Borderline e cura
Buonasera a tutti,
Da due settimane ho fatto la mia prima visita col mio nuovo psichiatra, che rispetto ai precedenti mi ha sorpreso in positivo.
Il primo incontro mi ha tenuta praticamente 2 ore e la seconda volta quando sono andata a prendere le ricette mi ha richiesto cose per un altra oretta circa.
Rispetto agli altri mi ha chiesto tante cose, mi ha ascoltato di più e ho capito che ha capito alcune mie perplessità.
Solo che quando sono andata a prendere le ricette ero convinta delle medicine.
Lui mi ha detto che martedì mi voleva sentire telefonicamente per sapere come andava con le medicine.
Io dovevo iniziare ieri.
Solo che ieri l'altro quando ho preso le ricette ero di buon umore.
Poi sono tornata a casa e mi è preso il magone.
Poi ho cambiato idea e ho pensato di star bene.
Poi ho capito che in realtà non stavo bene e che era meglio fare in quel modo.
Poi il giorno dopo da che la sera ero triste e pensierosa, mi sono trovata arrabbiata.
E mi chiedevo "perché devo adattarmi agli altri?
", poi ho iniziato a pensare che gli altri fossero peggiori e più bisognosi di cure di me, e che erano forse più loro sbagliati di me.
Poi ho pensato che qualsiasi psichiatra da medicine a chiunque anche a chi come me non ha problemi.
Poi dopo un po' ho cambiato di nuovo idea perché mi sono detta che ineffetti io un problema forse ce l'ho.
Ieri notte ero agitata, in paranoia ho iniziato a pensare che due amici fossero arrabbiati con me per un post su Facebook dove io avevo espresso un opinione musicale diversa, mi sono alzata alle 5 del mattino nel panico ed ho cancellato il mio commento.
Stamattina mi sono tranquillizzata perché ho parlato con un dei miei amici, che mi ha rassicurata che era tutto ok e che era solo una mia idea e che nessuno era arrabbiato con me.
Ho comprato le medicine stamattina che mi hanno prescritto.
Le ho osservate a lungo ma non riesco a prendere.
Non so cosa mi blocca, forse sono molte, non lo so.
Adesso più che mai in questa situazione ho paura di sentirmi male, avere effetti collaterali.
Ad aggravare tutto oggi mi sono provocata uno strappo mentre stavo facendo esercizi a casa in un momento in cui ero presa bene e devo stare a riposo per un po' perché il mio dottore mi ha detto che mi serviranno una 20ina di giorni a riposo e di stare quanto più ferma possibile.
Ho paura in questi gg di arrabbiarmi ancora di più.
Le medicine che mi ha dato lo psichiatra sono:
Trilafon 2 mg 1 compressa la sera
Gabapentin 3 pasticche da 100
En 5 gocce
A cui a causa dello strappo dovrei aggiungere 3 aulin al gg e altre cose ma sono locali.
Il dottore mi ha detto che se iniziavo la cura dello psichiatra il gabapentin mi avrebbe aiutato a sentire meno il dolore dello strappo.
Sono spaesata, non so cosa fare, ho paura, non mi raccapacito sul come sia possibile che io sia così, non capisco perché, non ho il potere su di me, sul mio umore, sulla rabbia, sulla vita, non comprendo come sia possibile.
Da due settimane ho fatto la mia prima visita col mio nuovo psichiatra, che rispetto ai precedenti mi ha sorpreso in positivo.
Il primo incontro mi ha tenuta praticamente 2 ore e la seconda volta quando sono andata a prendere le ricette mi ha richiesto cose per un altra oretta circa.
Rispetto agli altri mi ha chiesto tante cose, mi ha ascoltato di più e ho capito che ha capito alcune mie perplessità.
Solo che quando sono andata a prendere le ricette ero convinta delle medicine.
Lui mi ha detto che martedì mi voleva sentire telefonicamente per sapere come andava con le medicine.
Io dovevo iniziare ieri.
Solo che ieri l'altro quando ho preso le ricette ero di buon umore.
Poi sono tornata a casa e mi è preso il magone.
Poi ho cambiato idea e ho pensato di star bene.
Poi ho capito che in realtà non stavo bene e che era meglio fare in quel modo.
