Ansia o malattia organica?
Gentili dottori, sono una ragazza di 22 anni e da circa un mese sto vivendo un inferno.
Mi spiego meglio: tutto è cominciato il 6 novembre quando ho cominciato ad avvertire dei doloretti al petto simili a delle punture di spilli che duravano pochi minuti e che si presentavano più volte durante la giornata.
Nei giorni successivi a questi si è aggiunto un dolore immotivato (non avevo fatto nessuno sforzo) al braccio sinistro e all'ascella sinistra; un dolore simile a quello muscolare, una specie di tensione che andava e tornava.
Ho letto su internet che poteva trattarsi di angina pectoris instabile, perciò ho cominciato a preoccuparmi tanto da avere due attacchi di panico nel giro di pochi giorni (non ne avevo mai avuti prima).
Ho fatto una visita cardiologica con elettrocardiogramma a riposo, un ecocardiogramma color doppler e le analisi del sangue.
Tutto regolare, mi è stato detto che il cuore sta bene e che probabilmente si tratta di ansia.
Io convivo con l'ansia da anni ormai, non riesco a stare serena perché mi preoccupo per ogni cosa: per l'università, per la salute, per quello che gli altri pensano di me.
Ho una terribile paura dell'ignoto, di quello che non posso controllare, della morte.
Se devo prendere la metropolitana, ho paura di essere derubata, di essere molestata oppure di rimanere vittima di un incidente o di un attentato.
So che queste preoccupazioni sono eccessive, ma non riesco a scacciarle via; per quanto provi a distrarmi loro tornano sempre, impedendomi di vivere normalmente.
Spesso mi accade di sentirmi in colpa perché non mi sto preoccupando sufficientemente, di pensare che se mi dovesse accadere qualcosa di brutto mi sentirei in colpa.
Per tre anni ho cercato di tenere a bada questo tornado di pensieri che ho in testa, ma ora sento che non ne sono più capace, ho bisogno di aiuto, per questo ho deciso di rivolgermi a uno psicoterapeuta.
Agli "spilli" si sono aggiunte una strana sensazione agli arti superiori e inferiori simile all'indolenzimento con formicolii lievi, una compressione alla testa quando sono distesa e uno strano dolore alle spalle.
Mi è stato detto da più medici che questi sintomi sono dovuti all'ansia, ma io non riesco a tranquillizzarmi.
Provo a dirmi che non è nulla, poi però quando si presentano di nuovo, mi agito e scoppio a piangere.
Mi sembra di impazzire, non riesco più a discernere la realtà dalla paura.
Non metto in dubbio che potrebbe essere l'ansia, infatti la prossima settimana comincerò la terapia cognitivo-comportamentale, però allo stesso tempo vorrei fare altri accertamenti per escludere possibili malattie organiche.
È possibile che questi sintomi così disparati siano causati dall'ansia?
La terapia cognitivo-comportamentale è la soluzione migliore per il mio disturbo?
Mi scuso per la lunghezza del testo, confido in una vostra risposta.
Cordiali saluti
Mi spiego meglio: tutto è cominciato il 6 novembre quando ho cominciato ad avvertire dei doloretti al petto simili a delle punture di spilli che duravano pochi minuti e che si presentavano più volte durante la giornata.
Nei giorni successivi a questi si è aggiunto un dolore immotivato (non avevo fatto nessuno sforzo) al braccio sinistro e all'ascella sinistra; un dolore simile a quello muscolare, una specie di tensione che andava e tornava.
Ho letto su internet che poteva trattarsi di angina pectoris instabile, perciò ho cominciato a preoccuparmi tanto da avere due attacchi di panico nel giro di pochi giorni (non ne avevo mai avuti prima).
Ho fatto una visita cardiologica con elettrocardiogramma a riposo, un ecocardiogramma color doppler e le analisi del sangue.
Tutto regolare, mi è stato detto che il cuore sta bene e che probabilmente si tratta di ansia.
Io convivo con l'ansia da anni ormai, non riesco a stare serena perché mi preoccupo per ogni cosa: per l'università, per la salute, per quello che gli altri pensano di me.
