Parere su trattamento farmacologico con antidepressivi per ansia e attacchi di panico

Salve, sono il padre di un ragazzo di 30 anni che soffre da parecchi mesi di ansia esagerata se esce di casa, entra in un negozio, va al ristorante, fa la fila in un ambiente pubblico, ecc... Abbiamo quindi deciso di rivogerci ad uno psicologo e adesso è arrivato alla quinta seduta senza però ancora intraprendere alcuna azione. In pratica fin ora sono state sedute conoscitive.
Lo psicologo però ha richiesto una visita psichiatrica per capire se vi è qualche problematica a livello biochimico.
Siamo andati quindi da uno psichiatra il quale gli ha fatto fare alcuni esami i cui risultati sono i seguenti:

- Omocisteina: 30, 1 (v. n. 0 - 15)
- Potassio: 140 (v. n. 136 - 148)
- Cloro: 99 (v. n. 97 - 112)
- Calcio: 9, 9 (v. n. 8 - 10)
- Magnesio: 1, 9 (v. n. 1, 4 - 2, 4)
- Ferro: 97 (v. n. 60 - 160)
- Creatin-kinasi: 54, 3 (v. n. < 190)
- PCR: 0, 1 (v. n. < 0, 5)
- Vitamina B12: 268 (v. n. 225 - 1000)
- Acido folico: 1, 2 (2 - 19, 7)
- Vitamina D3: 45, 1 (v. n. 30 - 100)
- Serotonina: 108 (v. n. 117, 5 - 193, 3)
- Prolattina: 20 (v. n. <15)

Lo psichiatra ha soffermato la sua attensione sul valore alto di omocisteina attribuendone la causa allo stress.
Tengo a precisare che non svolge alcun lavoro, non assume alcol, non fuma e svolge una vita sedentaria in casa.

Ha prescritto quindi i seguenti farmaci ed integratori:

- Daparox 20 mg
- Xanax 5 mg al bisogno in caso di stati ansiosi o insonnia
- Folifill 5 mg (integratore di acido folico)
- Pineal tens forte (integratore di l-triptofano, magnesio, ecc... )

La mia domanda è la seguente: il trattamento con l’antidepressivo è proprio necessario in questi casi (non depressivi ma di ansia generalizzata) tenuto conto che sta già intraprendendo un percorso psicoterapeutico i cui risultati sono ancora da vedere?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
L’unico trattamento validato è proprio quello con l’antidepreesivo, il resto può anche considerarsi superfluo.

Per ciò che attiene alla psicoterapia a parte la condizione di eleggibilità, il risultato sarebbe lungo nel tempo.

Ora, l’invio allo psichiatra per capire se vi sia un problema biochimico andrebbe letto come la valutazione che il disturbo necessita di una terapia senza però dirlo francamente per evitare di dire che non si è in grado di andare avanti nella terapia.

I sintomi psichiatrici hanno sempre alla base uno squilibrio biochimico, per cui anche chiedere tanti esami inutili per poi prescrivere una terapia semplice antidepressiva ed una serie di integratori non ha molto senso.

D’altro canto è evidente che siete orientati verso terapie alternative e non validate ponendo il dubbio sull’unica terapia efficace e non sulle richieste precedenti alla prescrizione.

Certamente tra le tante terapie disponibili, la paroxetina non sarebbe stata la mia prima scelta.


Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
Utente
Utente
Grazie per la rapida risposta.

Posso chiederle qual'è la sua prima scelta in questi casi?

Come avrà capito siamo un pò diffidenti verso questi tipo di farmaci. Forse perchè conosciamo casi di persone che alla fine non ne hanno più potuto farne a meno.
Ma, a prescindere dai tempi lunghi e dai costi, secondo il suo parere il solo approccio psicoterapeutico non potrebbe essere ugualmente risolutivo?

Per quanto riguarda gli integratori lo psichiatra ha ritenuto urgentemente correggere il valore della omocisteina con l'assunzione di acido folico mentre per ciò che riguarda la serotonina ematica, nonostante ci siano pareri contrastanti in ambito medico scientifico, secondo lui è strettamente correlata con la serotonina cerebrale, per questo ha prescritto anche un integratore di l-triptofano.

Mi sorge allora questo dubbio: se il problema nasce da solo un basso livello di serotonina, non dovrebbe essere già sufficiente una buona integrazione?

In fin dei conti anche un antidepressivo moderno (SSRI) sia pur con meccanismi diversi non ha lo scopo di aumentare la concentrazione di serotonina?
[#3]
Utente
Utente
Ne approfitto per aggiungere quanto segue.
Ad oggi mio figlio ha effettuato 6 incontri con la sua psicologa, della durata di circa 1,5-2 ore cadauna, una volta a settimana, e ancora nessuna strategia o azione viene da lei suggerita, almeno come primo concreto approccio psicoterapeutico, se non quella di aver consigliato una banale esposizione graduale alle situazioni che scatenano l'ansia. Cosa che tra l'altro mio figlio stava già cominciando a fare di propria iniziativa.
Possibile che la c.d. terapia cognitivo comportamentale si riduce solo a questo? Oppure è ancora troppo presto per valutare?
Inoltre in questi giorni ho avuto occasione di parlare con uno psicoterapeuta che pratica ai suoi pazienti l'ipnosi eriksoniana. A suo dire è molto più veloce della tradizionale psicoterapia e ci ha invitato a provare.

Mi farebbe piacere conoscere un vostro parere.
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