Ripresa cura venlafaxina 150mg con samyr 400

Salve dottori, da ormai sei anni ho scoperto di essere molto predisposto a problemi psichiatrici, riguardanti soprattutto ansia, depressione e ossessioni, con annessa ipocondria.
L'esperienza ed anche la psicoterapia effettuata nel corso del tempo, mi hanno aiutato moltissimo a capire le origini del mio male, a conoscermi meglio e a comportarmi in modo tale da non dare legna da ardere a questa mia fragilità e se vogliamo anche predisposizione genetica.
Una grande mano, nei momenti critici me l'ha data la venlafaxina, presa al massimo a 150mg, senza alcun benzodiazepina associata o integratori.
Grazie al farmaco sono stato messo in condizioni di tornare a vivere una vita normale e di cancellare qualche sintomo, che mi tornava a far visita quando purtroppo succedevano vicende casuali, che mi mettevano in stato di agitazione e che purtroppo non ero in grado di controllare fermamente.
Specifico che sono riuscito anche ad abbandonare senza conseguenze negative il farmaco per tempi neanche brevi.
Il farmaco e i classici tempi, mi hanno sempre messo in sesto, facendomi sempre riprendere al massimo delle mie forze.
Attualmente, mi ritrovo un po' in una situazione non perfetta: la vigilia di capodanno stavo bene, ma mi è capitato di alzare un po' troppo il gomito, avevo assunto la capsula da 75mg 12 ore prima di iniziare a bere e il giorno dopo ho assunto la capsula la sera, dopo ben 21 ore dopo l'ultimo bicchiere.
Dopo 2 gg in cui erano evidenti i sintomi della sbornia, ho iniziato a notare che c'era qualcosa che non andava, ossia mi sentivo un po' più rallentato, privo di una fetta importante di energia, motivazione, piacere, un po' teso, sonno disturbato, testa intontita.
Erroneamente viste le mie esperienze passate, inizio l'assunzione di due capsule da 75mg per pochi giorni e poi mi rivolgo al mio psichiatra dopo le ferie.
Gli dico tutto, pongo i miei quesiti sul perché stessi così, perché non c'erano stati problemi gravi, se non l'effetto dell'alcool, che sapevo potesse dare un effetto deprimente, ma che in passato in altre sporadiche bevute, non mi aveva mai dato, anche se effettivamente l'ultima è stata più forte.
Mi dice che sicuramente l'alcool ha influito negativamente, che il terreno era probabilmente fertile anche per il semplice stress pre esami e che il tutto può aver avuto possibili ricadute sulla mia sfera sintomatologica.
Mi prescrive di continuare con i 150mg di venlafaxina e in più Samyr 400mg a compresse.
Al momento saranno una decina di giorni che assumo 150mg di venlafaxina e 4 gg il samyr.
Noto ancora una leggera astenia e apatia, irritabilità, difficoltà a reggere la confusione e lo stress, motivazioni e piacere un po' ridotti, testa intontita, appetito non alto, ma mi godo parecchio ciò che mangio, anche in buone quantità.
Insomma una situazione non grave, ma non ottimale.
Mi sembra di aver vissuto lievemente qualche effetto collaterale della venlafaxina all'aumento di dosaggio e ora essere in stallo.
Vi chiedo un parere generale
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Secondo me il problema di fondo è che la cura funziona, e probabilmente funzionerà anche stavolta, ma il concetto che ha del disturbo magari va rivisto. Comprendere le cause non risulta essere un meccanismo di fuoriuscita dal problema, né che esistano cause, in senso psicologico almeno. I sintomi sono psicologici.
