Famiglia maschilista

Buonasera, sono una ragazza di 26 anni.
Vivo con i miei genitori e con mio fratello maggiore, e sono fidanzata da 7 anni.
Fin da piccola ho avuto diversi divieti e regole che hanno limitato (col senno del poi, io penso) la mia capacità relazionale con gli altri (non ho tanti amici e amiche e credo di avere dei problemi relazionali, ho difficoltà a legare con gli altri).
I divieti riguardavano principalmente le uscite: una volta a settimana prima, massimo 2/3 volte a settimana dopo, verso i 20 anni.
Le regole riguardavano gli orari, il telefono.
Non dico che la mia situazione è grave: vado all'università, esco senza troppi problemi, gli orari sono più flessibili (cose che ho vinto io nei primi anni dopo i 18), ma ci sono sempre delle discussioni in merito al mio diritto di poter fare le cose, sembra che io debba sempre chiedere il permesso (come fare un weekend), o debba consultare loro per ogni cosa che faccio per avere conferma.

La mia domanda è: come posso fare in modo che la mia famiglia mi prenda in considerazione, e mi prenda sul serio, che mi veda come una persona e non come la "piccolina di casa" che deve ancora crescere e imparare?
Voglio che le mie idee e i miei desideri siano rispettati.

Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Di solito queste cose avvengono perché ci si rende indipendenti, materialmente, o perché ci si lega ad altre regole dei nuovi contesti in cui si vive lavora etc.
Bisognerebbe capire che valore hanno questi divieti, visto che a questo punto non ne hanno più in senso educativo. Sono divieti "ansiosi", sono divieti che rispondono a qualche codice di tipo religioso etc.
Inseriva però questo consulto in un sito medico esattamente perché pensa che qualcuno abbia qualcosa di psichiatrico ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Solo ora mi rendo conto di aver inserito il consulto nella categoria "psichiatria", ma è stato un errore. Mi scuso. Dovrei riproporre il consulto nella categoria psicologia?

Comunque io penso che loro mi considerino ancora piccola, una "bambina" che deve sempre imparare in quanto la più piccola, appunto, della famiglia, pensando che tutto ciò che dicono e pensano sia migliore per me solo perché lo pensano loro. Credo influisca anche una mentalità chiusa, che considera la donna inferiore che deve stare a casa, fare ciò che le viene detto dall'uomo.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, penso anch’io che alle spalle di tanti divieti e consigli ci sia una mentalità chiusa e una visione antiquata del ruolo della donna. Difficile cambiare .. loro.. mentre sarebbe bene che Lei si proponesse diversamente. Che facoltà’ frequenta? Penso che a 26 anni la laurea sia vicina, le consiglio di velocizzare i tempi in modo che presto sia possibile entrare nel
mondo del lavoro.. avere anche i propri soldi e un impegno lavorativo la farebbe uscire da questo ruolo di .. piccolina .. di casa, quella da educare , proteggere, guidare. A livello inconscio questo sguardo sulla situazione mantiene gli altri nel ruolo che amano, nel ruolo in cui il tempo NON passa , essere genitore per sempre, fratello maggiore per sempre.. Dia una svolta alla situazione carissima, dimostrando coi fatti che Lei è’ grande, stimata, in gamba.. Coraggio,ci
metta l’impegno e il desiderio di essere adulta.. Restiamo in ascolto..