Personalità rigida?ossessiva?

Buonasera a tutti,
Come si evince dall'oggetto, vorrei chiedere agli specialisti del settore informazioni su tale disturbo cognitivo.

Sono un uomo di 33 anni e a seguito dell'ennesima relazione sentimentale con una donna, resa complicata dalla mia difficoltà di riporre fiducia nel sesso femminile, dalla condivisione delle mie difficoltà con qualche amico fidato, ho deciso di approfondire la tematica utilizzando un po' tutte le informazioni reperite in rete (chiaramente, prese con le pinze).
Le parole "rigido" e "ottuso", sono riecheggiate diverse volte durante la mia vita e quando mi sono imbattuto nella definizione di "personalità rigida", si è acceso un allert.
Riporto di seguito qualche definizione di tale tratto caratteriale che mi ha colpito:
-nelle relazioni è una persona estremamente controllata che da l'impressione di non abbandonarsi mai completamente, di non fidarsi mai abbastanza dell'altro;
-vi è spesso un atteggiamento generale di inflessibilità di giudizio e talvolta anche di moralismo;
-gli standard elevati che essi chiedono agli altri in tutti gli ambiti possono creare significativi problemi alla loro vita di relazione;
-anche quando vincono, l’ansia impedisce loro di soffermarsi e godere dei risultati;
-nelle relazioni interpersonali tutto ciò si traduce nell’ avere accanto una persona da idealizzare e che sia alla stessa altezza;
-la paura più grande è quella di essere Tradito;
-la forte posizione dell’io, esercita un alto grado di controllo sul comportamento;
-una personalità inquieta
-Il rigido ricerca la giustizia e l’esattezza ad ogni costo, tenta di essere sempre giusto.

Anche le cause eziologiche mi hanno colpito.
In effetti nei primi anni della mia infanzia, avevo forte curiosità erotica.
Ricordo malapena, ma per essere un bambino di pochi anni, ero un "maiale".

In tutta onestà, ho trovato anche diverse definizioni di tale tratto psicologico, nelle quali non mi rivedo.
Vedere o bianco o nero e stretti schemi mentali, ritenere che esista un solo modo corretto di fare qualcosa o l'ansia nel vivere qualcosa di non preventivato... non mi appartengono.
Critico molto me stesso e ad ogni occasione buona, metto sul banco della revisione mie idee, penso che esistano molti modi per andare da A a B ed essere sorpreso, generalmente mi da sensazioni positive.
Non vedo di buon occhio il crogiolarsi su di una "certezza".
Sempre per onestà (che ritengo necessaria al fine di farmi capire al meglio), credo ci siano anche tratti dell'atteggiamento ossessivo nei quali mi rispecchio, come ad esempio: lo svalutarsi.
Nella maggior parte dei casi, so di poter' fare affidamento su me stesso, anche se tuttavia è una consapevolezza, costantemente messa in discussione.
Se vi contatto è perchè sto con una donna che non voglio ferire e vivo una bella relazione che però potrebbe essere migliore.
Non sto male, ma più serenità fa solo bene, e migliorarmi, alleggerirmi un po', credo faccia altrettanto.

Ringrazio chiunque leggerà.
[#1]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Buona sera.

L'epiteto "rigido" riferito ad una persona nel linguaggio colloquiale ed il termine "personalità rigida" della letteratura psicologica sono cose diverse.

In entrambi i casi comunque si tratta di una parola scelta per convenzione, quando i significati possono essere più ampi.

Lascerei da parte la letteratura psicologica. Concentriamoci piuttosto sulla relazione con la persona dalla quale Lei ha potuto sentire questa parola ("rigido") nei propri confronti.

Chiederei a questa persona di spiegare meglio che cosa intende. Chiedere questa spiegazione (ovviamente, non a modo di sfida) può essere un passo per migliorare la relazione, perché si permette così ad altra persona di esprimere non solo quello che non le piace, ma anche quello che aspetterebbe di positivo dalla relazione con Lei.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Utente
Utente
In prima istanza la ringrazio per il riscontro, gentile da parte sua. Chiedo però venia per non essere stato sufficientemente chiaro. L'aggettivo "rigido", non mi è stato attribuito dalla mia partner, ma da qualche amico con il quale ho condiviso la situazione; la mia difficoltà di riporre in lei fiducia. Però fatico a credere a spiegazioni date che somigliano ad un "perchè è così", da prendere per buone, appunto, sulla fiducia. Quando invece comportamenti (per lo più passati, ma non solo) che io ho trovato poco adeguati all'interno di una relazione, hanno ridimensionato quel livello di fiducia base che generalmente si concede ad una persona da poco conosciuta. Mi aspetterei che il rapporto tra quanto da lei detto e quanto da me visto, fosse più aderente, lineare ed in grado di "convincermi" in modo più naturale. Esprimendomi in modo un po' più forte, per rappresentare il concetto: trovo più credibile la spiegazione di lei, costruita da me, sulla base del vissuto insieme, piuttosto che quanto lei stessa riferisca, nei momenti di dialogo e chiarimento. Ora, a distanza di quasi due anni, francamente, sembrerebbe tenere molto alla nostra relazione e l'ho vista prodigarsi in molte azioni degne di nota. Ma la razionalità mi è da ostacolo nel crederle in tutto e per tutto. Oltretutto temo il meccanismo del "non ti voglio perdere, no ti dirò mai la verità". Avrò una morale un po' rigida, un retaggio culturale forse all'antica...Spesso però la mia visione di lei è divisa in due parti nette: ciò che vorrei credere e ciò che so di credere. Il lato buono ed amorevole della medaglia e quello più fumoso, ambiguo. Mi sono creato delle convinzioni di lei che neanche vorrei sostenere, ma fatico a smantellarle perchè appaiono piuttosto logiche e convincenti...se non altro, lo sono abbastanza per innescare il dubbio. Credevo di avere una sufficiente comprensione della realtà, ma volendo dare ascolto a quanto dice la mia compagna, allora non è così. Mi sento dispiaciuto, perchè ne soffre e si sente offesa nel leggere in me un marcato scetticismo. Si sente insultata dalla mia mancanza di fiducia. Attualmente sono dunque un po' incastrato in questa sorta di paradosso.
Tanto era dovuto per una migliore definizione delle circostanze. Cordialità.
[#3]
Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Ora Lei stesso ha spiegato bene quale è il problema.
Come posso esserLe d'aiuto ?