Magari semplicemente ha un disturbo, lo cura efficacemente, poi tolta la cura torna dopo un po'.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Salve dottore e la ringrazio per la celere e precisa risposta,
le spiego meglio la mia storia e l'attuale situazione. Circa sei anni fa, ero seduto a tavola e dal nulla mi venne un attacco di panico, che fu il preludio a mesi di forte ansia generalizzata, fino ad allora avevo sperimentato l'attacco di panico solo in maniera singolare, a causa di una vicenda circostritta e quindi reattiva, senza alcun strascico. Dopo aver retto per circa 3 mesi quest'ansia generalizzata (senza attacco di panico) probabilmente scaturita a causa del forte stress lavorativo e un'idea forte di mancata realizzazione, dopo cure non efficaci, inizio a deprimermi per la mia situazione fisica ed ai sintomi ansiosi, si uniscono quelli depressivi. Mi reco al centro di salute mentale e dopo aver provato la paroxetina, che curava bene l'ansia, ma non la depressione, il mio psichiatra mi prescrive la venlafaxina 150mg a rilascio prolungato, la quale mi riporta in sesto, facendomi riprendere una vita normale. Chiaramente siamo andati sempre cauti, con lo scalare il dosaggio e ci siamo spesso riusciti. La causa che mi ha fatto riprendere l'antidepressivo in più occasioni, è stato il fatto di vivere vicende pesanti, impreviste, pericolose, che in me hanno suscitato ansia e ossessione in maniera accentuata e di conseguenza mi hanno fatto rivivere determinati sintomi, che sono stato costretto ad eliminare con l'antidepressivo, abbinato ovviamente al fatto che la problematica esterna si fosse in qualche modo risolta. Per essere più preciso, nonostante mi sentissi tranquillo per la problematica esterna risolta, avvertivo le conseguenze di quei giorni di forte ansia (anche pochi) sul mio corpo: come apatia, astenia, poca energia, umore un po' giù, intontimento. Riassumendo l'antidepressivo, l'ho sempre ripreso per ristabilire una situazione ottimale, che si era compromessa a causa di una mia reazione ansiosa (o deprimente) ad una vicenda casuale (su questo so che si dovrebbe lavorare con la psicoterapia). Come già detto, il farmaco è il dosaggio che fino ad oggi mi ha ristabilito completamente, è stata la venlafaxina a 150mg, rilascio prolungato. La mia ipocondria, ma anche curiosità, mi hanno fatto pensare alle possibili interazioni tra etanolo e venlafaxina, ma anche al perché dopo aver alzato il gomito, mi stia sentendo non propriamente bene, perché non sembra una coincidenza che si sia passati da stare al 100% a non star più al 100%, dopo aver esagerato un po' con l'alcool. Infatti vorrei se possibile, che mi fosse spiegato cosa possa essere successo con un'ingente quantità di alcool, associata ad una cura con venlafaxina e se il tempo per notare il netto miglioramento sia sempre il solito, anche se prima di assumere 150mg se ne assumevano 75mg. Grazie in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
"Riassumendo l'antidepressivo, l'ho sempre ripreso per ristabilire una situazione ottimale, che si era compromessa a causa di una mia reazione ansiosa (o deprimente) ad una vicenda casuale (su questo so che si dovrebbe lavorare con la psicoterapia)"

Ecco, proprio questo sto dicendo che non funziona. Che il farmaco debba ristabilire l'equilibrio da una crisi e poi si toglie e lavora con la psicoterapia. No, il farmaco è una terapia che può funzionare e anzi si spera funzioni anche sulla prevenzione delle ricadute, o tenga controllato il disturbo per tutto il tempo in cui esso sarebbe altrimenti "attivo".
Mettere e togliere una cura significa semplicemente perdere l'effetto, lasciar spazio alle ricadute e attraverso esse anche all'aggravamento del disturbo in sé.

La visione che ha è molto "esogena", cioè ispirata all'idea che una volta risolto il grosso, poi si debba lavorare su fattori esterni e su fattori interni ma con altri mezzi, ma non risulta che funzioni così.
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Utente
Utente
Grazie per il proficuo interessamento,
Le chiedo scusa, perché mi sono spiegato male. L' antidepressivo (venlafaxina) per questi 6 anni circa, l'ho sempre assunto anche a dosaggi di 37.5. Quando intendevo dire "togliere" , intendevo "scalarlo" , mi scuso se non sono stato chiaro. Solo una volta abbiamo provato ad eliminarlo del tutto e le cose andavano bene, fino a quando sfortunatamente si è presentata la classica vicenda incontrollabile ed ansiogena, che mi ha portato a rialzare il dosaggio. Anche quando ero a dose piena, tipo 150mg, mi è capitato di vivere vicende ansiose e di avvertire qualche problema, ma spesso contenuto e rientrato dopo poco. Il mio psichiatra ha sempre avuto una linea molto conservativa, non facendomi mai abbandonare il farmaco, se non solo in una circostanza, per circa 6 mesi. Le sottolineo che ho fatto un po' di psicoterapia che mi ha aiutato. Quindi non credo e mi corregga se sbaglio, che la mia situazione sia quella di chi abbandona il farmaco in maniera grossolana, anche perché in 6 anni l'ho sempre assunto, tranne per pochi mesi, in cui le cose andavano comunque bene, ma sfortunatamente si è presentata la classifica vicenda gestita male. Ovviamente so e l'ho sperimentato, che essendo coperto dall'antidepressivo, prevengo le ricadute e attenuo sintomi in situazioni ansiogene /depressive. Sono d'accordissimo con lei dottore. Questa volta io stavo assumendo 75mg, le cose andavano bene sia dal punto di vista sintomatologico che psicologico, ma dopo aver bevuto un po troppo ho notato qualche disturbo, il che mi è difficile vederla come una coincidenza. Infatti era su questo che volevo, se possibile, chiederLe un parere, su quale effetto possa aver avuto l'etanolo sul mio caso (considerandola un'ipotetica causa).