Poi il giorno dopo da che la sera ero triste e pensierosa, mi sono trovata arrabbiata.
E mi chiedevo "perché devo adattarmi agli altri?
", poi ho iniziato a pensare che gli altri fossero peggiori e più bisognosi di cure di me, e che erano forse più loro sbagliati di me.
Poi ho pensato che qualsiasi psichiatra da medicine a chiunque anche a chi come me non ha problemi.
Poi dopo un po' ho cambiato di nuovo idea perché mi sono detta che ineffetti io un problema forse ce l'ho.
Ieri notte ero agitata, in paranoia ho iniziato a pensare che due amici fossero arrabbiati con me per un post su Facebook dove io avevo espresso un opinione musicale diversa, mi sono alzata alle 5 del mattino nel panico ed ho cancellato il mio commento.
Stamattina mi sono tranquillizzata perché ho parlato con un dei miei amici, che mi ha rassicurata che era tutto ok e che era solo una mia idea e che nessuno era arrabbiato con me.
Ho comprato le medicine stamattina che mi hanno prescritto.
Le ho osservate a lungo ma non riesco a prendere.
Non so cosa mi blocca, forse sono molte, non lo so.
Adesso più che mai in questa situazione ho paura di sentirmi male, avere effetti collaterali.
Ad aggravare tutto oggi mi sono provocata uno strappo mentre stavo facendo esercizi a casa in un momento in cui ero presa bene e devo stare a riposo per un po' perché il mio dottore mi ha detto che mi serviranno una 20ina di giorni a riposo e di stare quanto più ferma possibile.
Ho paura in questi gg di arrabbiarmi ancora di più.
Le medicine che mi ha dato lo psichiatra sono:
Trilafon 2 mg 1 compressa la sera
Gabapentin 3 pasticche da 100
En 5 gocce
A cui a causa dello strappo dovrei aggiungere 3 aulin al gg e altre cose ma sono locali.
Il dottore mi ha detto che se iniziavo la cura dello psichiatra il gabapentin mi avrebbe aiutato a sentire meno il dolore dello strappo.
Sono spaesata, non so cosa fare, ho paura, non mi raccapacito sul come sia possibile che io sia così, non capisco perché, non ho il potere su di me, sul mio umore, sulla rabbia, sulla vita, non comprendo come sia possibile.
[#2]
Già dalla precedente richiesta ha fatto lunghe digressioni sulla terapia farmacologica e sulla sua volontà di non assumerla.
Nel frattempo inquadra la prescrizione a circa due settimane fa che è più o meno il periodo della sua richiesta.
Lei ha questi comportamenti perché ha una diagnosi di disturbo borderline per cui agisce secondo il disturbo che va trattato in modo efficace,
Averla tenuta in ascolto per due ore più un’altra ora evidentemente ha avuto lo stesso effetto di chi l’ha tenuta in ascolto per cinque minuti, tranne che per la sua valutazione giudicante.
Il risultato non cambia lo stesso, lei la terapia non la vuole assumere.
Quindi, deve decidere, senza altre discussioni, se vuole cercare di migliorare dai suoi sintomi o peggiorare nel tempo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Nel frattempo inquadra la prescrizione a circa due settimane fa che è più o meno il periodo della sua richiesta.
Lei ha questi comportamenti perché ha una diagnosi di disturbo borderline per cui agisce secondo il disturbo che va trattato in modo efficace,
Averla tenuta in ascolto per due ore più un’altra ora evidentemente ha avuto lo stesso effetto di chi l’ha tenuta in ascolto per cinque minuti, tranne che per la sua valutazione giudicante.
Il risultato non cambia lo stesso, lei la terapia non la vuole assumere.
Quindi, deve decidere, senza altre discussioni, se vuole cercare di migliorare dai suoi sintomi o peggiorare nel tempo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
Avete perfettamente ragione, non so cosa mi blocca, credo che sia la paura. Anche forse il fatto che non sia una cosa da finire fra un mese mi toglie pazienza, per me sopra un lasso temporale di un mese, vuol dire troppo tempo. Non so ma è come se stessi aspettando qualcuno che mi faccia avere il coraggio al posto mio per iniziare, perché mi pare uno scalino difficile, insuperabile. Lo vedo da alcune cose, che tipo dopo un po' che penso "ora la prendo", mi iniziano già effetti, tipo non mi scende la saliva, oppure mi entra una forte nausea. Lo so penserete che non posso stare male prima ancora di prenderle, eppure io inizio a stare male già
da prima. Ma mi sa che nessuno può darmi coraggio se non lo faccio io. E poi una parte di me non lo accetta e non comprende perché doveva venirmi per forza a me questa cosa, in che anno e a causa di chi?!
