Fidanzato depresso vuole lasciarmi
Buongiorno, vi scrivo perché sono in difficoltà con il mio ragazzo, con cui sto da 6 anni.
Dopo un grave lutto è entrato in depressione (non è ancora andato da uno specialista e quindi non ha diagnosi ma mi sembra di riconoscere alcuni sintomi caratteristici: disturbi del sonno, pensieri ossessivi, tono dell'umore basso, insofferenza, scarse energie e propositività).
Inizialmente siamo riusciti a gestire bene queste difficoltà, ma poi sono iniziate delle tensioni importanti.
Lui diceva di stare talmente male da non riuscire nemmeno a occuparsi della relazione, questo però provocava da parte mia degli sfoghi che peggioravano ulteriormente il suo stato d'animo.
Dopo una forte litigata ho realmente capito il suo bisogno di vivere la relazione come un "rifugio" e non come un'ulteriore situazione che lo mettesse alla prova (si sente molto sotto pressione sia a livello famigliare che lavorativo).
Da lì ho cambiato il modo di relazionarmi, e in modo totalmente spontaneo la qualità del tempo che passiamo insieme è migliorato di molto.
Da quella litigata però lui ha deciso che non è più il caso di stare insieme perché la relazione lo fa stare male.
Quello a cui si riferisce però sono le dinamiche in cui eravamo incappati in un momento di grande tensione.
Adesso, nonostante stia bene nei momenti passati con me, quando poi rimane da solo rimugina ossessivamente (me lo ha detto lui) su tutto ciò che lo rende infelice e questo gli toglie il tempo per stare con me (decide già il giorno prima di passare il pomeriggio successivo da solo a pensare).
Avrei altre 1000 cose da dire, ma mi sono già dilungata abbastanza.
Vorrei solo avere un consiglio su come approcciarmi a lui, almeno per incoraggiarlo a non interrompere una relazione così lunga (anche perché penso che sarebbe un'ulteriore batosta per lui di cui temo che si pentirebbe) fino a quando non inizierà un percorso dallo psicologo (in teoria nelle prossime settimane), che potrà aiutarlo a vedere le cose in modo più sereno e lucido: se poi la sua decisione rimarrà questa, non potrò fare altro che accettarla.
Grazie in anticipo!
Dopo un grave lutto è entrato in depressione (non è ancora andato da uno specialista e quindi non ha diagnosi ma mi sembra di riconoscere alcuni sintomi caratteristici: disturbi del sonno, pensieri ossessivi, tono dell'umore basso, insofferenza, scarse energie e propositività).
Inizialmente siamo riusciti a gestire bene queste difficoltà, ma poi sono iniziate delle tensioni importanti.
Lui diceva di stare talmente male da non riuscire nemmeno a occuparsi della relazione, questo però provocava da parte mia degli sfoghi che peggioravano ulteriormente il suo stato d'animo.
Dopo una forte litigata ho realmente capito il suo bisogno di vivere la relazione come un "rifugio" e non come un'ulteriore situazione che lo mettesse alla prova (si sente molto sotto pressione sia a livello famigliare che lavorativo).
Da lì ho cambiato il modo di relazionarmi, e in modo totalmente spontaneo la qualità del tempo che passiamo insieme è migliorato di molto.
Da quella litigata però lui ha deciso che non è più il caso di stare insieme perché la relazione lo fa stare male.
Quello a cui si riferisce però sono le dinamiche in cui eravamo incappati in un momento di grande tensione.
Adesso, nonostante stia bene nei momenti passati con me, quando poi rimane da solo rimugina ossessivamente (me lo ha detto lui) su tutto ciò che lo rende infelice e questo gli toglie il tempo per stare con me (decide già il giorno prima di passare il pomeriggio successivo da solo a pensare).
Avrei altre 1000 cose da dire, ma mi sono già dilungata abbastanza.
Vorrei solo avere un consiglio su come approcciarmi a lui, almeno per incoraggiarlo a non interrompere una relazione così lunga (anche perché penso che sarebbe un'ulteriore batosta per lui di cui temo che si pentirebbe) fino a quando non inizierà un percorso dallo psicologo (in teoria nelle prossime settimane), che potrà aiutarlo a vedere le cose in modo più sereno e lucido: se poi la sua decisione rimarrà questa, non potrò fare altro che accettarla.
Grazie in anticipo!
[#1]
Primariamente andrebbe capito se il percorso psicologico è adatto a questo caso o meno, dopodiché la situazione va inquadrata dal punto di vista clinico ma ciò può anche essere indipendente dalla relazione sentimentale attuale e dalla sua prosecuzione.
Quindi, comunque andrebbe gestita clinicamente la condizione di patologia eventuale che sta attraversando.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Quindi, comunque andrebbe gestita clinicamente la condizione di patologia eventuale che sta attraversando.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Grazie per la rapida risposta. Infatti ho "insistito" affinché si rivolgesse ad uno specialista e finalmente ha capito di averne bisogno.
Nel frattempo non riesco però a stare semplicemente ad "aspettare" di vedere cosa succede, senza avere idea di come affrontare il suo stato d'animo generalmente negativo, e soprattutto nei confronti della relazione.
Nel frattempo non riesco però a stare semplicemente ad "aspettare" di vedere cosa succede, senza avere idea di come affrontare il suo stato d'animo generalmente negativo, e soprattutto nei confronti della relazione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 03/12/2019.
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