Disturbo bipolare separazione dalla famiglia
Buongiorno ho 5x anni e soffro da oltre 30 anni di disturbo bipolare tipo 1, l'ultima crisi maniacale risalente all'estate 2019 mi ha costretto ad allontanarmi dalla mia famiglia.
In particolare mia moglie e mia figlia non vogliono che torni a casa perchè spaventate da quanto successo l'anno scorso.
Durante una cerimonia ho insultato con toni aggressivi mia moglie, davanti ad alcuni invitati, con la quale da mesi c'era ormai un rapporto conflittuale dovuto al mio disturbo che mi porta nelle fasi depressive a stare buttato sul divano per mesi, cosa che lei sicuramente non sopporta più.
Attualmente mi trovo ad abitare da solo in un piccolo appartamento a 100 km di distanza dalla mia residenza abituale.
Sono ormai circa sei mesi che sono qui ed ho avuto giusto qualche sporadica visita di qualche fratello e di qualche amico, per il resto vivo in solitudine passando il tempo fra Tv e Pc.
Gli altri contatti che mi restano sono solo telefonici con mia moglie e i miei figli che comunque non ne vogliono sapere che io torni a casa.
Questa per me è una situazione alquanto difficile al punto da non sapere più come comportarmi sia con la mia famiglia sia con me stesso in quanto ho paura di creare ancora problemi a casa, e per quanto riguarda me dovrei cercare qualcosa da fare ma sono in una condizione tale che mi vergogno anche a chiedere un lavoro perchè so in anticipo, come ormai è successo spesso, che non sarei in grado di lavorare con costanza e impegno e come spesso mi è successo altre volte abbandonerei il lavoro o verrei licenziato.
Ci tengo a dire che sono seguito da un CIM e seguo le cure, ma mi spaventa il fatto di stare isolato in questo posto.
Sono consapevole comunque che il peso della mia malattia in tutti questi anni è stato enorme soprattutto per mia moglie.
Vorrei un vostro parere per quanto riguarda lo stare soli in questi casi ed avere qualche consiglio che possa darmi una spinta per sbloccare una situazione nella quale attualmente non vedo via d'uscita.
Vi ringrazio anticipatamente e Vi porgo i più cordiali saluti.
In particolare mia moglie e mia figlia non vogliono che torni a casa perchè spaventate da quanto successo l'anno scorso.
Durante una cerimonia ho insultato con toni aggressivi mia moglie, davanti ad alcuni invitati, con la quale da mesi c'era ormai un rapporto conflittuale dovuto al mio disturbo che mi porta nelle fasi depressive a stare buttato sul divano per mesi, cosa che lei sicuramente non sopporta più.
Attualmente mi trovo ad abitare da solo in un piccolo appartamento a 100 km di distanza dalla mia residenza abituale.
Sono ormai circa sei mesi che sono qui ed ho avuto giusto qualche sporadica visita di qualche fratello e di qualche amico, per il resto vivo in solitudine passando il tempo fra Tv e Pc.
Gli altri contatti che mi restano sono solo telefonici con mia moglie e i miei figli che comunque non ne vogliono sapere che io torni a casa.
Questa per me è una situazione alquanto difficile al punto da non sapere più come comportarmi sia con la mia famiglia sia con me stesso in quanto ho paura di creare ancora problemi a casa, e per quanto riguarda me dovrei cercare qualcosa da fare ma sono in una condizione tale che mi vergogno anche a chiedere un lavoro perchè so in anticipo, come ormai è successo spesso, che non sarei in grado di lavorare con costanza e impegno e come spesso mi è successo altre volte abbandonerei il lavoro o verrei licenziato.
Ci tengo a dire che sono seguito da un CIM e seguo le cure, ma mi spaventa il fatto di stare isolato in questo posto.
Sono consapevole comunque che il peso della mia malattia in tutti questi anni è stato enorme soprattutto per mia moglie.
Vorrei un vostro parere per quanto riguarda lo stare soli in questi casi ed avere qualche consiglio che possa darmi una spinta per sbloccare una situazione nella quale attualmente non vedo via d'uscita.
Vi ringrazio anticipatamente e Vi porgo i più cordiali saluti.
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Gentile utente,
Non ho capito però quale possa essere la domanda. Sta parlando di conseguenze particolari come conseguenza degli episodi del suo disturbo. Ma che significa "consigli per sbloccare una situazione", non vedo cosa possa voler dire concretamente. Mi sembra che il problema sia ancora il controllo del dlsturbo, il presupposto è questo.
Non ho capito però quale possa essere la domanda. Sta parlando di conseguenze particolari come conseguenza degli episodi del suo disturbo. Ma che significa "consigli per sbloccare una situazione", non vedo cosa possa voler dire concretamente. Mi sembra che il problema sia ancora il controllo del dlsturbo, il presupposto è questo.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Si, conseguenze particolari come conseguenza degli episodi del disturbo, nello specifico volevo sapere se ritiene che la persona con disturbo bipolare (in questo caso tipo 1) possa peggiorare il suo stato di salute se costretto a vivere in una condizione di isolamento (vedo la mia famiglia ogni 15 gg per qualche ora) come quella descritta sopra. Attualmente non sto lavorando e mi trovo in una stato di apatia totale, spesso faccio fatica ad uscire sia per provare a cercare lavoro che anche solo per fare la spesa.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.9k visite dal 17/01/2020.
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