Aiuto psichiatrico/psicologico per schizofrenia
Salve.
Non so più cosa fare.
Di recente ho inviato un messaggio, che mi è stato giustamente respinto, in cui chiedevo con presunzione un consulto gratuito, senza specificare sintomi e con dati personali neutri.
Questo, per la verità, è perché sono molto schiva, e non volevo mettere online certe informazioni.
È stata vista in me, già da tempo, una forma di schizofrenia.
Non ho più soldi per la psicoterapia.
Sono stata di recente sospesa da lavoro, per motivi che non mi riguardano personalmente, e non riesco a trovarne un altro.
ASL e Consultori sono naturalmente chiusi, in questo periodo.
Non vorrei descrivere in maniera troppo esplicita i miei sintomi.
Come ho già detto, sono molto schiva.
E tuttavia sento la mia mente separarsi giorno dopo giorno, con emozioni e pensieri che non sono i miei, e la realtà che sembra coperta di plastica.
Ma non tutti i miei sintomi sono cronici.
Ma ho paura che lo diventino.
Come temo stia accadendo.
Il mio attuale terapeuta è bravo, e non voglio "sostituirlo".
Per la verità, il suo ascolto per me è fondamentale.
Ma è d'accordo nel farmi seguire da uno psichiatra.
Ho paura di quello che potrebbe accadere.
Non sempre sono lucida.
Non sempre sono padrona della mia mente.
Chiedo scusa per il messaggio precedentemente inviatovi, e scusate anche per tutti gli "Io" sottintesi con cui inizio le frasi, che lasciano trapelare il mio egocentrismo.
Vi ringrazio tutti della lettura.
Non so più cosa fare.
Di recente ho inviato un messaggio, che mi è stato giustamente respinto, in cui chiedevo con presunzione un consulto gratuito, senza specificare sintomi e con dati personali neutri.
Questo, per la verità, è perché sono molto schiva, e non volevo mettere online certe informazioni.
È stata vista in me, già da tempo, una forma di schizofrenia.
Non ho più soldi per la psicoterapia.
Sono stata di recente sospesa da lavoro, per motivi che non mi riguardano personalmente, e non riesco a trovarne un altro.
ASL e Consultori sono naturalmente chiusi, in questo periodo.
Non vorrei descrivere in maniera troppo esplicita i miei sintomi.
Come ho già detto, sono molto schiva.
E tuttavia sento la mia mente separarsi giorno dopo giorno, con emozioni e pensieri che non sono i miei, e la realtà che sembra coperta di plastica.
Ma non tutti i miei sintomi sono cronici.
Ma ho paura che lo diventino.
Come temo stia accadendo.
Il mio attuale terapeuta è bravo, e non voglio "sostituirlo".
Per la verità, il suo ascolto per me è fondamentale.
Ma è d'accordo nel farmi seguire da uno psichiatra.
Ho paura di quello che potrebbe accadere.
Non sempre sono lucida.
Non sempre sono padrona della mia mente.
Chiedo scusa per il messaggio precedentemente inviatovi, e scusate anche per tutti gli "Io" sottintesi con cui inizio le frasi, che lasciano trapelare il mio egocentrismo.
Vi ringrazio tutti della lettura.
[#1]
Salve.
Ci vorrebbe una visita psichiatrica dal vivo. Lei mi spiega che non può farla in questo periodo presso l'ASL. In alternativa, ci sono gli specialisti privati, ma questo, di norma, non è gratuito; a meno che (e non si può scartare a priori questa possibilità), uno specialista privato possa accordare, che Lei paghi non subito, ma quando avrà tale possibilità.
Altrimenti si potrebbe aspettare quando l'ASL riaprirà.
Bisogna che Lei valuti quanto è urgente. Non bisogna sottovalutare la situazione, ma sì scremare certi problemi dagli altri.
Lei scrive: "È stata vista in me, già da tempo, una forma di schizofrenia".
Vuol dire, che Lei convive con le problematiche da Lei descritte già per un certo periodo ? Da quanto tempo ? Quali sintomi sono di vecchia data e quali si sono aggiunti ora ?
