Possono il disturbo schizoide e la fobia sociale coesistere?

Buongiorno, ho letto diversi articoli riguardanti la fobia sociale e sono più che sicura di esserne affetta.
Compresi episodi di paranoia in cui mi sento osservata o ascoltata.
Il mio dubbio è: può questa coesistere con il disturbo schizoide di personalità?
Sembrerebbe di no da quanto leggo ma io mi identifico anche in varie caratteristiche di questo secondo disturbo... per quanto l'ansia di essere giudicata negativamente dagli altri ed il conseguente perfezionismo patologico del "tutto o niente" sia sempre stata una costante nella mia vita, sono col tempo diventata capace di intrattenere rapporti più che soddisfacenti con le persone, anche se farlo mi costa molta energia mentale e sono sempre vigile in attesa del minimo feedback negativo.
Preferisco la solitudine e questa non mi pesa affatto.
Questo è l'elemento che mi fa pensare al disturbo schizoide.
Io non ho alcun bisogno delle altre persone per quanto ne tema il giudizio.
Ma non perché le ami e non voglia dispiacerle... non provo nulla per loro! Ruota sempre tutto intorno a me e alla mia autoconsiderazione, al mio desiderio inconscio di riuscire un giorno a diventare la persona perfetta a cui non si può rimproverare nulla.
Ma la solitudine è il mio elemento, in cui mi sento perfettamente in pace.
Gli altri sono un male necessario.

Mi rendo conto che nessuno possa farmi una diagnosi virtuale ma mi piacerebbe sapere a cosa vi fa pensare quello che ho scritto.
Grazie, L.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Ma quindi il suo disagio come lo descriverebbe visto che non è la mancanza di contatti sociali o la condivisione con gli altri che le manca ?
In generale, le personalità di tipo A non sono percepite come fonte di disagio, le persone che ne soffrono non vedono il problema.
Alcuni disturbi, come lo schizoide, in realtà non dovrebbero avere un nucleo di disagio, perché non sono conflittuali con se stessi e i propri bisogni.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Il mio disagio sta nel rendermi conto che non provo sentimenti realmente profondi nei confronti di nessuno. Se uno qualsiasi dei miei cari morisse adesso proverei dispiacere ma non ne sarei sicuramente devastata. Non è che non apprezzi in nessun caso la compagnia e non mi diverta con gli amici ma mi assicuro che questi momenti siano circoscritti e non invadano troppo del mio tempo. Se intende dire che io non dovrei rendermi conto di avere un problema.. bhe è che sono piuttosto arguta. Non è che non pensi di avere buoni motivi per comportarmi come mi comporto ma mi rendo anche conto che nessuno di quelli che conosco viene preso dal panico se sente suonare il citofono o se vede che le tende non sono tirate.
Non lo so, io non sono conflittuale con me stessa quando non c'è nessun altro, perché mi sento libera di essere me stessa.
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Utente
Utente
Aggiungerei che i miei sintomi sono migliorati nel tempo, se durante l'adolescenza ho avuto un picco assoluto di difficoltà nel rapportarmi con gli altri e un'inclinazione altissima a rifugiarmi mentalmente in un mondo di fantasia in cui mi divertivo a fare interagire personaggi da me inventati, nel corso dell'età adulta il problema si è ridimensionato fino quasi a non sussistere allo stato attuale.. nessun problema a comunicare con chiunque per tutte le necessità quotidiane, nessun problema a parlare di argomenti superficiali o profondi ma al minimo segnale di ostilità dall'altra parte mi prende un senso di angoscia inimmaginabile (se ho un minimo di stima nella persona, ovviamente). Sono andata avanti così per anni, ad analizzare i miei comportamenti passati, a pensare a quanto brutta fosse la figura che avevo fatto quella volta o a come mi sarei dovuta comportare l'altra volta. A torturarmi. Il carico di aspettative che avevo su me stessa era talmente grande da schiacciarmi e mi hanno portato a vivere lunghi periodi di depressione in cui non riuscivo a fare nulla delle mie giornate se non pensare a tutti i modi dolorosi in cui mi meritavo di morire. Sono guarita da sola, non ne ho mai parlato con nessuno. Adesso sto bene da diversi anni, probabilmente continuerò a migliorare senza bisogno di nessun aiuto.. anzi sono piuttosto sicura di questo, nonostante i problemi di cui ho parlato nei miei post precedenti siano concreti e da affrontare, ho fatto progressi enormi e adesso sento una nuova forza dentro di me che mi ha portato a riconoscere il mio valore e a guardare con aspettative al futuro.. è solo che arrivata a questo punto della vita vorrei conoscere il nome della bestia contro cui sto lottando
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Un conto è avere disagio con gli altri ma desiderare comunque obiettivi sociali o comunque soffrirne l'assenza anche senza averli mai provati.
Altro è se vorrebbe star sola, e la presenza degli altri contrasta questa aspirazione, per cui le danno fastidio senza che le dia poi fastidio il fatto di non potercisi rapportare.
La freddezza sentimentale di per sé non può dar fastidio, potrebbe creare disagio se poi uno richiedesse un affetto da parte degli altri senza riuscire a esternarlo, ma se non c'è né bisogno di darlo che di riceverlo, in realtà appunto non si configura un conflitto.

