Paura dell'aereo
Salve, sono una ragazza di 22anni e soffro di attacchi di panico e d'ansia, il mio medico dice anche depressione, è 4mesi che sto facendo una cura con il Cipralex(10 gocce al mattino)...La mia domanda è questa:a luglio vorrei andare in Messico in vacanza con il mio ragazzo ma ho paura dell'aereo, più che dell'aereo, ho paura che mi possa venire un attacco di panico o avere una sensazione di ansia e di malessare per tutte le 16ore di viaggio.... Secondo voi posso farcela ad affrontare questo lungo viaggio?e cosa potrei prendere per evitare tutto cio? Ho già consultato il mio medico di famiglia lui mi consiglia di non preoccuparmi e di prendere qualche ansiolitico prima del volo,ma non è stato molto convincente... Un ultima domanda! Prendere un ansiolitico prima del volo o amche durante e evita che possa venire l'attacco di panico e ti rilassa oppure non è detto?
Ringrazio in anticipo a chi provvederà a rispondere
Saluti
Ringrazio in anticipo a chi provvederà a rispondere
Saluti
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Gentile utente,
L'uso dell'ansiolitico nel panico segue le modalità che lei ha detto, cioè è assunto per la paura che venga l'attacco. Ciò NON protegge dall'attacco, tanto è vero che per prevenire gli attacchi si usano farmaci tipo il cipralex, diversi e non "a pronta azione". la maggior parte delle persone rimane, almeno per un po', preoccupata comunque, anche se non ha più avuto attacchi dal fatto che possano tornare, specie quando fa cose temute o che non aveva più fatto (tipo appunto viaggiare).
La maggior parte degli specialisti credo alla fine le consigli di usare l'ansiolitico prima dell'imbarco, ma non ritengo questo utile per il miglioramento del disturbo. L'attacco in chi è in cura (se la cura funziona) non viene perché c'è la copertura della cura in corso. Prendere un ansiolitico prima del viaggi significa rinforzare l'idea che se non si prende niente c'è il rischio. E' una specie di anti-terapia comportamentale. In pratica prevenendo gli attacchi la persona impara che non succede niente anche se non prende niente "al bisogno" di volta in volta, se prima di viaggiare le si indica di prendere qualcosa in più, si dà il messaggio opposto.
Ciò non toglie che alcuni prodotti sul mercato siano fatti apposta per un uso "d'emergenza", ma in realtà mal di addicono a persone con il panico, che con questo uso lasciano cronicizzare il panico e ne ritardano la cura.
La sua cura è correttamente impostata sul piano farmacologico. Sul piano psicoterapico si può fare meglio forse.
L'uso dell'ansiolitico nel panico segue le modalità che lei ha detto, cioè è assunto per la paura che venga l'attacco. Ciò NON protegge dall'attacco, tanto è vero che per prevenire gli attacchi si usano farmaci tipo il cipralex, diversi e non "a pronta azione". la maggior parte delle persone rimane, almeno per un po', preoccupata comunque, anche se non ha più avuto attacchi dal fatto che possano tornare, specie quando fa cose temute o che non aveva più fatto (tipo appunto viaggiare).
La maggior parte degli specialisti credo alla fine le consigli di usare l'ansiolitico prima dell'imbarco, ma non ritengo questo utile per il miglioramento del disturbo. L'attacco in chi è in cura (se la cura funziona) non viene perché c'è la copertura della cura in corso. Prendere un ansiolitico prima del viaggi significa rinforzare l'idea che se non si prende niente c'è il rischio. E' una specie di anti-terapia comportamentale. In pratica prevenendo gli attacchi la persona impara che non succede niente anche se non prende niente "al bisogno" di volta in volta, se prima di viaggiare le si indica di prendere qualcosa in più, si dà il messaggio opposto.
Ciò non toglie che alcuni prodotti sul mercato siano fatti apposta per un uso "d'emergenza", ma in realtà mal di addicono a persone con il panico, che con questo uso lasciano cronicizzare il panico e ne ritardano la cura.