Se ho capito bene, ultimamente Lei avverte un peggioramento. E' possibile, secondo Lei, che tale peggioramento sia in funzione delle circostanze esterne ? (la perdita di lavoro, le condizioni economiche, la paura di non poter proseguire la psicoterapia, lo stato generale dell'epidemia e della quarantena,...).
Tali aspetti non sono da sottovalutare, ma possono richiedere un approccio diverso: non necessariamente una cura psichiatrica da intraprendere d'urgenza (tale visita, nel frattempo, si può comunque programmare), ma un sostegno che dia prima di tutto una sensazione di maggiore sicurezza.
Che cosa ne pensa ?
In effetti, Lei ha scritto nel titolo: Aiuto psichiatrico / psicologico ... "
Attualmente Lei prosegue con il Suo psicoterapeuta o pensa di non poter farlo per motivi economici ? Ne ha parlato con lui ?
Ci vorrebbe una visita psichiatrica dal vivo. Lei mi spiega che non può farla in questo periodo presso l'ASL. In alternativa, ci sono gli specialisti privati, ma questo, di norma, non è gratuito; a meno che (e non si può scartare a priori questa possibilità), uno specialista privato possa accordare, che Lei paghi non subito, ma quando avrà tale possibilità.
Altrimenti si potrebbe aspettare quando l'ASL riaprirà.
Bisogna che Lei valuti quanto è urgente. Non bisogna sottovalutare la situazione, ma sì scremare certi problemi dagli altri.
Lei scrive: "È stata vista in me, già da tempo, una forma di schizofrenia".
Vuol dire, che Lei convive con le problematiche da Lei descritte già per un certo periodo ? Da quanto tempo ? Quali sintomi sono di vecchia data e quali si sono aggiunti ora ?
Se ho capito bene, ultimamente Lei avverte un peggioramento. E' possibile, secondo Lei, che tale peggioramento sia in funzione delle circostanze esterne ? (la perdita di lavoro, le condizioni economiche, la paura di non poter proseguire la psicoterapia, lo stato generale dell'epidemia e della quarantena,...).
Tali aspetti non sono da sottovalutare, ma possono richiedere un approccio diverso: non necessariamente una cura psichiatrica da intraprendere d'urgenza (tale visita, nel frattempo, si può comunque programmare), ma un sostegno che dia prima di tutto una sensazione di maggiore sicurezza.
Che cosa ne pensa ?
In effetti, Lei ha scritto nel titolo: Aiuto psichiatrico / psicologico ... "
Attualmente Lei prosegue con il Suo psicoterapeuta o pensa di non poter farlo per motivi economici ? Ne ha parlato con lui ?
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
La ringrazio per la gentile risposta.
Sì, ho subito un graduale peggioramento, da quando ho iniziato la mia attuale psicoterapia.
Non credo che sia però una cosa negativa, è come se alcuni aspetti di me fossero "venuti alla luce", di conseguenza "peggiorati". Come la percezione distorta della realtà, che non è un sintomo cronico.
Di altri che non "sapevo" di avere, invece, ho preso semplicemente coscienza, perché non mi rendevo conto di alcuni atteggiamenti bizzarri che metto in atto da quando ero molto piccola, e che purtroppo intralciano le mie capacità lavorative. Come il fatto che molto frequentamente, per quasi tutto il tempo, non riesco ad essere presente nella realtà, ma mi immobilizzo a fissare il vuoto, per poi ripartire, a volte con gesti alquanto bruschi.
Non appaio agli altri come una persona molto intelligente.
Ciò è avvenuto, credo, a causa del modo in cui vedo il mio terapeuta.
...Non lo vedo come una singola entità, per così dire. (Ma neanche io mi vedo come una singola entità)
Se uso i termini giusti, ho attivato un transfert verso di lui ancora prima di conoscerlo, e questo perché mi sono legata alla sua "immagine" (al modo in cui l'ho visto in un dato istante), come faccio certe volte con persone che neanche esistono, o a volte sono persone vere... Un punto fisso esterno per il mio equilibrio interno. Al quale ho anche dato un nome.
Ma chiaramente, il rapporto analista-paziente non funziona così.
E molte volte, mi viene da dirgli "Ma chi è lei? Dov'è finito l'altro lei?"
