Disturbo ossessivo compulsivo e terapia
Buongiorno,
Ormai da quasi 9 mesi sono in terapia cognitivo comportamentale per quella che è venuta fuori essere una condizione ossessiva della sfera del disturbo ossessivo compulsivo.
Principalmente tendo all’ossessività dei pensieri, soprattutto riguardanti malattie e la mia relazione, che mi portano a un profondo stato di ansia e a ricerca di conferme tramite visite mediche e rassicurazioni dal mio partner.
La psicoterapeuta più volte mi ha consigliato una visita psichiatrica, che ho sempre declinato. Una settimana fa circa, dopo una piccola crisi, mi ha riproposto la cosa e la sto valutando.
Quello che mi frena è la paura degli psicofarmaci: danno dipendenza, reazioni avverse importanti e debilitanti per un ragazzo soprattutto sulla sfera sessuale. Sto leggendo anche su internet di possibili alterazioni irreversibili a livello cerebrale, assuefazione e aumento costante della dose e del numero di farmaci.
La psicoterapeuta mi ha in tal senso rassicurato, spiegandomi che sarebbe al massimo un ssri a basse dosi e per un tempo limitato, affiancato alla psicoterapia in modo da riuscire a lavorare meglio.
Sono tuttavia ugualmente preoccupato, perché da un lato penso che un aiuto, un migliorare il mio stato e diminuire le crisi frequenti potrebbe essere utile anche per la buona riuscita, dall’altro però mi domando se questo non sia solo un modo per iniziare una lenta discesa, magari dovendo aggiungere altri farmaci per una esacerbazione di ansia o depressione che ho letto possono dare questi farmaci, o diventarne dipendente o avere reazioni gravi e potenzialmente irreversibili (ho letto anche di una impotenza da ssri irreversibile.. ) .
Potrei avere una vostra opinione?
Vi ringrazio
Ormai da quasi 9 mesi sono in terapia cognitivo comportamentale per quella che è venuta fuori essere una condizione ossessiva della sfera del disturbo ossessivo compulsivo.
Principalmente tendo all’ossessività dei pensieri, soprattutto riguardanti malattie e la mia relazione, che mi portano a un profondo stato di ansia e a ricerca di conferme tramite visite mediche e rassicurazioni dal mio partner.
La psicoterapeuta più volte mi ha consigliato una visita psichiatrica, che ho sempre declinato. Una settimana fa circa, dopo una piccola crisi, mi ha riproposto la cosa e la sto valutando.
Quello che mi frena è la paura degli psicofarmaci: danno dipendenza, reazioni avverse importanti e debilitanti per un ragazzo soprattutto sulla sfera sessuale. Sto leggendo anche su internet di possibili alterazioni irreversibili a livello cerebrale, assuefazione e aumento costante della dose e del numero di farmaci.
La psicoterapeuta mi ha in tal senso rassicurato, spiegandomi che sarebbe al massimo un ssri a basse dosi e per un tempo limitato, affiancato alla psicoterapia in modo da riuscire a lavorare meglio.
Sono tuttavia ugualmente preoccupato, perché da un lato penso che un aiuto, un migliorare il mio stato e diminuire le crisi frequenti potrebbe essere utile anche per la buona riuscita, dall’altro però mi domando se questo non sia solo un modo per iniziare una lenta discesa, magari dovendo aggiungere altri farmaci per una esacerbazione di ansia o depressione che ho letto possono dare questi farmaci, o diventarne dipendente o avere reazioni gravi e potenzialmente irreversibili (ho letto anche di una impotenza da ssri irreversibile.. ) .
Potrei avere una vostra opinione?
Vi ringrazio
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Tutto quanto pensa fa parte solo del suo pregiudizio, per cui dovrebbe sentire il parere di uno psichiatra per un trattamento.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 18/10/2019.
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