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Si sta concentrando su un falso problema. Il concetto è che un farmaco funziona a determinate dosi, sia in senso preventivo che sulla fase acuta. Disimpegno grossolano o meno, il risultato finale è che si scoperti. Se si soffre di un disturbo che è sempre attivo, si ripresenterà.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
ho perfettamente capito ciò che vuole dirmi. Passando alla situazione attuale, cosa si sentirebbe di dirmi? Le ripeto, io stavo bene, non avvertivo alcun sintomo ed ero coperto da 75mg di venlafaxina. In maniera molto coincidente, con l'assunzione di un alcolico (prosecco), in dosi discretamente elevate, ho iniziato nei giorni successivi ad avere la sensazione, (che poi si è confermata realtà) che ci fosse qualche disturbo psichiatrico legato al mio problema di sottofondo, oltre i classici sintomi della sbornia che sono passati nel giro di 48 ore. Non appena ho avvertito queste sensazioni, sono passato ai 150mg, che assumo da 10gg circa. La sintomatologia è questa: avverto un po' di angoscia o leggerissima ansia di sottofondo, che non mi crea grossi problemi, ma avverto che c'è, perché la sera sono molto più rilassato della mattina, in cui avverto un po' più di "nervi tesi"; energia e tono dell'umore non alti, cioè mi sento svogliato, riesco ad adempiere ai doveri, ma con efficienza appena sufficiente e con molta fatica, senza molta intraprendenza; testa un po' intontita, appesentatita; appetito un po' sfasato nell'intensita' e nei tempi (stranamente mi capita dopo cena, verso le 23.30 di avvertire una strana sensazione di fame, nonostante abbia mangiato parecchio), sonno da valutare meglio perché, sono due pomeriggi che non dormo e la notte faccio fatica a prendere sonno, con molti risvegli notturni (tanti e di breve durata ). A volte mi viene da pensare che possa essere un effetto collaterale dell'aumento del dosaggio, ma ricordo di non aver mai avuto problemi del genere passando da 75mg a 150mg. Vorrei un suo parere sulla possibile responsabilità dell'etanolo e un po' sul quadro generale. La ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Mi ripeto, perché non ha capito.
Ancora continuiamo a parlare del prosecco.
Aveva una cura sottodosata.
E' ricaduto.
La cosa non stupisce. Questo è quanto.
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Utente
Utente
Grazie dottore per l'interesse e l'ulteriore precisione, ho capito meglio ciò che vuole dirmi. Per quanto riguarda gli effetti benefici della terapia, dovrò attendere la solita tempistica, per notare un netto miglioramento? In questa occasione è la prima volta che mi viene prescritto, in aggiunta alla venlafaxina e quindi come coadiuvante, il Samyr 400mg (compresse). Che particolare azione terapeutica, ha la metionina?
La ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Nessuna particolare azione, è un antidepressivo dalla potenza limitata.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
noto in effetti un effetto positivo dopo l'assunzione di una compressa di Samyr 400mg, non così forte come quella di un antidepressivo, ma comunque di aiuto al momento, considerando che la assumo da 7gg circa. L'effetto positivo e stabilizzante della venlafaxina quando dovrei averlo? Assumo 150mg da 10gg circa, con assunzione precedente di 75mg, come le ho detto. Il Samyr non influenza negativamente l'azione meccanica della venlafaxina, giusto?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Che cosa sarebbe l'azione meccanica della venlafaxina ?
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Utente
Utente
Salve dottore,
Intendevo effetto "terapeutico" della venlafaxina.
