Il parkinson ma il problema più grosso

Gentili dottori e/o professori scrivo riguardo un grosso problema che ha mia madre di anni63 da 5 anni circa ha il parkinson ma il problema più grosso e la depressione ammeso che sia questa.Perchè dico ammesso, entra ed esce da cliniche cambiando mille terapie sembra riprendersi all'inizio ma quando torna a casa dopo 24 ore circa ci risiamo.Il parkinson è sotto controllo è agli inizi e non sembra peggiorare almeno non velocemente,ha fatto tutti gli esami possibili e immaginabili ma non riusciamo a venirne fuori.
Lei soffre molto e alterna momenti di desiderio di guarigione ad altri di morte,ma noi familiari soffriamo con lei perchè assistiamo impotenti,sembra resistere a tutte le trerapie e passa quel tempo che si trova a casa, sul divano a lamentarsi di confusione mentale mancanza di concentrazione, sensazione di impazzire e molte altre ancora.Vorrei avere un'aiuto da voi non so più che fare la mia vita e quella dei miei familiari è diventata impossibile.
Attendo con ansia una vostra risposta grazie!
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Gentile utente,
sarebbe utile sapere qualcosa di più riguardo alla storia clinica di sua madre, per esempio se in passato, prima di ammalare di parkinson, aveva avuto episodi depressivi, e poi la terapia consigliata attualmente.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie per la tempestiva risposta, la risposta e si ha già avuto episodi di depressione ma sempre superate e di breve durata (questo a causa di un'intervento chirurgico)gimbalta duloxetina 60mg 1 al di, lorazepam 2,5 3 al di, lirica 50mg 3 al di, lometazepam gocce 20 sera, felison 30 mg sera,madopar per parkinson non so ancora il dosaggio. Attualmente si trova ancora in clinica a monza (villa serena) dopo essere uscita da un'altra (villa s.benedetto)
So ad oggi che modificheranno per l'ennesima volta la terapia daltronde....anche se qui a monza si sono sbilanciati dicendo che come terapia non era granche.Spero di non annoiarla ma non e facile spiegare 5 anni e più in un messaggio.La ringrazio per l'attenzione e attendo possibilmente un commento cordiali saluti.





















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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Gentile utente,
posso immaginare il dolore provocato dalla malattia di sua madre.
Spesso il parkinson è associato a depressione dell'umore su base endogena, alla quale si sommano spesso ansia e agitazione. Come ben saprete alcuni farmaci sono controindicati per i loro effetti anticolinergici. Purtroppo le benzodiazepine: Lorazepam, Lormetazepam, Felison, per citare quelle che assume la sua mamma, danno facilmente assuefazione e dopo un po' di tempo perdono efficacia.
Gli antidepressivi (come la Duloxetina, ma anche gli inibitori della ricaptazione di serotonina come gli SSRI, che immagino siano già stati provati), possono essere efficaci, ma richiedono tempo per agire: minimo tre settimane a dosaggio pieno (si inizia aumentando la dose gradualmente), e se non funziona si aumenta la dose fino alla massima tollerata. Se non c'è risposta dopo altre 3-4 settimane si cambia il farmaco.Come vede, i tempi sono molto lunghi e in genere superano quelli del ricovero.
Quando sua mamma torna a casa, la terapia è stata impostata, ma ha appena cominciato a funzionare. La mamma, fuori dall'ospedale, si sente meno protetta, voi vi angosciate e lei sta peggio.
Sarebbe utile verificare se a Monza ci siano possibilità di supporto per voi familiari e per la mamma, magari chiedendo informazioni al reparto neurologico o all'associazione parkinsoniani. Confrontare le esperienze con altri familiari, inventarsi qualcosa che spezzi l'isolamento della famiglia, come assistenti domiciliari una volta alla settimana per la cura della persona, massaggi o altro (all'inizio ci sarà un rifiuto, bisogna insistere). Miracoli no, ma qualche miglioramento ci può essere, soprattutto per voi familiari.
Cordiali saluti
[#4]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie infinite per l'incoraggiamento infatti non aspettiamo il miracolo ma un po di "tranquillità" grazie ancora per la gentilezza cordiali saluti.
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentile dottoressa, le scrivo ancora riguardo mia mamma.Sono stato in clinica villa Serena di Monza dovve mia mamma è attualmente ricoverata, la dottoressa che l'ha sotto cura oggi ha parlato della seguente diagnosi Isterismo. Ha aggiunto che purtroppo non si può fare niente che dobbiamo rassegnarci.Possibile che se questa è la vera diagnosi non ci sono speranze? gli ha tolto tutti gli antidepressivi o meglio ne viene somministrato uno nuovo soltanto dicendo che se non fa effetto questo, non fa effetto nessuno (parole della dottoressa)non so ancora di che farmaco si tratta.Mia madre sta molto male continua a piangere dicendo che vuol tornare a casa ma sappiamo bene quel che succederebbe .Ha gentilmente qualche consiglio? grazie anticipate per l'interessamento cordiali saluti.
[#6]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
La diagnosi di isteria non si usa in psichiatria. Nel DSM IV-R si parla di Disturbo Istrionico di Personalità, ma non risponde alle caratteristiche di quello di sua mamma.
In 5 anni sarà stata sottoposta a colloqui, test di valutazione della depressione, test neuropsicologici per escludere deterioramento mentale, una diagnosi l'avranno pur fatta.
L'unico antidepressivo che sua mamma assumeva era la duloxepina, gli altri erano ansiolitici, che spero non abbiano sospeso all'improvviso, perché la paziente può presentare un'accentuazione dell'ansia.
Non sto dicendo che non si dovevano sospendere, anzi, il ricovero può essere una buona occasione per disintossicarsi, purché la riduzione sia graduale.
Ribadisco quanto ho detto prima: tra l'ospedale e la casa ci sono realtà intermedie, ma in Italia sono distribuite a macchia di leopardo e sta alla buona volontà di chi assiste trovarle: centri diurni psichiatrici, corsi di danza e ginnastica per parkinsoniani, incontri con associazioni di familiari. Una rete di supporto, insomma.Basterebbero un paio d'ore alla settimana per cambiare qualcosa, naturalmente aiutati dalla terapia farmacologica.
Cordiali saluti
[#7]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie ancora per l'attenzione che ha dimostrato Mi auguro vivamente, che la situazione si risolva nel migliore dei modi, prima di tutto per la sofferenza di mia mamma, e poi la nostra come familiari.Spero di poterle scrivere presto qualcosa di positivo...grazie ancora e buon lavoro!
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