Disturbo psicosomatico che provoca rigidità fisica

Buongiorno, presento un disturbo psicosomatico che mi crea una certa rigidità del corpo (in particolare del collo) e dei movimenti, soprattutto in pubblico.
Iniziò tutto dal 3° anno di liceo, quando un mio "amico" iniziò a dire che ero "duro" e a deridere in modo eccessivo e prolungato il modo in cui mi muovevo. Lo faceva davanti a tutti, che trovando divertende la situazione, si univano a lui. Da quel momento mi sono convinto di essere davvero così e ho iniziato a compiere movimenti in modo controllato e "limitato" per evitare gli insulti della gente. Appena mi svegliavo la prima che cosa che pensavo era quella. Pensavo che andando a letto mi sarei rilassato invece la mattina dopo mi ritrovavo sempre nelle stesse condizioni. Il tutto mi ha causato ovviamente stati di depressione e ansia.
Dopo 10 anni di sofferenze mi sono sottoposto ad una terapia cognitiva per circa 6 mesi che mi ha permesso di avere decisivi miglioramenti, ma non una definitiva guarigione. Lo psicologo mi ha detto che il mio difetto era solo frutto della mente e che non si nota nel mio fisico, anzi esternamente appaio come una persona piuttosto rilassata.
In questi anni ci sono state rare situazioni in cui sono riuscito a "sciogliermi" per brevi periodi, tramite la sconferma di un solo pensiero irrazionale.
Una sera ad esempio mi sono sbloccato quando arrivò tra la mia ex compagnia 1 persona con lo stesso disturbo, ma decisamente più evidente e amplificato, quindi l'attenzione dei presenti si diresse verso di lui e improvvisamente mi sentii più libero, anzi stavo benissimo! Ma il fatto è che il giorno dopo mi risvegliai con lo stesso problema, come se il pensiero che mi avesse sbloccato la sera prima, non fosse stato più efficace. Mi capitò la stessa cosa anche pochi giorni fa.
In pratica vorrei chiedere gentilmente, cosa mi succede nel cervello che mi impedisce di muovermi liberamente e a cosa potrei pensare per sbloccarmi completamente. Inoltre dato che in questi anni mi è già capitato di incontrare alcune persone col mio stesso disturbo, se ha un nome o viene generalizato come semplice disturbo psicosomatico. La vostra risposta mi potrebbe essere davvero d'aiuto a terminare quest’agonia e riiniziare a vivere!!!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

ha mai avuto un trattamento farmacologico per il suo disturbo oppure ha fatto solo la psicoterapia?

Mi pare che sei mesi di psicoterapia siano un po' pochi e non siano stati risolutivi.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

questo sembra più un disturbo ossessivo che non un disturbo di somatizzazione, come probabilmente aveva inquadrato la psicoterapeuta cognitiva.
Ci sono terapie specifiche per queste condizioni, compatibilissime e anzi indicate in associazione alle psicoterapie come quella da lei fatta.

Dr.Matteo Pacini
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Vi ringrazio per le risposte immediate.
Non ho mai fatto una cura farmacologica inoltre dagli esami fatti con lo psicologo non ero risultato essere ossessivo-compulsivo.
Inizialmente pensavo di avere quel tipo di disturbo,ma avendo consultato due psicologi (uno sul web l'altro in uno studio) che me l'hanno sconfermato, ho iniziato a cambiare idea...Sinceramente col passare degli anni ho smesso di pensare in modo ossessionato di essere incapace a muovermi, semplicemente mi si è irrigidito il collo e non sono più riuscito a rilassarmi come una volta.
Se il mio problema fosse solo quello di eliminare un pensiero, penso ora di esserne in grado. Il fatto è che non so quale pensiero eliminare. Non ho ancora capito perchè il mio corpo reagisce così.E' una situazione davvero particolare. Voi cosa mi consigliate?
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Cioè eliminare di pensare di essere rigido quando mi sento il collo effettivamente così, mi è alquanto difficile,capite? In pratica, non è come smettere di lavarmi continuamente le mani...
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

chiariamo subito che le consulenze on web non sono indicative di diagnosi.
Oltretutto, se ancora non ha sentito il parere di uno psichiatra forse, a questo punto, sarebbe meglio sentirlo.