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Utente
Utente
Salve dott. Pacini (o chiunque altro dottore disponibile), vorrei chiederle dei chiarimenti /pareri su alcune questioni, che elenco sperando di essere chiaro e preciso:
1. Una compressa di Samyr 400mg al dì, potrebbe dare problemi alla venlafaxina nella sua azione terapeutica?
2. Lei mia ha affermato che ero sottodosaggio per i miei disturbi (ansia, depressione), ma per anni ho assunto il farmaco a 75mg e 37.5 mg, senza accusare alcun sintomo e vivendo bene; sintomi che si sono ripresentati quando ho vissuto vicende ansiogene e deprimenti; ciò che mi chiedo è se Lei intende quindi che io debba assumere sempre 150mg per un periodo di tempo indeterminato al momento;
3. Per quanto riguardo lo stato attuale delle cose, mi sento abbastanza anestetizzato per l'ansia, nonostante sia un po' preoccupato per la situazione, ma sono apatico, non avverto di avere energie a sufficienza per poter affrontare qualsiasi tipo di impegno senza sforzi, insomma affronto le giornate con fatica, un po' di angoscia, abbastanza apatia e con tendenza all'astenia; sbadiglio spesso, a letto spesso ho dei movimenti involontari dei muscoli, difficoltà a dormire il pomeriggio e disturbi del sonno durante la notte (tanti e brevi risvegli). Da un lato sono preoccupato perché effettivamente non sto bene, da un'altra parte penso che qualche sintomo sia riconducibile agi effetti collaterali della venlafaxina, che riesco in parte a riconoscere, ma che mi sembra strano avvertire passando da 75mg a 150mg, visto che in passato l'ho fatto diverse volte senza avvertire nulla; ho appena finito una confezione da 10 capsule da 150mg, precedute da qualche giorno in cui me prendevo due da 75mg assieme, perché non potevo reperire la confezione da 150mg, se mi può dire se i sintomi sono accompagnati da chiari effetti collaterali della venlafaxina e se c'è bisogno di attendere la solita tempistica per valutare i benefici del farmaco, nonostante sia passato da un lungo periodo a 75mg a 150mg.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non c'è niente di strano, alla dose normale cambia un po' il meccanismo. Sicuramente è stata bene con dosi minori, niente di strano neanche in questo, ma ciò che intendo è che non c'è niente di strano nel fatto che serva una dose maggiore (normale) adesso.
Non mi porrei domande a ruota sul samyr, è semplicemente un'aggiunta e niente altro.
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Utente
Utente
Grazie dottore, molto chiaro. L'unica cosa che non mi è molto chiara, è se reputa "non strano" che a 12gg dal passaggio da 75mg, (sottolineo preso già da molti mesi), a 150mg possa avvertire qualche effetto collaterale, nonostante il mio organismo conosca la molecola. Al momento di non positivo noto un sonno non ristoratore (con continui brevi risvegli), la mattina al risveglio completo avverto un senso di rigidità in tutto il corpo, non riuscire a dormire il pomeriggio nonostante avverta sonno, lievi movimenti involontari dei muscoli, (soprattutto quando sono rilassato e disteso), appiattimento generale con molta apatia e astenia. Non so se tutto ciò possa essere imputabile principalmente all'effetto della venlafaxina (ho vaghi ricordi di questi effetti collaterali provati in passato in maniera più intensa passando da 0 a 150mg). Poi un'altra curiosità dottore, ma come mai i farmaci antidepressivi, per sprigionare i loro primi effetti benefici, hanno bisogno di circa 20gg?
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Utente
Utente
Dottor Pacini (o chiunque altro dottore disponibile online),
sono qui per aggiornare della mia situazione. Sono a circa 15 giorni dal passaggio di venlafaxina 75mg a 150mg, con assunzione contemporanea di Samyr 400mg. Mi sento meglio: niente ansia, più piacere e intraprendenza nelle cose, un po' più di energia, ma non mi sento affatto al massimo, perché noto di avere una sensazione di mattone in testa, praticamente la mia energia psicofisica è limitata, i vari impegni mi stancano, non riesco a gestire bene mentalmente tutti gli stress e spesso viene fuori la solita apatia e astenia, mi sento rallentato. Il pomeriggio non riesco a dormire e la notte ho i classici risvegli brevi e frequenti, i movimenti involontari dei muscoli sono quasi spariti. Questi ultimi sintomi, mi ricordano gli effetto collaterali iniziali del farmaco, patiti non molto tempo fa dal passaggio da una dose minore a 37.5 a 150mg i quali sparirono completamente dopo poco più di 20gg circa, svegliandomi una mattina con un'energia pazzesca. Vorrei chiedere un parere sulla situazione, sottolineando che probabilmente il Samyr 400mg mi potrebbe essere di grande aiuto in questi ipotetici giorni di effetti collaterali dell'aumento della, dose di venlafaxina, visto che rispetto ad altre volte (in cui non ho usato il Samyr) , mi trovo in una situazione accettabile.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
E' in una fase di aumento dose della venlafaxina, tutto mi pare collimi con questo. Con il Samyr non vedo il nesso.
