Ansia e giramenti di testa
Dottori buonasera.
Vorrei chiedervi un'opinione riguardo al disturbo che mi affligge da alcuni mesi. Premetto che sono sempre stato un soggetto ansioso di carattere e ipocondriaco ma non avevo mai avuto attacchi di panico né problemi a riguardo. Da aprile ho cominciato a lavoro ad avere episodi di panico lieve (momenti nei quali avvertivo paura e avevo impellente bisogno di uscire e camminare o comunque allontanarmi). Mi sono accorto che questi stati erano preceduti sempre da sensazione di giramento di testa che mi coglievano all'improvviso e mi spaventavano molto. Ho eseguito una visita dall'otorino che non ha fatto emergere nulla ma piano piano gli stati di panico sono diventati più frequenti e più intensi. Essendo stato un anno particolarmente stressante (cambio casa matrimonio problemi a lavoro problemi economici) ed essendo anche la mia dottoressa di base d'accordo ho iniziato psicoterapia con un dottore col quale però non ho instaurato un bel rapporto il quale ha comunque concordato che fosse ansia. Sono stato anche da due psichiatre ma non sono riuscito per una mia paura degli effetti collaterali (presentatisi soprattutto con la paroxetina), a proseguire l'assunzione dei farmaci. Ho cambiato psicoterapeuta ed intanto ho cominciato ad avere veri e propri attacchi di panico (che ora non si stanno presentando piu) ma la cosa che mi sta preoccupando maggiormente è ciò che sta capitando ogni qualvolta esco di casa e soprattutto quando entro in luoghi chiusi: fortissima tensione, confusione, mancanza di concentrazione, giramenti di testa, sensazione di disequilibrio, paura di impazzire da un momento all'altro. È come se mi dissociassi e percepisca tutto come potenzialmente pericoloso e l'unica cosa che voglio è letteralmente scappare via. Per circa un anno e mezzo sino a quando ho iniziato a stare male ad aprile ho assunto 10 gocce di Xanax al giorno a seguito di un periodo difficile di cambiamento e da aprile ne assumo circa una trentina, soprattutto al bisogno. Mi rendo conto che pubblicando questo consulto in psichiatria mi risponderete che sarebbe consono un trattamento farmacologico, ma vorrei arrivare a capire con la psicoterapia come mai mi sta succedendo questo (qualcosa sto capendo, per esempio aver mollato il lavoro mi ha fatto stare subito meglio, riconoscere il difficile rapporto con mio padre a causa dell'omosessualità che ha ancora ripercussioni nel presente), ma vi chiedo, può l'ansia provocare questa sensazione di instabilità, di giramento di testa soggettivo, di confusione mentale e mancanza di concentrazione, come di ubriachezza, di mancanza di equilibrio? Provo a chiedere a voi perché gli psichiatri che ho incontrato mi hanno semplicemente prescritto dei farmaci senza darmi spiegazioni e senza farmi capire meglio e mi sento un po perso perché la mia vita è cambiata e vedo il futuro nero a causa di questi sintomi fisici che mi fanno venire paura anche di andare a fare la spesa. Vi ringrazio per qualsiasi consiglio in anticipo.
Vorrei chiedervi un'opinione riguardo al disturbo che mi affligge da alcuni mesi. Premetto che sono sempre stato un soggetto ansioso di carattere e ipocondriaco ma non avevo mai avuto attacchi di panico né problemi a riguardo. Da aprile ho cominciato a lavoro ad avere episodi di panico lieve (momenti nei quali avvertivo paura e avevo impellente bisogno di uscire e camminare o comunque allontanarmi). Mi sono accorto che questi stati erano preceduti sempre da sensazione di giramento di testa che mi coglievano all'improvviso e mi spaventavano molto. Ho eseguito una visita dall'otorino che non ha fatto emergere nulla ma piano piano gli stati di panico sono diventati più frequenti e più intensi. Essendo stato un anno particolarmente stressante (cambio casa matrimonio problemi a lavoro problemi economici) ed essendo anche la mia dottoressa di base d'accordo ho iniziato psicoterapia con un dottore col quale però non ho instaurato un bel rapporto il quale ha comunque concordato che fosse ansia. Sono stato anche da due psichiatre ma non sono riuscito per una mia paura degli effetti collaterali (presentatisi soprattutto con la paroxetina), a proseguire l'assunzione dei farmaci. Ho cambiato psicoterapeuta ed intanto ho cominciato ad avere veri e propri attacchi di panico (che ora non si stanno presentando piu) ma la cosa che mi sta preoccupando maggiormente è ciò che sta capitando ogni qualvolta esco di casa e soprattutto quando entro in luoghi chiusi: fortissima tensione, confusione, mancanza di concentrazione, giramenti di testa, sensazione di disequilibrio, paura di impazzire da un momento