Abilify
Salve,
Mia cugina, 21 anni, a seguito di mesi in cui ha vissuto diverse circostanze, tra cui un incidente in macchina non grave, ma in cui si è molto spaventata ha iniziato a stare appunto male, era ansiosa, irrequieta come se fosse insofferente e soprattutto ha iniziato a non dormire bene per circa 4 mesi, fino ad arrivare all'insonnia vera e propria che le ha scatenato una sorta di crisi psicotica, un delirio che ci ha portato a recarci in prontosoccorso.
È stata visitata da uno psichiatra che le ha diagnosticato un eccitamento maniacale facendoci intendere che fosse bipolare e dicendoci di farla seguire al Csm di competenza.
Le è stato prescritto abilify 30 mg, E.
N. 6 mg al giorno e tavor al bisogno (mai stato necessario).
La prima psichiatra del csm è rimasta dell'idea che poteva trattarsi di disturbo bipolare e ha lasciato il dosaggio di abilify invariato, mentre l'e.
n. è stato da subito scalato e già dopo due settimane ne prende solo 0, 25 mg al bisogno.
Ha iniziato dopo circa due settimane a scalare l'abilify, passando a 25 mg al giorno e aggiungendo, pur non Avendo fatto diagnosi il depakin da 300mg.
Pur non avendo nessun tipo di sintomo come quelli che si erano verificati durante la crisi, lei non stava comunque bene ed è peggiorata quando ha iniziato il depakin, dormiva molto, aveva sonnolenza, si sentiva confusa, aveva paura di essere malata e di non riuscire a tornare alla normalità, non riusciva a concentrarsi a ricordare le cose, non aveva voglia di fare assolutamente nulla, ma allo stesso tempo si annoiava e quindi era come se si sentisse in trappola e ovviamente non era felice.
Circa due settimane fa è rientrata la psichiatra del csm che avrebbe dovuto seguirla sin da subito (diversa quindi da quella che aveva aggiunto il depakin), questa dottoressa dopo un primo colloquio in cui ha scalato a 20 mg l'abilify e lasciato invariata la terapia ha rivisitato mia cugina circa 10 giorni fa.
È specializzata in disturbi bipolari e ci ha detto che per lei è praticamente evidente che NON si tratta di bipolarismo e non si capacita di come abbiano potuto intraprendere una terapia così specifica.
Dopo di che ha scalato ulteriormente l'abilify a 15 mg e inserito la sertralina, perché secondo lei oltre ai problemi che hanno portato alla crisi (non necessariamente di carattere patologico), tutta questa situazione che dura ormai da quasi due mesi potrebbero averle portato ad avere una depressione.
Ha quindi iniziato da una settimana circa sertralina e abilify da 15 mg, e pur avendo notato dei miglioramenti evidenti ci sono dei giorni in cui gli effetti collaterali diciamo sono ancora presenti, sopratutto la sera è molto stanca, non riesce a resistere all'ora di cena, ha lo sguardo perso e non riesce a fare nulla.
Volevo avere delle rassicurazioni che scalando nel modi giusti l'abilify gli effetti collaterali spariscano e che lei possa tornare piano piano e con l'aiuto della specialista alla normalità.
Mia cugina, 21 anni, a seguito di mesi in cui ha vissuto diverse circostanze, tra cui un incidente in macchina non grave, ma in cui si è molto spaventata ha iniziato a stare appunto male, era ansiosa, irrequieta come se fosse insofferente e soprattutto ha iniziato a non dormire bene per circa 4 mesi, fino ad arrivare all'insonnia vera e propria che le ha scatenato una sorta di crisi psicotica, un delirio che ci ha portato a recarci in prontosoccorso.
È stata visitata da uno psichiatra che le ha diagnosticato un eccitamento maniacale facendoci intendere che fosse bipolare e dicendoci di farla seguire al Csm di competenza.
Le è stato prescritto abilify 30 mg, E.
N. 6 mg al giorno e tavor al bisogno (mai stato necessario).
La prima psichiatra del csm è rimasta dell'idea che poteva trattarsi di disturbo bipolare e ha lasciato il dosaggio di abilify invariato, mentre l'e.
n. è stato da subito scalato e già dopo due settimane ne prende solo 0, 25 mg al bisogno.