Infatti, oltre la diagnosi e' possibile anche un trattamento che puo' essere introdotto una volta compresa l'entita' e le manifestazioni del suo disturbo.
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Va bene, la ringrazio per il consiglio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
No no, vedo che già ha imboccato la via in cui il sintomo "c'è".
Se il disturbo è quello che sembra, il meccanismo è tale per cui pensando in continuazione ad una cosa questa diventa un elemento di pensiero forte. Nel caso si tratti di un sintomo corporeo, all'inizio può esserci una cosa minima o nulla, e poi che quando si è ansiosi si è un po' rigidi e legnosi è cosa che hanno tutti, il problema è che concentrandosi in maniera stabile è come se si si lasciasse sempre aperto il canale con cui il cervello sta attento a quella zona del corpo. Come se si amplificasse il segnale che proviene da quella zona. Si ottiene, anche se non c'è niente, un "rumore di fondo".
Alla lunga le persona non si presentano dicendo "io ho l'ossesione di avere - per esempio - un peso intestinale oppure un problema di equilibrio" ma si presentano dicendo "ho un peso intestinale" che mi provoca ansia etc, perché ormai è come se esistesse un problema corporeo.
Di solito uno psichiatra riesce a identificare questa condizione. Ci vada e si faccia valutare.
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
La ringrazio per il consulto che ritengo molto utile.
Le chiedo solo una cosa: ma la terapia cognitiva non potrebbe essere efficace allora a chiudere quel canale con cui il cervello sta attento continuamente a quella zona del corpo?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

sembra che lei abbia una certa resistenza ad effettuare una visita psichiatrica.

Se fino ad ora non ha ottenuto benefici, vanno considerati i vari aspetti diagnostici e, conseguentemente, i trattamenti da applicare nel suo caso.

Si puo' anche rispondere alla sua domanda in maniera generica, ma chi ci dice che lei ha una condizione di eleggibilita' alla psicoterapia?

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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Inoltre quel "rumore di fondo" di cui parla lei è proprio la sensazione che provo in questi giorni. Mi trovo in uno stato che non riesco bene a comprendere. Avendo sconfermato parecchi pensieri irrazionali, non avverto una grande rigidità, sono in una situazione in cui non riesco a fare quel salto di qualità per stare davvero bene con me stesso. Forse è un qualcosa che rigurda il mio subconscio. Posso dire che talvolta di mattina quando mi trovo in "dormiveglia" mi capita di eliminare questo "background", ma dura pochissimi secondi...è come se per per certi attimi riesco a rendermi conto dello stato assurdo in cui mi trovo.
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
La terapia che ho effettuato mi ha dato dei buoni risultati, ma non definitivi.
La resistenza a un'altra serie di terapie è più che ammissibile, non è bello andare a raccontare i miei fatti personali a tutti e spendere altro tempo (perchè si sa che la tirano un po' alla lunga) e soldi.
A questo punto se lo psicologo che ho consultato mi ha detto che posso farcela anche da solo, sto anche 1 po ad ascoltare lui (scusi il modo con cui l'ho detto!).
Le posso assicurare che se mi rispondesse anche in maniera generica mi sarà sicuramente d'aiuto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Sì, psicoterapia cognitivo-comportamentale e farmacoterapia (associate) mirano allo stesso obiettivo finale.
La sequenza corretta è farmacoterapia e psicoterapia, in parallelo o prima la prima e poi la seconda.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Non concordo. Nelle malattie non ce la si fa da soli. Se mai alcune passano da sole. Questa non sembra proprio, qualunque cosa sia.
la diagnosi non è stata fatta.
La conclusione a cui è giunto è di per sé assurda.
In qualche modo ma si curi da qualche psichiatra e soprattuttto si faccia guidare ad un medico. Non stia lì a rifletterci ulteriormente,
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
gentile utente,

il 90% degli psicologi sostiene che ce la si può fare "da soli" generando false aspettative. In realtà anche andando dallo psicologo non si e' "da soli" ma con un'altra persona.
Ad ogni modo la sua resistenza e' per lo psichiatra e non per altre figure che però fino ad ora non le hanno apportato alcun miglioramento.

Lei e' libero di decidere ma deve sapere che le sue false convinzioni, anche indotte, non la portano a nessuna soluzione.

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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
La mia resistenza consiste nel fatto che la mia terapia non l'ho ancora terminata del tutto e mi sembra un po troppo precipitoso riiniziare subito un nuovo percorso.
Inizialmente mi avevano consigliato di andare dallo psicologo quindi senza pensarci troppo ho contattato quella figura.
Lui mi ha detto che il mio disturbo è il risultato di pensieri irrazionali, ma non ho capito bene il meccanismo che crea questa situazione. Ho chiesto consiglio a voi solo per avere informazioni in più, utili ad un'eventuale guarigione dato che vedo che miglioro giorno dopo giorno.
Ovviamente se tra un mese vedrò che sarò ancora così, contatterò senz'altro uno psichiatra.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
E' un ragionamento completmente sbagliato quello su come fare le cure, che non dovrebbe fare Lei ma un medico.

Non vedo perché lasciar passare del tempo prima di curarsi, ma la scelta è sua.

L'interpretazione "da dove viene" mi sembra oziosa. Viene dal cervello. Formalmente non consiste di pensieri irrazionali, spesso sono pensieri iper-razionali, o semplicemente un eccesso di analisi di sé e del mondo.
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Ho capito, vi ringrazio per la disponibilità! Vi auguro una buona giornata!