all'altro. È come se mi dissociassi e percepisca tutto come potenzialmente pericoloso e l'unica cosa che voglio è letteralmente scappare via. Per circa un anno e mezzo sino a quando ho iniziato a stare male ad aprile ho assunto 10 gocce di Xanax al giorno a seguito di un periodo difficile di cambiamento e da aprile ne assumo circa una trentina, soprattutto al bisogno. Mi rendo conto che pubblicando questo consulto in psichiatria mi risponderete che sarebbe consono un trattamento farmacologico, ma vorrei arrivare a capire con la psicoterapia come mai mi sta succedendo questo (qualcosa sto capendo, per esempio aver mollato il lavoro mi ha fatto stare subito meglio, riconoscere il difficile rapporto con mio padre a causa dell'omosessualità che ha ancora ripercussioni nel presente), ma vi chiedo, può l'ansia provocare questa sensazione di instabilità, di giramento di testa soggettivo, di confusione mentale e mancanza di concentrazione, come di ubriachezza, di mancanza di equilibrio? Provo a chiedere a voi perché gli psichiatri che ho incontrato mi hanno semplicemente prescritto dei farmaci senza darmi spiegazioni e senza farmi capire meglio e mi sento un po perso perché la mia vita è cambiata e vedo il futuro nero a causa di questi sintomi fisici che mi fanno venire paura anche di andare a fare la spesa. Vi ringrazio per qualsiasi consiglio in anticipo.
[#1]
Una prescrizione è una terapia sulla base dei sintomi che riferisce.
Lei si ostina a non voler fare una terapia farmacologica e di conseguenza deve accettare la permanenza dei sintomi fini a quando la psicoterapia non darà i suoi effetti, se ne darà, in quanto strumento che richiede una preventiva valutazione di eleggibilità e non applicabile a tappeto.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Lei si ostina a non voler fare una terapia farmacologica e di conseguenza deve accettare la permanenza dei sintomi fini a quando la psicoterapia non darà i suoi effetti, se ne darà, in quanto strumento che richiede una preventiva valutazione di eleggibilità e non applicabile a tappeto.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Buongiorno dottore
Grazie per la risposta.
Ha ragione, mi ostino e questo è uno dei problemi più grandi. Però le spiego, se come lei dice "una prescrizione è una terapia sulla base dei suoi sintomi", perché tre psichiatri mi prescrivono:
1. Xanax e paroxetina
2. Cymbalta, serenase, lyrica, xanax
3. depakin chrono, rivotril ?
Se lei fosse un paziente ignorante diplomato al liceo linguistico e cercando più pareri si trovasse di fronte a 3 terapie così diverse, cosa farebbe? Non le sto chiedendo ovviamente di consigliarmi quale delle 3 terapie assumere, ma conviene con me sul fatto che se io racconto a 3 dottori la mia storia e in 3 mi danno delle interpretazioni così differenti e cure così differenti io non sia in grado di scegliere da chi farmi seguire?
Uno psichiatra mi dice che non ho nulla, l'altro mi prescrive un antipsicotico e un altro ancora un antiepilettico. Chi mi dice di eliminare lo Xanax senza scalarlo e chi di toglierlo dalla sera alla mattina. Un collega mi dice che la testa mi gira perché non faccio attività fisica, l'altro che mi gira perché ho l'ansia. Preciso che la mia risposta non è assolutamente ironica né altezzosa, ma lei, sinceramente, al mio posto coda farebbe?
Grazie per la risposta.
Ha ragione, mi ostino e questo è uno dei problemi più grandi. Però le spiego, se come lei dice "una prescrizione è una terapia sulla base dei suoi sintomi", perché tre psichiatri mi prescrivono:
1. Xanax e paroxetina
2. Cymbalta, serenase, lyrica, xanax
3. depakin chrono, rivotril ?
Se lei fosse un paziente ignorante diplomato al liceo linguistico e cercando più pareri si trovasse di fronte a 3 terapie così diverse, cosa farebbe? Non le sto chiedendo ovviamente di consigliarmi quale delle 3 terapie assumere, ma conviene con me sul fatto che se io racconto a 3 dottori la mia storia e in 3 mi danno delle interpretazioni così differenti e cure così differenti io non sia in grado di scegliere da chi farmi seguire?
Uno psichiatra mi dice che non ho nulla, l'altro mi prescrive un antipsicotico e un altro ancora un antiepilettico. Chi mi dice di eliminare lo Xanax senza scalarlo e chi di toglierlo dalla sera alla mattina. Un collega mi dice che la testa mi gira perché non faccio attività fisica, l'altro che mi gira perché ho l'ansia. Preciso che la mia risposta non è assolutamente ironica né altezzosa, ma lei, sinceramente, al mio posto coda farebbe?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.3k visite dal 11/11/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.