Sonnolenza e stanchezza eccessive. Colpa dell'antidepressivo?
Buongiorno,
mi chiamo Chiara, sono una ragazza di 27 anni che durante la propria vita ha subito lutti importanti che hanno inciso sul proprio umore (sono seguita da una psicoterapeuta da 2 anni).
Quest'estate, dopo essermi iscritta a un corso universitario particolarmente intensivo, è sfociata un'ansia incontenibile che non mi faceva vivere serenamente: non riuscivo più a dormire la notte (nemmeno con sonnifero Zolpidem), di giorno avevo costantemente ansia (tenuta a bada con 1/2 pastiglia di Tavor 3 volte al giorno), muscoli del collo e spalle rigidi, umore basso. Qualsiasi pensiero era divenuto fonte di preoccupazione e stress e ho deciso di rivolgermi allo psichiatra (che mi aveva già seguita precedentemente per una depressione insorta dopo una forte allergia agli occhi): sapendo che sono molto sensibile ai farmaci, mi ha prescritto, a inizio settembre, il più basso dosaggio di Efexor 37, 5 mg da prendere alla mattina. Mi ha detto che il farmaco raramente causa sonnolenza (che avevo invece riscontrato con Citalopram).
Dopo le prime due settimane faticose, dove l'ansia è peggiorata, sono iniziati i miglioramenti: dapprima l'ansia è passata, e poi, dopo altre 2 settimane, l'umore ha iniziato a beneficiare del farmaco. Pian piano ho scalato il Tavor fino a eliminarlo. "Finalmente un netto miglioramento! " ho pensato.
Ma ho parlato troppo presto: dopo un mese circa di assunzione ho iniziato a sentire forte sonnolenza che inizialmente, io e lo psichiatra, abbiamo attribuito al sonnifero. Lo sto scalando gradualmente e ora prendo mezza pastiglia che andrò pian piano a togliere completamente.
Il problema è che non ho riscontrato alcun beneficio, anzi: la sonnolenza sta peggiorando, necessito di dormire 9-10h al giorno, mi sveglio affaticata e assonnata nonostante il sonno sia buono, vorrei fare tante cose ma sento di non avere energie, di conseguenza l'umore ne risente. Spesso faccio fatica a concentrarmi e a portare avanti i miei impegni quotidiani.
Mi chiedo se sia l'Efexor a crearmi questa forte sonnolenza oppure qualche altra causa: ho paura di avere qualche malattia perché l'astenia ha sempre fatto parte di me, ma mai in maniera così debilitante.
Ho pensato di avere la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica, qualche intolleranza alimentare.. . sono preoccupata, vorrei vivere una vita "normale".
Se sono così sensibile agli psicofarmaci come posso curare la mia depressione e la mia ansia?
mi chiamo Chiara, sono una ragazza di 27 anni che durante la propria vita ha subito lutti importanti che hanno inciso sul proprio umore (sono seguita da una psicoterapeuta da 2 anni).
Quest'estate, dopo essermi iscritta a un corso universitario particolarmente intensivo, è sfociata un'ansia incontenibile che non mi faceva vivere serenamente: non riuscivo più a dormire la notte (nemmeno con sonnifero Zolpidem), di giorno avevo costantemente ansia (tenuta a bada con 1/2 pastiglia di Tavor 3 volte al giorno), muscoli del collo e spalle rigidi, umore basso. Qualsiasi pensiero era divenuto fonte di preoccupazione e stress e ho deciso di rivolgermi allo psichiatra (che mi aveva già seguita precedentemente per una depressione insorta dopo una forte allergia agli occhi): sapendo che sono molto sensibile ai farmaci, mi ha prescritto, a inizio settembre, il più basso dosaggio di Efexor 37, 5 mg da prendere alla mattina. Mi ha detto che il farmaco raramente causa sonnolenza (che avevo invece riscontrato con Citalopram).
Dopo le prime due settimane faticose, dove l'ansia è peggiorata, sono iniziati i miglioramenti: dapprima l'ansia è passata, e poi, dopo altre 2 settimane, l'umore ha iniziato a beneficiare del farmaco. Pian piano ho scalato il Tavor fino a eliminarlo. "Finalmente un netto miglioramento! " ho pensato.
Ma ho parlato troppo presto: dopo un mese circa di assunzione ho iniziato a sentire forte sonnolenza che inizialmente, io e lo psichiatra, abbiamo attribuito al sonnifero. Lo sto scalando gradualmente e ora prendo mezza pastiglia che andrò pian piano a togliere completamente.
Il problema è che non ho riscontrato alcun beneficio, anzi: la sonnolenza sta peggiorando, necessito di dormire 9-10h al giorno, mi sveglio affaticata e assonnata nonostante il sonno sia buono, vorrei fare tante cose ma sento di non avere energie, di conseguenza l'umore ne risente. Spesso faccio fatica a concentrarmi e a portare avanti i miei impegni quotidiani.
Mi chiedo se sia l'Efexor a crearmi questa forte sonnolenza oppure qualche altra causa: ho paura di avere qualche malattia perché l'astenia ha sempre fatto parte di me, ma mai in maniera così debilitante.
Ho pensato di avere la fibromialgia, la sindrome da stanchezza cronica, qualche intolleranza alimentare.. . sono preoccupata, vorrei vivere una vita "normale".
Se sono così sensibile agli psicofarmaci come posso curare la mia depressione e la mia ansia?
[#1]
La dose di venlafaxina è effettivamente molto bassa. Si sveglia assonnata e affaticata nonostante 9 o 10 ore di sonno: questo indica che il sonno non è di buona qualità, e quindi durante il giorno la stanchezza si fa sentire sotto forma di sonnolenza.
Il sonno disturbato può essere indice di uno stato ansioso non controllato da una dose troppo bassa di venlafaxina.
Farei anche un esame del sangue per controllare in particolare il livello del ferro e gli ormoni tiroidei.
Il sonno disturbato può essere indice di uno stato ansioso non controllato da una dose troppo bassa di venlafaxina.
Farei anche un esame del sangue per controllare in particolare il livello del ferro e gli ormoni tiroidei.
Franca Scapellato
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, grazie della risposta.
A marzo la tiroide era risultata apposto dagli esami del sangue.
Il ferro al limite della sufficienza ma in passato ero carente.
Oggi, non so se per i pensieri nagativi dovuti alla stanchezza e alla non comprensione della mia famiglia, ho sentito di nuovo ansia dopo un mese e mezzo che l’avevo dimenticata .
Non capisco se la sonnolenza sia un effetto del farmaco oppure un residuo della sindrome di ansia generalizzata.
Può essere che inizialmente il farmaco abbia eliminato ogni sintomo e che ora invece la dose non sia sufficiente?
A marzo la tiroide era risultata apposto dagli esami del sangue.
Il ferro al limite della sufficienza ma in passato ero carente.
Oggi, non so se per i pensieri nagativi dovuti alla stanchezza e alla non comprensione della mia famiglia, ho sentito di nuovo ansia dopo un mese e mezzo che l’avevo dimenticata .
Non capisco se la sonnolenza sia un effetto del farmaco oppure un residuo della sindrome di ansia generalizzata.
Può essere che inizialmente il farmaco abbia eliminato ogni sintomo e che ora invece la dose non sia sufficiente?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.9k visite dal 27/10/2019.
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