Colite psicosomatica
Buongiorno,
Sono una ragazza di 24 anni.
Dopo la morte di mio padre per suicidio ho sviluppato una sindrome ansiosa generalizzata.
(Attacchi di panico, insonnia, lieve fobia sociale e colite nervosa)
Dopo più di un anno di psicoterapia associata a farmaci (escitalopram 12 goccie e trittico 20 gg) le cose andavano molto meglio.
Dal punto di vista emotivo mi sono liberata dei classici sensi di colpa e rimorsi che avevo.
"Mio padre mi.
voleva bene, io volevo bene a lui e questa è l'unica cosa che conta"
Una volta arrivata a questa rielaborazione pensavo che il mio percorso sarebbe giunto al termine ma in realtà lavorando col mio terapista sono emersi molti altri traumi che non avevo mai elaborato e quindi ho deciso di continuare.
Gli attacchi di panico sono quasi del tutto scomparsi da quando ho iniziato ad accettare che la tristezza è un sentimento che va accettato e condiviso con le persone che amo (per farvi capire ero tornata a lavoro come se niente fosse.
una settimana dopo la morte di mio papà e non ne ho mai parlato con nessuno, neanche intimi amici per mesi e mesi.
) Da questo punto la terapia é stata estremamente efficace.
Negli ultimi 6 mesi però ho sviluppato una colite nervosa che.
proprio non mi da.
tregua (sono in cura da un gastroenterologo) la mia colite tende però a bloccarmi l'intestino, non vado di corpo anche per una settimana, motivo per il quale ahimè sono andata più volte in ospedale.
Il mio dilemma è per l'appunto il seguente: se la mia è una colite nervosa all'ora oltre a farmaci per l'intestino devo continuare a prendere ansiolitici MA come effetto collaterale TUTTI gli ansiolitici riducono la mobilità intestinale e da qui chiedo un vostro gentile parere.
(Ho sostituto da circa due mesi trittico con xanax/alprazolam in gocce.
25 per dormire e 10 al bisogno)
Mi scuso per la lunga premessa ma era per farvi avere un quadro completo.
(Non sapevo se pubblIcamente in psichiatria, psicologia o gastroenterologia)
PS: ho purtroppo da sempre una resistenza molto alta ai farmaci.
Quindi in.
realtà per dormire niente di quello che prendo mi aiuta.
Vi ringrazio
Sono una ragazza di 24 anni.
Dopo la morte di mio padre per suicidio ho sviluppato una sindrome ansiosa generalizzata.
(Attacchi di panico, insonnia, lieve fobia sociale e colite nervosa)
Dopo più di un anno di psicoterapia associata a farmaci (escitalopram 12 goccie e trittico 20 gg) le cose andavano molto meglio.
Dal punto di vista emotivo mi sono liberata dei classici sensi di colpa e rimorsi che avevo.
"Mio padre mi.
voleva bene, io volevo bene a lui e questa è l'unica cosa che conta"
Una volta arrivata a questa rielaborazione pensavo che il mio percorso sarebbe giunto al termine ma in realtà lavorando col mio terapista sono emersi molti altri traumi che non avevo mai elaborato e quindi ho deciso di continuare.
Gli attacchi di panico sono quasi del tutto scomparsi da quando ho iniziato ad accettare che la tristezza è un sentimento che va accettato e condiviso con le persone che amo (per farvi capire ero tornata a lavoro come se niente fosse.
una settimana dopo la morte di mio papà e non ne ho mai parlato con nessuno, neanche intimi amici per mesi e mesi.
) Da questo punto la terapia é stata estremamente efficace.
Negli ultimi 6 mesi però ho sviluppato una colite nervosa che.
proprio non mi da.
tregua (sono in cura da un gastroenterologo) la mia colite tende però a bloccarmi l'intestino, non vado di corpo anche per una settimana, motivo per il quale ahimè sono andata più volte in ospedale.
Il mio dilemma è per l'appunto il seguente: se la mia è una colite nervosa all'ora oltre a farmaci per l'intestino devo continuare a prendere ansiolitici MA come effetto collaterale TUTTI gli ansiolitici riducono la mobilità intestinale e da qui chiedo un vostro gentile parere.
(Ho sostituto da circa due mesi trittico con xanax/alprazolam in gocce.
25 per dormire e 10 al bisogno)
Mi scuso per la lunga premessa ma era per farvi avere un quadro completo.
(Non sapevo se pubblIcamente in psichiatria, psicologia o gastroenterologia)
PS: ho purtroppo da sempre una resistenza molto alta ai farmaci.
Quindi in.
realtà per dormire niente di quello che prendo mi aiuta.
Vi ringrazio
[#1]
Gentile utente,
Ci sono una serie di concetti confusi. Lei inizia a curarsi, e dopo un anno (non prima) ha dei risultati ? Certamente in questo caso non sono attribuibili alla terapia farmacologica, che funziona in tempi di 1-3 mesi, o comunque è valutabile.
Che una psicoterapia funzioni solo dopo un anno, anche questo non saprei che senso abbia di preciso.
Adesso ha questa sindrome per cui per 7 giorni non evacua e quindi finisce in PS per occlusione intestinale ? Quale diagnosi è fatta in dimissione ?
Chi ha indicato che si tratti di un fenomeno nervoso ? E in che senso, come tipo di allarme localizzato alla pancia, o come alterazione della funzione intestinale legato all'ansia ?
Ci sono una serie di concetti confusi. Lei inizia a curarsi, e dopo un anno (non prima) ha dei risultati ? Certamente in questo caso non sono attribuibili alla terapia farmacologica, che funziona in tempi di 1-3 mesi, o comunque è valutabile.
Che una psicoterapia funzioni solo dopo un anno, anche questo non saprei che senso abbia di preciso.
Adesso ha questa sindrome per cui per 7 giorni non evacua e quindi finisce in PS per occlusione intestinale ? Quale diagnosi è fatta in dimissione ?
Chi ha indicato che si tratti di un fenomeno nervoso ? E in che senso, come tipo di allarme localizzato alla pancia, o come alterazione della funzione intestinale legato all'ansia ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 23/11/2019.
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