Ha iniziato dopo circa due settimane a scalare l'abilify, passando a 25 mg al giorno e aggiungendo, pur non Avendo fatto diagnosi il depakin da 300mg.
Pur non avendo nessun tipo di sintomo come quelli che si erano verificati durante la crisi, lei non stava comunque bene ed è peggiorata quando ha iniziato il depakin, dormiva molto, aveva sonnolenza, si sentiva confusa, aveva paura di essere malata e di non riuscire a tornare alla normalità, non riusciva a concentrarsi a ricordare le cose, non aveva voglia di fare assolutamente nulla, ma allo stesso tempo si annoiava e quindi era come se si sentisse in trappola e ovviamente non era felice.
Circa due settimane fa è rientrata la psichiatra del csm che avrebbe dovuto seguirla sin da subito (diversa quindi da quella che aveva aggiunto il depakin), questa dottoressa dopo un primo colloquio in cui ha scalato a 20 mg l'abilify e lasciato invariata la terapia ha rivisitato mia cugina circa 10 giorni fa.
È specializzata in disturbi bipolari e ci ha detto che per lei è praticamente evidente che NON si tratta di bipolarismo e non si capacita di come abbiano potuto intraprendere una terapia così specifica.
Dopo di che ha scalato ulteriormente l'abilify a 15 mg e inserito la sertralina, perché secondo lei oltre ai problemi che hanno portato alla crisi (non necessariamente di carattere patologico), tutta questa situazione che dura ormai da quasi due mesi potrebbero averle portato ad avere una depressione.
Ha quindi iniziato da una settimana circa sertralina e abilify da 15 mg, e pur avendo notato dei miglioramenti evidenti ci sono dei giorni in cui gli effetti collaterali diciamo sono ancora presenti, sopratutto la sera è molto stanca, non riesce a resistere all'ora di cena, ha lo sguardo perso e non riesce a fare nulla.
Volevo avere delle rassicurazioni che scalando nel modi giusti l'abilify gli effetti collaterali spariscano e che lei possa tornare piano piano e con l'aiuto della specialista alla normalità.
[#1]
Gentile utente,
Mi chiarisce una cosa: le diagnosi riportate alla dimissione sulla lettera e quella fatta dalla seconda psichiatra quali sono ?
Quando dice "una sorta di crisi psicotica, un delirio", intende appunto quello, o è un suo modo di dire ? Aveva tecnicamente una psicosi, delirava ?
Mi chiarisce una cosa: le diagnosi riportate alla dimissione sulla lettera e quella fatta dalla seconda psichiatra quali sono ?
Quando dice "una sorta di crisi psicotica, un delirio", intende appunto quello, o è un suo modo di dire ? Aveva tecnicamente una psicosi, delirava ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
Gentile dottor Pacini,
Grazie per la risposta, i termini che ho usato sono miei, non saprei se realmente ha avuto un delirio, la diagnosi della psichiatra del PS che l'ha visitata durante la crisi ha parlato di eccitamento maniacale. Allora lei come le dicevo era un periodo che non stava bene, si vedeva che c'era qualcosa che la preoccupava, non era serena, ma era lei, lucida, non aveva sintomi o comportamenti strani. L'ultimo periodo prima di avere la crisi, le ultime due settimane circa era molto più sensibile (lo è sempre stata) e piangeva per cose anche banali e non riusciva a controllarsi. La sera di venerdì dopo una seduta dallo psicologo che la stava seguendo da due mesi circa era più strana del solito, ansiosa, preoccupata come se avesse paura di essere malata. La notte non ha dormito e la mattina successiva ha contattato il neurologo psicoterapeuta di fiducia perché voleva intraprendere un percorso con lui temendo di essere appunto malata. Lui le ha dato delle gocce (benzodiazepine) per dormire che non hanno però fatto effetto, non è riuscita a riposare nei 3 giorni successivi, era sempre più agitata proprio perché era stanca voleva dormire ma non riusciva, le veniva da piangere in continuaZione perché era come insofferente, la notte tra la domenica e il lunedì ha raggiunto il picco diciamo, non era lei, era assente non riusciva a dormire, non era lucida, non parlava, diceva di