Perché io non ho voglia di avere a che fare con questa cosa.
da prima. Ma mi sa che nessuno può darmi coraggio se non lo faccio io. E poi una parte di me non lo accetta e non comprende perché doveva venirmi per forza a me questa cosa, in che anno e a causa di chi?!
Perché io non ho voglia di avere a che fare con questa cosa.
[#4]
Forse "l'attacco frontale" al problema, prenderlo "di petto" - non serve, anzi, solo favorisce l'impulsività.
E' meglio fare le cose una alla volta.
Lei è andata dallo psichiatra, perché ha sentito bisogno, e si è rinata la fiducia, che Le possono aiutare. Non è poco.
Si è trovata bene con lo psichiatra. Non è poco.
Ha avuto diversi stati d'animo, comunque ciascuno di questi è stato superato, e sta andando avanti.
Ha avuto lo strappo muscolare e ora lo sta curando.
Nel frattempo non riesce ad organizzarsi, decidersi per iniziare la terapia farmacologica ?
Bisogna superare questo dubbio, come gli altri avvenimenti e stati d'animo, ad esempio anche accettando che ora non riesce a deciderlo. Bisogna andare avanti senza pensare solo a questo. Arriverà il momento (oggi o domani - questo dipende da Lei), quando Lei sentirà, che può ragionare sopra con più calma.
Allora chiamerà lo psichiatra per spiegare a lui i propri dubbi, perché nella cura di Lei è molto più importante mantenere il contatto con lo psichiatra e coltivare questo contatto come un punto di riferimento stabile, anche se decidesse di aspettare con la farmacoterapia.
Nel corso delle giornate si succedono uno dietro altro diversi stati d'animo. In realtà è normale. Il problema è quando la persona ad ogni questo stato reagisce con una rivalutazione totale di sé e dei propri progetti.
Dunque, non bisogna sopravalutare i piccoli cambiamenti dello stato d'animo, i dubbi e le decisioni del momento. Le vere decisioni maturano man mano. Bisogna avere pazienza, e mantenere il contatto con lo psichiatra come un punto di riferimento.
E' meglio fare le cose una alla volta.
Lei è andata dallo psichiatra, perché ha sentito bisogno, e si è rinata la fiducia, che Le possono aiutare. Non è poco.
Si è trovata bene con lo psichiatra. Non è poco.
Ha avuto diversi stati d'animo, comunque ciascuno di questi è stato superato, e sta andando avanti.
Ha avuto lo strappo muscolare e ora lo sta curando.
Nel frattempo non riesce ad organizzarsi, decidersi per iniziare la terapia farmacologica ?
Bisogna superare questo dubbio, come gli altri avvenimenti e stati d'animo, ad esempio anche accettando che ora non riesce a deciderlo. Bisogna andare avanti senza pensare solo a questo. Arriverà il momento (oggi o domani - questo dipende da Lei), quando Lei sentirà, che può ragionare sopra con più calma.
Allora chiamerà lo psichiatra per spiegare a lui i propri dubbi, perché nella cura di Lei è molto più importante mantenere il contatto con lo psichiatra e coltivare questo contatto come un punto di riferimento stabile, anche se decidesse di aspettare con la farmacoterapia.
Nel corso delle giornate si succedono uno dietro altro diversi stati d'animo. In realtà è normale. Il problema è quando la persona ad ogni questo stato reagisce con una rivalutazione totale di sé e dei propri progetti.
Dunque, non bisogna sopravalutare i piccoli cambiamenti dello stato d'animo, i dubbi e le decisioni del momento. Le vere decisioni maturano man mano. Bisogna avere pazienza, e mantenere il contatto con lo psichiatra come un punto di riferimento.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.7k visite dal 10/04/2020.
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