Depressione maggiore, farmaci e vie d'uscita
Gentili dottori,
Sono una giovane di 22 anni, da prima dell'adolescenza ho passato periodi depressivi a mio parere molto acuti.
Solo tre anni fa, ho iniziato a vedere uno psichiatra.
Successe che iniziai una cura farmacologica di paroxetina e xanax e solo in seguito un'antiepilettico stabilizzatore.
Circa un anno e mezzo fa ho interrotto bruscamente la cura e ciò mi causò una ricaduta depressiva non indifferente.
Per questo tornai dallo psichiatra che mi disse che avremmo ricominciato da capo con i farmaci.
Tornai a prendere le stesse medicine.
In seguito, otto mesi fa ho interrotto nuovamente l'assunzione di tutto quanto a parte ansiolitici al bisogno ma molto di rado.
Questa volta non ho avuto alcuna ricaduta.
Il fatto è che non ho detto al mio psichiatra che ho interrotto le medicine e lui è convinto che io le prenda.
Eviterei di andare a visita ma ho tante pressioni familiari.
Devo dire però che mi aiuta molto parlare con lui ogni tanto, è una persona di cui mi fido però sto portando avanti una grande bugia.
Non ho il coraggio di dirgli che ho smesso, anche perché non ho davvero intenzione di ricominciare.
Per quanto riguarda la psicoterapia non mi ha mai aiutata.
Ho visto tre psicologi differenti ma nessuno minimamente paragonabile all'aiuto verbale dello psichiatra.
Purtroppo sento come se mi dicessero sciocchezze.
Adesso vedo una psicologa che lavora con lo psichiatra ma ogni seduta con Lei non mi aiuta nemmeno un po'.
È da un paio di mesi che sono successi avvenimenti nella mia vita che mi portano a piangere tutto il giorno almeno 5 giorni a settimana.
Adesso non riesco più ad andare avanti così, ho delle cose da portare a termine e non ci riesco.
Credo di esserci ricaduta, ma questa volta non so come procedere.
Un grazie speciale a chi mi risponderà.
Sono una giovane di 22 anni, da prima dell'adolescenza ho passato periodi depressivi a mio parere molto acuti.
Solo tre anni fa, ho iniziato a vedere uno psichiatra.
Successe che iniziai una cura farmacologica di paroxetina e xanax e solo in seguito un'antiepilettico stabilizzatore.
Circa un anno e mezzo fa ho interrotto bruscamente la cura e ciò mi causò una ricaduta depressiva non indifferente.
Per questo tornai dallo psichiatra che mi disse che avremmo ricominciato da capo con i farmaci.
Tornai a prendere le stesse medicine.
In seguito, otto mesi fa ho interrotto nuovamente l'assunzione di tutto quanto a parte ansiolitici al bisogno ma molto di rado.
Questa volta non ho avuto alcuna ricaduta.
Il fatto è che non ho detto al mio psichiatra che ho interrotto le medicine e lui è convinto che io le prenda.
Eviterei di andare a visita ma ho tante pressioni familiari.
Devo dire però che mi aiuta molto parlare con lui ogni tanto, è una persona di cui mi fido però sto portando avanti una grande bugia.
Non ho il coraggio di dirgli che ho smesso, anche perché non ho davvero intenzione di ricominciare.
Per quanto riguarda la psicoterapia non mi ha mai aiutata.
Ho visto tre psicologi differenti ma nessuno minimamente paragonabile all'aiuto verbale dello psichiatra.
Purtroppo sento come se mi dicessero sciocchezze.
Adesso vedo una psicologa che lavora con lo psichiatra ma ogni seduta con Lei non mi aiuta nemmeno un po'.
È da un paio di mesi che sono successi avvenimenti nella mia vita che mi portano a piangere tutto il giorno almeno 5 giorni a settimana.
Adesso non riesco più ad andare avanti così, ho delle cose da portare a termine e non ci riesco.
Credo di esserci ricaduta, ma questa volta non so come procedere.
Un grazie speciale a chi mi risponderà.
[#1]
Ha deciso di non assumere la terapia mentendo per avere nuovamente delle ricadute.
Deve dire la verità al suo psichiatra.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Deve dire la verità al suo psichiatra.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 28/12/2019.
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