La sua cura è correttamente impostata sul piano farmacologico. Sul piano psicoterapico si può fare meglio forse.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Sono d'accordo anche io con lei che prendere un ansiolitico prima dell'imbarco non fa altro che rafforzare l'idea che se non si prende niente c'è il rischio....e mi piacerebbe tanto avere la forza di salire su quell'aereo senza assumere nulla e senza avere niente con me in caso di emergenza ma non penso di farcela!Due anni fà ho già presolo l'aereo per la prima volta, il mio medico mi aveva consigliato 10/15 gocce di xanax ma io non le ho prese, l'attacco di panico non mi è venuto ma sono stata in ansia e in uno stato di agitazione per tutte le due ore di volo, ma si trattava appunto di 2ore e puoi benissimamente stringere i denti ma per 16ore non è consigliato perchè o ti cadono i denti o ti spacchi la mandibola(sdrammatizziamo)....La cura di cipralex sta facendo effetto infatti sto molto bene mentre l'anno scorso a quest'ora ero già stata a casa 2/3 volte dal lavoro perchè stavo malissimo..Lei quindi mi consiglia di non portarmi dietro nulla nel caso di emergenza?
Ringrazio e saluto
Ringrazio e saluto
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Una consuetudine, per certi versi sbagliata, della psichiatria ospedaliera era quella di prescrivere oltre alla terapia di base anche la cosiddetta terapia al bisogno. Da usarsi appunto in caso di urgenza.
Tendendo conto delle giuste ragioni espresse dal collega e da Lei medesima ravvisate, può essere utile comunque portare con sé qualche farmaco benzodiazepinico in caso di emergenza.
Ovviamente lo scopo non sarebbe quello di assumerlo a prescindere, anche perché potrebbe anche essere sufficiente sapere di averlo con sé (come è stato nel caso precedente), utilizzarlo consapevolmente insomma come uno stimolo controfobico.
Ciò anche sulla base di due considerazioni: 1 che il personale a bordo dell'aereo generalmente riceve un addestramento ad hoc per fare fronte a reazioni d'ansia da parte dei passeggeri; 2 che un forte attacco di panico in una condizione di impossibilità a detendere (evitare) lo stimolo fobico potrebbe anche indurre a comportamenti (ovviamente non voluti) tali da mettere in pericolo l'incolumità propria od altrui.
Cordiali saluti
Tendendo conto delle giuste ragioni espresse dal collega e da Lei medesima ravvisate, può essere utile comunque portare con sé qualche farmaco benzodiazepinico in caso di emergenza.
Ovviamente lo scopo non sarebbe quello di assumerlo a prescindere, anche perché potrebbe anche essere sufficiente sapere di averlo con sé (come è stato nel caso precedente), utilizzarlo consapevolmente insomma come uno stimolo controfobico.
Ciò anche sulla base di due considerazioni: 1 che il personale a bordo dell'aereo generalmente riceve un addestramento ad hoc per fare fronte a reazioni d'ansia da parte dei passeggeri; 2 che un forte attacco di panico in una condizione di impossibilità a detendere (evitare) lo stimolo fobico potrebbe anche indurre a comportamenti (ovviamente non voluti) tali da mettere in pericolo l'incolumità propria od altrui.
Cordiali saluti
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
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No, io non le posso consigliare niente di pratico perché lei ha un medico che la conosce, quindi niente indicazioni o prescrizioni on-line.
L'unico modo in cui posso esserle utile è spiegarle come funziona il meccanismo dell'ansia anticipatoria. Ovviamente per le cose che lei fa spesso ingrana subito, per le cose che fa una volta ogni tanto, dopo un po' che non le fa, l'ansia anticipatoria si ripresenta. Come ha potuto sperimentare, ansia anticipatoria e attacco di panico sono due fenomeni distinti, almeno in chi fa terapia.
L'unico modo in cui posso esserle utile è spiegarle come funziona il meccanismo dell'ansia anticipatoria. Ovviamente per le cose che lei fa spesso ingrana subito, per le cose che fa una volta ogni tanto, dopo un po' che non le fa, l'ansia anticipatoria si ripresenta. Come ha potuto sperimentare, ansia anticipatoria e attacco di panico sono due fenomeni distinti, almeno in chi fa terapia.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 17.9k visite dal 09/03/2009.
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