrei nessun motivo di essere arrabbiato nei suoi confronti.
Sul foglietto illustrativo non vi era menzionato alcun effetto collaterale persistente. Nonostante l'ema abbia avvertito che questo doveva essere scritto.
Son contento di sapere che lei sta indagando su questa condizione e non entro nei dettagli di come lo fa. Ma perché non organizzare colloqui con gente che ha questo problema (tra l'altro molto ingiusto)? Perché non segnalare alle case farmaceutiche che questo spiacevole e tragico effetto può accadere e quindi spingere le stesse a trovare una cura adatta? Non lasciate questo lavoro solo ai pazienti. Voi medici potete dare un contributo in più per la conoscenza e per la ricerca di una cura di questa condizione. Non ostacolatela, non credere al paziente è già un sintomo di questa azione. È questa la cosa che trovo davvero irrispettosa. Non conosco le linee guida di prescrizione di ssri, ma sono sicuro che la differenza potete farla voi, cominciando soprattutto da quella prescrizione. Penso che nessuno meriti questa punizione. Ci sono medici psichiatri italiani e non (se vuole le faccio nomi) che stanno studiando questa condizione e il suo collega si permette di dire che è tutta una fesseria e che non avrebbe mai approvato il mio consulto. Questa cosa mi fa molto arrabbiare, perché non solo con la disinformazione ha rovinato gente e come se non bastasse neanche gli crede. Se il suo collega indaga e collabora così alla ricerca di questo problema non so dove arriveremo.
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