E ci sto impazzendo su questa cosa, anche perché si è aggiunto il classico pensiero "Lo fa perché lo deve fare, non gli piaccio, mi odia, non mi capisce ecc." e così lo odio anch'io. Ma a me lui piace. Apprezzo il fatto che non si sia tirato indietro. Le sedute che svolgiamo sono online.
Gli ho già riferito che a breve interromperemo temporaneamente il nostro percorso.
Intanto, cerco di svolgere i compiti che mi affida.
Un'altra cosa che mi preoccupa, è la paura di star simulando involontariamente alcuni sintomi, perché a volte, se leggo di una determinata cosa, o comunque la vedo in altri, finisco per assumerla come atteggiamento proprio, anche se personalmente "non fingo", i sintomi li avverto per davvero.
Per quanto riguarda i Suoi consigli, che ho letto con molto interesse, ho realmente paura di indebitarmi. Una sola seduta, attualmente, posso pagarla, ma non credo lo specialista possa prendere una decisione, o fare un'accurata diagnosi, nell'immediato.
Terrò conto di ciò che Lei mi ha detto, ho apprezzato molto le Sue parole gentili e professionali.
Vedrò dunque di informarmi su uno specialista/psichiatra alla mia portata economica.
La ringrazio ancora.
Sì, ho subito un graduale peggioramento, da quando ho iniziato la mia attuale psicoterapia.
Non credo che sia però una cosa negativa, è come se alcuni aspetti di me fossero "venuti alla luce", di conseguenza "peggiorati". Come la percezione distorta della realtà, che non è un sintomo cronico.
Di altri che non "sapevo" di avere, invece, ho preso semplicemente coscienza, perché non mi rendevo conto di alcuni atteggiamenti bizzarri che metto in atto da quando ero molto piccola, e che purtroppo intralciano le mie capacità lavorative. Come il fatto che molto frequentamente, per quasi tutto il tempo, non riesco ad essere presente nella realtà, ma mi immobilizzo a fissare il vuoto, per poi ripartire, a volte con gesti alquanto bruschi.
Non appaio agli altri come una persona molto intelligente.
Ciò è avvenuto, credo, a causa del modo in cui vedo il mio terapeuta.
...Non lo vedo come una singola entità, per così dire. (Ma neanche io mi vedo come una singola entità)
Se uso i termini giusti, ho attivato un transfert verso di lui ancora prima di conoscerlo, e questo perché mi sono legata alla sua "immagine" (al modo in cui l'ho visto in un dato istante), come faccio certe volte con persone che neanche esistono, o a volte sono persone vere... Un punto fisso esterno per il mio equilibrio interno. Al quale ho anche dato un nome.
Ma chiaramente, il rapporto analista-paziente non funziona così.
E molte volte, mi viene da dirgli "Ma chi è lei? Dov'è finito l'altro lei?"
E ci sto impazzendo su questa cosa, anche perché si è aggiunto il classico pensiero "Lo fa perché lo deve fare, non gli piaccio, mi odia, non mi capisce ecc." e così lo odio anch'io. Ma a me lui piace. Apprezzo il fatto che non si sia tirato indietro. Le sedute che svolgiamo sono online.
Gli ho già riferito che a breve interromperemo temporaneamente il nostro percorso.
Intanto, cerco di svolgere i compiti che mi affida.
Un'altra cosa che mi preoccupa, è la paura di star simulando involontariamente alcuni sintomi, perché a volte, se leggo di una determinata cosa, o comunque la vedo in altri, finisco per assumerla come atteggiamento proprio, anche se personalmente "non fingo", i sintomi li avverto per davvero.
Per quanto riguarda i Suoi consigli, che ho letto con molto interesse, ho realmente paura di indebitarmi. Una sola seduta, attualmente, posso pagarla, ma non credo lo specialista possa prendere una decisione, o fare un'accurata diagnosi, nell'immediato.
Terrò conto di ciò che Lei mi ha detto, ho apprezzato molto le Sue parole gentili e professionali.
Vedrò dunque di informarmi su uno specialista/psichiatra alla mia portata economica.
La ringrazio ancora.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 07/04/2020.
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