L'unico aspetto che fa pensare a qualcosa di non chiaro è che però è qui a scrivere, quindi a esprimere in qualche modo un disagio per qualcosa.
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Utente
Utente
Quindi nessun problema è un problema finché non ti rende disabile? Dovrei semplicemente dire a me stessa "si, sei un po' fuori ma pazienza, c'è chi sta peggio"..?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Quando uno dice a se stesso che è fuori nel senso in cui lo dice a un medico, si sta lamentando di qualcosa che non va. Che non gli va. Altrimenti non capisco in che senso preoccuparsi di qualcosa che le sta bene, è un controsenso.
A meno che non ci siamo spiegati male e ci sia qualcosa che le dà fastidio del suo modo di essere.
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Utente
Utente
No, allora, quel che non mi piace di me stessa è il modo in cui mi torturo per essere perfetta.. penso sia controproducente, un cane che si morde la coda.. più mi dico "adesso devi fare questo e quello per piacere alle persone che hai davanti" più penso "eh ma se poi sbagli, pensa che brutta figura.. rideranno di te.. ti parleranno alle spalle.. tutti penseranno che sei ridicola" e allora mi viene l'ansia e quello che devo fare non va male come temevo ma neanche bene come potrebbe andare se semplicemente non me ne importasse niente del giudizio degli altri! Io questo lo sento come un forte limite che, in una maniera o nell'altra, permea ogni strato della mia esistenza.. è pesante!
Per quanto riguarda l'anaffettività, si certo, capisco cosa mi sta dicendo ed è vero, se non provo niente non può mancarmi niente! Pensavo solo fosse un dato utile
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Utente
Utente
"Un conto è avere disagio con gli altri ma desiderare comunque obiettivi sociali o comunque soffrirne l'assenza anche senza averli mai provati.
Altro è se vorrebbe star sola, e la presenza degli altri contrasta questa aspirazione, per cui le danno fastidio senza che le dia poi fastidio il fatto di non potercisi rapportare."

Quando dice questo, io capisco che intenda che la prima prima parte è caratteristica della fobia sociale mentre la seconda del disturbo schizoide, ma il fatto è che il mio volermi rapportare con gli altri non è quasi mai una vera e propria necessità che sento mia, starei benone anche senza avere nessuno. Se gli amici non mi cercano io quasi mi dimentico di averli. Se io interagisco con gli altri spesso e volentieri è perchè non voglio che gli altri pensino che io non abbia nessuno. La "persona perfetta" che tutto dentro di me mi spinge a diventare è una persona socievole e brillante, con cui tutti vogliono parlare, non di certo una persona che non esce di casa da talmente tanto tempo che nessuno si ricorda più della sua esistenza
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
E allora, se tutto dentro di lei la spinge a diventare socievole e brillante, con cui gli altri parlano etc significa che non le sta bene essere da sola e non avere rapporti. Delle due l'una.
Sta dicendo due cose non conflittuali, ma opposte.
Quindi, così a intuito può voler dire che non c'entrano nulla né la fobia sociale né lo schizoide, ma che quello che descrive sia altro.
D'altronde, l'autodiagnosi di schizoide sarebbe abbastanza assurda.
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Utente
Utente
Grazie per l'aiuto, arrivederci.
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