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Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta,
la situazione va meglio e di questo non posso che esserne parzialmente soddisfatto. Un po' di preoccupazione mi viene, quando penso che altre volte sono passato sempre molto facilmente da una dose di 75mg (assunta per molti mesi) a 150mg senza avere effetti collaterali e dunque mi viene il dubbio che i sintomi che avverto (pesantezza e stanchezza psicofisica, apatia di sottofondo), siano legati prevalentemente alla patologia o all'adattamento alla venlafaxina ad una dose più elevata. Le ricordo che assumevo già da mesi una dose di 75mg, quindi un po' mi chiedo se l'organismo possa risentirne, in termini di effetti collaterali, dell'aumento del dosaggio, visto che introduco la molecola da molto tempo ad un dosaggio medio come i 75mg. L'ultima volta che presi una ricaduta, la risposta al passaggio da meno di 37.5mg a 150mg, fu più pesante come effetti collaterali e richiedette circa 20gg, per passare da uno stato simile, ma leggermente peggiore di quello attuale ad uno stato di grande salute, passando da una serata pesante e faticosa, al risveglio del giorno dopo con energia e vitalità che fuoriusciva dai pori. Le chiedo dottore, se in questo momento non mi resta che attendere e quindi armarmi di pazienza e in più se mi può spiegare in breve come agisce un antidepressivo, cioè come mai per un iniziale periodo può addirittura peggiorare il quadro con annessi effetti collaterali, i quali dopo essersi placati, sono di solito seguiti da un miglioramento, dovuto all'effetto terapeutico.
La ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
L'antidepressivo agisce in maniera tale che, per indurre un cambiamento finale che consente una "resistenza" all'ansia, inizialmente sollecita le vie che producono l'ansia, cosicché il primo impatto può essere ansiogeno. Il processo di adattamento richiede in genere 2-4 settimane.

Non mi preoccuperei troppo di aspetti che, comunque, rientrano in uno standard.
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Utente
Utente
La ringrazio dottore,
attenderò con pazienza l'evolversi della situazione, che spero cambi presto ancora in meglio, consentendomi di raggiungere uno stato di salute psicofisica ottimale.
Quando lei si riferisci allo "standard", intende precisamente ad un normale decorso di sintomi ed effetti collaterali? A me la venlafaxina di solito nel primo periodo sollecita le vie che producono ansia, come ha detto Lei, ma dopo poco la sensazione di ansia svanisce, per lasciar spazio ad una sensazione di depressione, con apatia e astenia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Intendo la media delle cose che ci si attenda succedano.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
quindi Lei ritiene la mia situazione normale, nel suo evolversi da quel che ho capito. L' intraprendenza, il piacere verso i miei interessi, l'appetito, sono accettabili. Di negativo al momento ho difficoltà a dormire il pomeriggio, infatti non dormendo mi rilasso soltanto, notando diversi movimenti involontari dei muscoli delle gambe soprattutto e poi in particolare avverto un senso di testa appesantita, con conseguente difficoltà a concentrarmi, cosa che riesco a fare con grande sforzo. Ho la sensazione di non essere al massimo dell'energia psicofisica nel complesso. Questi sintomi, in una situazione standard come la definisce Lei, dovrebbero svanire una volta che l'organismo si sarà completamente adattato al farmaco (in questo caso aumenta del dosaggio), che avrà avuto il suo effetto terapeutico?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Vedo che nonostante le rassicurazioni in pratica chieda la stessa cosa. Ripetendo le risposte si finisce per amplificare il problema.
[#24]
Utente
Utente
La ringrazio per sua disponibilità,
fiducioso delle due Sue rassicurazioni, attenderò con pazienza i miglioramenti.
[#25]
Utente
Utente
Salve dottor Pacini (o chiunque altro dottore abbia piacere) ,
La aggiorno della situazione.
