Una depressione così lunga, quale terapia farmacologica è più adatta,
Gentili Dottori/esse,
vi descrivo a grandi linee il mio caso: ho sofferto di depressione medio-grave arrotondando dagli 11 ai 26 anni ( 16 anni), con la fase più acuta dai 21 ai 24 (4 anni).Ho iniziato a curarmi seriamente dai 23 anni con una psicoterapia junghiana della durata di 3 anni e, visto che non era bastato, con una terapia farmacologica della durata di 1 anno circa, con "Zoloft" dopo aver provato "Efexor" e un'altra Sertralina con effetti nulli."Zoloft" ha funzionato e dopo un annetto tranquillo dalla fine dell'assunzione, tanto che ero ormai sicuro di esserne uscito, ho avuto in queste settimane, da alcuni e cmq piccoli eventi di stress, una forte ricaduta del "vecchio tipo" con disperazione, come se nulla fosse ancora cambiato.
Queste le mie domande: Per una depressione così lunga, quale terapia farmacologica è più adatta, per quanto tempo minimo e soprattutto dopo quanto tempo di mantenimento sarò sicuro di essere esente da altre ricadute ?
D'altra parte, pur ammettendo la validità dei farmaci, non voglio usufruirne a tempo indeterminato perchè temo che alla lunga possano produrre l'effetto opposto di un mantenimento della disistima e di una aumentata vulnerabilità ad altre ricadute creando meccanismi chimici perversi, come anche altre fonti di informazione sostengono. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Vi ringrazio anticipatamente per una risposta il più oggettiva possibile.
vi descrivo a grandi linee il mio caso: ho sofferto di depressione medio-grave arrotondando dagli 11 ai 26 anni ( 16 anni), con la fase più acuta dai 21 ai 24 (4 anni).Ho iniziato a curarmi seriamente dai 23 anni con una psicoterapia junghiana della durata di 3 anni e, visto che non era bastato, con una terapia farmacologica della durata di 1 anno circa, con "Zoloft" dopo aver provato "Efexor" e un'altra Sertralina con effetti nulli."Zoloft" ha funzionato e dopo un annetto tranquillo dalla fine dell'assunzione, tanto che ero ormai sicuro di esserne uscito, ho avuto in queste settimane, da alcuni e cmq piccoli eventi di stress, una forte ricaduta del "vecchio tipo" con disperazione, come se nulla fosse ancora cambiato.
Queste le mie domande: Per una depressione così lunga, quale terapia farmacologica è più adatta, per quanto tempo minimo e soprattutto dopo quanto tempo di mantenimento sarò sicuro di essere esente da altre ricadute ?
D'altra parte, pur ammettendo la validità dei farmaci, non voglio usufruirne a tempo indeterminato perchè temo che alla lunga possano produrre l'effetto opposto di un mantenimento della disistima e di una aumentata vulnerabilità ad altre ricadute creando meccanismi chimici perversi, come anche altre fonti di informazione sostengono. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Vi ringrazio anticipatamente per una risposta il più oggettiva possibile.
[#1]
Premetto che dare indicazioni farmacologiche precise in assenza di una onoscenza diretta del quadro clinico non è possibile.
In linea generale un anno di terapia potrebbe essere insufficiente a fronte di una storia di più episodi depressivi ricorrenti.
Personalmente e da dati di letteratura i farmaci a doppio attacco (venlafaxina, duloxetina) vengono considerati come più adatti nel prevenire rischi di ricadute, anche se da quanto Lei riferisce nel suo caso si sono rivelati inefficaci.
In alternativa anche i triciclici (pur compatibilmente ai loro effetti collaterali) risultano molto efficaci.
Una ulteriore alternativa potrebbe essere anche quella di introdurre in terapia una stabilizzante dell'umore come il Litio o un antiepilettico.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
In linea generale un anno di terapia potrebbe essere insufficiente a fronte di una storia di più episodi depressivi ricorrenti.
Personalmente e da dati di letteratura i farmaci a doppio attacco (venlafaxina, duloxetina) vengono considerati come più adatti nel prevenire rischi di ricadute, anche se da quanto Lei riferisce nel suo caso si sono rivelati inefficaci.
In alternativa anche i triciclici (pur compatibilmente ai loro effetti collaterali) risultano molto efficaci.
Una ulteriore alternativa potrebbe essere anche quella di introdurre in terapia una stabilizzante dell'umore come il Litio o un antiepilettico.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 09/03/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.