Ho una terribile paura dell'ignoto, di quello che non posso controllare, della morte.
Se devo prendere la metropolitana, ho paura di essere derubata, di essere molestata oppure di rimanere vittima di un incidente o di un attentato.
So che queste preoccupazioni sono eccessive, ma non riesco a scacciarle via; per quanto provi a distrarmi loro tornano sempre, impedendomi di vivere normalmente.
Spesso mi accade di sentirmi in colpa perché non mi sto preoccupando sufficientemente, di pensare che se mi dovesse accadere qualcosa di brutto mi sentirei in colpa.
Per tre anni ho cercato di tenere a bada questo tornado di pensieri che ho in testa, ma ora sento che non ne sono più capace, ho bisogno di aiuto, per questo ho deciso di rivolgermi a uno psicoterapeuta.
Agli "spilli" si sono aggiunte una strana sensazione agli arti superiori e inferiori simile all'indolenzimento con formicolii lievi, una compressione alla testa quando sono distesa e uno strano dolore alle spalle.
Mi è stato detto da più medici che questi sintomi sono dovuti all'ansia, ma io non riesco a tranquillizzarmi.
Provo a dirmi che non è nulla, poi però quando si presentano di nuovo, mi agito e scoppio a piangere.
Mi sembra di impazzire, non riesco più a discernere la realtà dalla paura.
Non metto in dubbio che potrebbe essere l'ansia, infatti la prossima settimana comincerò la terapia cognitivo-comportamentale, però allo stesso tempo vorrei fare altri accertamenti per escludere possibili malattie organiche.
È possibile che questi sintomi così disparati siano causati dall'ansia?
La terapia cognitivo-comportamentale è la soluzione migliore per il mio disturbo?
Mi scuso per la lunghezza del testo, confido in una vostra risposta.
Cordiali saluti
[#1]
Una volta stabilito che i sintomi sono legati all'ansia la conseguenza diretta è la visita psichiatrica senza troppe attese.
Chiunque sostiene che sia ansia ma quando è il momento di fare un indirizzamento adeguato pare non ci sia nessuno.
Ha cercato, sbagliando, di convivere con i sintomi e la conseguenza è che non ha nessun miglioramento di alcun tipo.
Una visita psichiatrica è il passaggio successivo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Chiunque sostiene che sia ansia ma quando è il momento di fare un indirizzamento adeguato pare non ci sia nessuno.
Ha cercato, sbagliando, di convivere con i sintomi e la conseguenza è che non ha nessun miglioramento di alcun tipo.
Una visita psichiatrica è il passaggio successivo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile dottore, la ringrazio per la sua celere risposta.
Ha ragione, spesso si tende a sottovalutare la gravità dei disturbi mentali, se ne parla poco e si tende a liquidare il tutto con un "è solo stress, calmati". Mi sento dire spesso che dovrei rilassarmi, che dovrei smetterla di preoccuparmi, come se si potesse spegnere quel susseguirsi di pensieri negativi premendo un pulsante. Ho sbagliato a trascurare l'ansia, ora però ho contattato uno specialista e a breve comincerò la terapia.
Avrei un'ulteriore domanda : lo psicoterapeuta può o non può prescrivere farmaci?
La ringrazio di nuovo per la disponibilità,
buona giornata!
Ha ragione, spesso si tende a sottovalutare la gravità dei disturbi mentali, se ne parla poco e si tende a liquidare il tutto con un "è solo stress, calmati". Mi sento dire spesso che dovrei rilassarmi, che dovrei smetterla di preoccuparmi, come se si potesse spegnere quel susseguirsi di pensieri negativi premendo un pulsante. Ho sbagliato a trascurare l'ansia, ora però ho contattato uno specialista e a breve comincerò la terapia.
Avrei un'ulteriore domanda : lo psicoterapeuta può o non può prescrivere farmaci?
La ringrazio di nuovo per la disponibilità,
buona giornata!
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 02/12/2019.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.