Oggi sono ad un mese dall'inizio di una sintomatologia ansioso/depressiva, che a partire dal giorno successivo, ho iniziato a curare passando da 75mg di venlafaxina a 150mg. Per la prima settimana, non Le ho mai precisato, ho assunto due dosi da 75mg, visto che non avevo possibilità di prescrivere il farmaco, quindi non so se assumere due dosi da 75mg sia uguale ad assumere una sola dose da 150mg (e quindi se posso calcolarle nel computo dei giorni di nuova terapia), parliamo sempre di "rilascio prolungato". Al momento ho assunto ben 25 dosi intere da 150mg e le 6 precedenti suddivise in due dosi da 75mg, Le chiedo se possibile di farmi chiarezza su questo punto, ovvero sulla validità delle assunzioni di due dosi da 75mg. Lei mi ha invitato a non pensare all'assunzione di alcool, come possibile miccia del riacutizzarsi di questi sintomi, io ho capito ciò che mi vuole dire, ma visto il mio passato, i sintomi ansiosi o depressivi non si sono mai ripresentati all'improvviso senza alcun motivo, se non a causa di un evento esogeno scatenante, a cui ho reagito male e che ha risvegliato il problema, che non era curato al massimo dosaggio in certi periodi. Fin qui è tutto chiaro ed è quello che mi ha fatto capire Lei, ma io non riesco ancora a pensare che, non vi sia nessun nesso logico fra l'assunzione di alcool in gran quantità e il fatto che il giorno dopo ho iniziato a non stare bene, anche perché è risaputo che abbia un effetto deprimente successivamente e che non va assunto con farmaci antidepressivi. Io vorrei solamente togliermi questa curiosità, cioè vorrei capire perché l'alcool possa avermi fatto male e che eventuali problemi può darmi nel ristabilire la situazione ottimale pur con una terapia. Al momento, purtroppo, non mi sento ancora bene, sto meglio, ma non bene: accuso un senso di intontimento, come se fossi stordito e un po' di malumore (forse per la situazione), con tendenza all'astenia, cioè non ho molta vitalità nell'affrontare i vari stress, sono ancora un po' scarico. In altre situazioni ci è voluto molto meno per ristabilirmi, pur passando da meno di 37.5mg ai 150mg. Questo malessere non so se associarlo ad effetti collaterali dell'aumento del dosaggio (di cui non ho mai sofferto passando da 75mg a 150mg), visto che c'è un'insonnia pomeridiana accompagnata da spasmi muscolari in fase di relax (sintomi avvertito solo come effetto collaterale della venlafaxina nella mia storia clinica), oppure come un problema di sintomatologia che non si riesce a rimuovere. Sono confuso perché è una situazione che si sta rivelando differente dalle altre nelle varie sfaccettature che le ho spiegato. La ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Sta esattamente facendo la stessa cosa che le ho detto essere disutile, ancorché sintomatica della sua condizione. Ripete le stesse cose, gli stessi dubbi, ne aggiunge di nuovi quasi come se dovesse tirar fuori dei dubbi anche sul nulla o su cose davvero irrilevanti, che ovviamente se ci pensa diverranno un problema chiave nella sua mente.
Ad un mese sta meglio con una cura, tutto qui. Avrà magari alcuni effetti collaterali, oppure semplicemente si preoccupa di alcuni parametri di per sé.
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Utente
Utente
Grazie dottore per la sua disponibilità e pazienza, mi sta aiutando molto.
Purtroppo quando non si sta bene e si è ansioso/ipocondriaci, si ha sempre paura di non tornare sani (e Lei lo sa meglio di me), si inizia a viaggiare con la mente e personalmente vedendo che rispetto ad altre volte ci sto mettendo più tempo nel risollevare la situazione, mi vengono in mente pensieri strani, del tipo se l'alcool possa aver causato dei danni gravi per il quale ci vuole tempo o che abbia indebolito l'effetto della venlafaxina, o che si sia creata un'interazione tra le due sostanze che abbia fatto accadere qualcosa. Sino ad ora, ho cercato di stare calmo, ma oggi è stato il primo giorno in cui ho avuto un po' paura, perché dopo 30gg mi aspettavo una risoluzione, che in passato c'è spesso stata in queste tempistiche. Secondo Lei, vista un po' la mia storia clinica e l'attuale situazione, questo dosaggio di venlafaxina potrebbe essere sufficiente per risolvere la questione a breve?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma questo accade poiché, nell'impossibilità di controllare il problema principale, ovvero "starò bene ? quanto ci vorrà ?" il cervello va a parare su questini marginali o addirittura irrilevanti come se dovesse trovare un qualcosa con cui spiegarsi il tutto.