essere confusa, di non riuscire a smettere di pensare, pensava a tutto, situazioni vissute in passato, cose recenti, continuava a rimuginare ect, non riusciva più a stare ferma, camminava, si alzava in continuazione, fino a quando non ha avuta una sorta di crisi con scosse muscolari, come delle convulsioni. Non è mai stata violentata, non ha avuto allucinazioni, scatti d'ira o cose del genere, era come assente, se non riuscisse a comunicarci cosa stava provando, ed era irrequieta perché voleva dormire. L'abbiamo quindi portata al ps e lei ha diagnosticato un eccitamento maniacale. La psichiatra che la sta seguendo ora non ci ha rilasciato un foglio di diagnosi ma ha parlato di depressione, tant'è che da una settimana ha introdotto la sertralina. Anche la psicologa che la seguiva ci ha poi detto che nell'ultima seduta aveva notato che c'era qualcosa che non andava e che stava preparando la pratica per mandarla al csm per depressione. Il problema come le dicevo è questa stanchezza, apatia, difficoltà a concentrarsi, lentezza nei movimenti e nella parola. Le vengono soprattutto la sera, la mattina sta bene, è un po' rallentata ma è lucida ee fa le sue cose diciamo. Mi spaventa questo farmaco a dosaggi così alti e con questi effetti.
Grazie per la risposta, i termini che ho usato sono miei, non saprei se realmente ha avuto un delirio, la diagnosi della psichiatra del PS che l'ha visitata durante la crisi ha parlato di eccitamento maniacale. Allora lei come le dicevo era un periodo che non stava bene, si vedeva che c'era qualcosa che la preoccupava, non era serena, ma era lei, lucida, non aveva sintomi o comportamenti strani. L'ultimo periodo prima di avere la crisi, le ultime due settimane circa era molto più sensibile (lo è sempre stata) e piangeva per cose anche banali e non riusciva a controllarsi. La sera di venerdì dopo una seduta dallo psicologo che la stava seguendo da due mesi circa era più strana del solito, ansiosa, preoccupata come se avesse paura di essere malata. La notte non ha dormito e la mattina successiva ha contattato il neurologo psicoterapeuta di fiducia perché voleva intraprendere un percorso con lui temendo di essere appunto malata. Lui le ha dato delle gocce (benzodiazepine) per dormire che non hanno però fatto effetto, non è riuscita a riposare nei 3 giorni successivi, era sempre più agitata proprio perché era stanca voleva dormire ma non riusciva, le veniva da piangere in continuaZione perché era come insofferente, la notte tra la domenica e il lunedì ha raggiunto il picco diciamo, non era lei, era assente non riusciva a dormire, non era lucida, non parlava, diceva di essere confusa, di non riuscire a smettere di pensare, pensava a tutto, situazioni vissute in passato, cose recenti, continuava a rimuginare ect, non riusciva più a stare ferma, camminava, si alzava in continuazione, fino a quando non ha avuta una sorta di crisi con scosse muscolari, come delle convulsioni. Non è mai stata violentata, non ha avuto allucinazioni, scatti d'ira o cose del genere, era come assente, se non riuscisse a comunicarci cosa stava provando, ed era irrequieta perché voleva dormire. L'abbiamo quindi portata al ps e lei ha diagnosticato un eccitamento maniacale. La psichiatra che la sta seguendo ora non ci ha rilasciato un foglio di diagnosi ma ha parlato di depressione, tant'è che da una settimana ha introdotto la sertralina. Anche la psicologa che la seguiva ci ha poi detto che nell'ultima seduta aveva notato che c'era qualcosa che non andava e che stava preparando la pratica per mandarla al csm per depressione. Il problema come le dicevo è questa stanchezza, apatia, difficoltà a concentrarsi, lentezza nei movimenti e nella parola. Le vengono soprattutto la sera, la mattina sta bene, è un po' rallentata ma è lucida ee fa le sue cose diciamo. Mi spaventa questo farmaco a dosaggi così alti e con questi effetti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.6k visite dal 25/11/2019.
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