[#29]
Utente
Utente
Grazie dottore,
ma quando Lei dice "Ma questo accade", a cosa si riferisce? Al sorgere di pensieri di cui non dovrei preoccuparmi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Al sorgere di quelle domande sull'alcol e similari.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
adesso ho capito. Chiaramente la compenente dell'episodio dell' eccesso di assunzione di alcool, concomitante con la ricomparsa di una sintomatologia, potrebbe anche avere una sua importanza, ma da quello che ho capito Lei mi voglia dire, è che comunque si tratta di una ricaduta, dovuta ad un problema "attivo" nel mio organismo e che va curato con un farmaco adatto, al giusto dosaggio, per il tempo congruo al problema. Fin qui credo di aver capito tutto ciò che Lei mi voglia dire in merito e mi corregga se sbaglio. Appurato questo discorso, Le chiedo come mai l'utilizzo di un mese di venlafaxina 150mg rilasciato prolungato, non è riuscita ancora ad oggi a rimettere totalmente i sintomi, visto che è stata la molecola che ha sovvertito in passato la mia situazione ben più grave e latente da mesi e altre varie piccole ricadute, nei tempi indicati. Le spiego meglio: nel primo episodio in cui assunsi la venlafaxina, avevo sintomi ansioso/depressivi forti da ben 6 mesi e con la venlafaxina 150mg arrivai alla remissione totale di diversi sintomi di alta intensità in 2 mesi circa; le pochissime piccole ricadute sono durate sempre ben poco, al massimo 10gg , sia che assumessi la dose piena di 150mg che aumentando la dose ridotta che assumevo (37,5 o 75mg) a 150mg; in un'occasione avevo praticamente eliminato il farmaco ed ebbi una ricaduta da cui mi sono ripreso in 25gg sempre con 150mg di venlafaxina. Le sottolineo dottore, che è vero che come mi ha detto Lei, ho un problema attivo che va tenuto a bada con un dosaggio congruo e costante nel tempo, ma le mie ricadute sono tutte fin qui, legate a "reazione" a situazioni molto particolari e specifiche , che si sono presentate. Fino ad ora non mi è mai successo di stare bene e avvertire sintomi dal nulla, neanche quando non assumevo più venlafaxina o avevo un dosaggio di 37.5 o 75mg, ma solo ed esclusivamente ad una reazione ad un evento particolare. Per questo le ho citato l'alcool e per questo le ho detto che mi era salita un po' di preoccupazione sul fatto che "pare" che la terapia che mi ha sempre ristabilito, non pare abbia ristabilito la situazione nei tempi impiegati in più occasioni. Attualmente ho assunto 27 dosi da 150mg più 7 circa suddivise in due da 75mg, proveniendo da un'associazione giornaliera di 75mg. Per quanto riguarda la sintomatologia, non saprei spiegare la natura a Lei, né tanto meno al mio psichiatra perché giustamente non sono un medico, se vuole mi può aiutare a farmi delle idee. Le posso dire che a livello di sintomatologia avverto un lievissimo stato di irrigidimento e tensione, soprattutto testa appesantita e confusa con fatica a concentrarmi, resistenza allo stress mediocre, nessun addormentamento pomeridiano, sonno notturno disturbato, appetito presente, intraprendenza pure, ma un po' disturbata, libido sessuale presente. Riesco a godermi una serata fra amici, una partita di calcio in TV, con fatica riesco a studiare a causa della bassa capacità a concentrarmi, ma mai libero della consapevolezza di non stare bene. Negli anni, nonostante le difficoltà, grazie alle varie esperienze riesco a gestirle meglio queste situazioni, quindi mi induco meno ansia, fino a quando non ho l'effetto benefico e risolutivo del farmaco da un giorno all'altro, che mi elimina totalmente i sintomi. A me paiono più sintomi di origine ansiosa, sicuramente alimentari dalla mia attuale preoccupazione, ma l'intraprendenza un po' frenata e la poca resistenza allo stress, non vorrei siano correlati anche ad un disturbo depressivo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Al momento si notano sempre una ridondanza di particolari, e una iperinclusività (cioè ogni cosa deve essere classificata in base al fatto che sia pro o contro, non si scarta niente...un elemento avrà avuto un minimo impatto o influenza etc ma comunque è importante puntualizzarlo, seppur in via ipotetica). Inoltre, conta i giorni come se dovesse totalizzare una quantità di mg, è sufficiente una precisione minore, ha già detto che sta meglio parzialmente.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
in effetti da quando ho iniziato circa 30gg fa la terapia con 150mg mg di venlafaxina a rilascio prolungato sto complessivamente meglio, ma non mi sento del tutto al 100%. Ho potuto constatare in più occasioni come siamo tangibili dei miglioramenti, ma purtroppo l'elemento che mi penalizza attualmente è sicuramente una stato di preoccupazione strisciante, che probabilmente mi genera ansia, che si somatizza. Ad oggi noto che sono un po' teso, con la testa che probabilmente non è completamente lucida perché in una percentuale presa dell'ansia, la quale in un certo senso appesantisce il mio organismo stancandolo e frena un po' anche l'intraprendenza nel fare, perché la mente è occupata da preoccupazioni e pensieri che quando metto a tacere con una forte distrazione piacevole, non noto scalfirmi più di tanto. Mi corregga se sbaglio idea o integri se ritiene opportuno. Adesso Lei, come mi consiglierebbe di procedere e cosa di sentirebbe di dirmi per potermi ulteriormente tranquillizzare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Di farsi guidare dal suo medico. Lei chiede di fare qualcosa come se ci fosse per forza qualcosa da fare o da aggiungere, ma in verità la cosa migliore e di per sé sufficiente è una terapia modificata nel senso giusto, come è nel suo caso.
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Utente
Utente
Grazie dottore,
quindi Lei ritiene che se non dovessi avvertire ulteriori miglioramenti nei tempi standard (in questo caso massimo entro una decina di giorni), sarebbe giusto modificare radicalmente o parzialmente la terapia di base? In queste situazioni come si potrebbe intervenire?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Beh, certo, se non c'è risposta, si cambia cura. Come si dovrebbe intervenire si spera lo sappia il medico.
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Utente
Utente
Salve dott. Pacini,
l'ultima volta che ho avuto il piacere di parlare con Lei, mi è stato di grande aiuto e per questo gradirei mi aiutasse anche questa volta. La situazione dopo la ricaduta di cui avevamo parlato, si è completamente ristabilita dopo circa 30gg con il riadattamento della terapia alla mia dose piena di 150mg di venlafaxina, che sino ad ora si sono dimostrati un toccasana infallibile per me.
Da allora è andato tutto bene, anzi oserei dire benissimo ultimamente, tanto che in questo periodo di quarantena, ho superato una settimana fa gli ultimi due esami per conseguire la laurea. Grande gioia, euforia, buon umore e voglia di rilassarsi, fino a quando una sera noto che ho un mal di testa strano, non molto familiare, associato a lievissmi dolori muscolari e articolari sparsi. In questo periodo, ovviamente il tutto farebbe pensare al peggio, cioè eventuale contagio, ma non mi fossilizzo su questa idea, anche perché non ho febbre, tosse, ecc e visto la mia città e i miei spostamenti rappresenta comunque un'ipotesi remota ... forse potrebbe essere stato uno sforzo fisico importante fatto qualche giorno fa, con annessa sudata e immediata doccia e il fatto che al momento stia dormendo su un "materasso" poco comodo, ad aver infierito sul mio organismo, con la comparsa di questi indolenzimenti simili a quelli influenzali. A distanza di pochi giorni, non so dirle con esattezza se questi dolori siano ancora presenti, perché li avverto lievissimamente, soprattutto a livello del collo, mio grande accumulatore di stress e stanchezza, ma avverto una sensazione che conosco molto bene, ossia astenia e apatia, non ho grande voglia di fare qualsiasi cosa, non sopporto la confusione, per il resto è tutto ok (sonno, appetito, irrequietezza...). Sono molto confuso perché non riesco a capire se collegare il problema alla sfera psichiatrica, che mi coglierebbe di sorpresa, perché è vero che la quarantena e il periodo annesso sono pesanti, ma proprio una settimana ho superato tutti gli esami raggiungendo un grande obbiettivo, con grande gioia, oppure attribuirlo a qualcos'altro. La sensazione è quella si soffrire di una specie di febbricola leggerissima, con annessi sintomi collegati, come questi dolorini e astenia. La terapia è di 150mg venlafaxina
La ringrazio in anticipo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non sarebbe strano il fatto che non vi siano eventi negativi, non sono quelli che necessariamente vanno cercati a monte di ripresa di sintomi psichiatrici. Vanno cercati i sintomi psichici, se ci sono. Da lì si fa la diagnosi.
Nella descrizione si nota solo il contrasto tra l'intensità lievissima, e il disagio che invece creano. Questo è abbastanza caratteristico: un dolore lievissimo che ossessiona, o che sfinisce, o che preoccupa, è cosa già di per sé sospetta per una diagnosi di tipo psichiatrico.
Il suo medico che dice ?
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