Attacchi di ansia

Salve, Ho fatto una cura (a mio avviso troppo prolungata) di xanax per circa 2 anni e mezzo prescritta da uno psichiatra per una forma di depressione ansiosa. Pochi giorni fa mi sono resa conto di non sentirmi bene, avevo sintomi del tipo sonnolenza confusione amnesia e talvolta esattamente l ansia che provavo all'inizio della cura. Ho chiamato la mia dottoressa di base e ho deciso di sospendere la cura che prendevo abbinata alla mia quotidiana per epilessia, mi ha prescritto 10gg a mezza compressa 10 gg a 1/4 e 5 giorni alternando 1/4 a 0. Sono al terzo giorno del 1/4. E paradossalmente ho le stesse paure ansia e ossessioni che avevo prima di iniziare la cura. Io sono una persona di per sé molto ansiosa e di per sé insicura. Sono terrorizzata di non essere abbastanza per il mio compagno nonostante lui sia sempre disposto ad aiutarmi e a farmi sentire perfetta, ma più vedo in lui gesti d'affetto e amore più ho paura di non dargli abbastanza. Per questo ho paura e ansia che ci sia qualcosa che non va. Cosa può essere? Noi stiamo insieme da 5 anni e mezzo siamo felici e viviamo insieme, ma con queste paure ho paura di rovinare tutto. Paradossalmente ero meno andiata quando era tutto in bilico all'inizio della relazione perché sapevo che io gli davo tutto per tutto. È strano ma vorrei saltarci fuori una volta per tutte. Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
Gentile utente,

Il consulto l'ha inserito nella sezione "psichiatria".
Ho capito che sta togliendo il farmaco perché non le pare sia utile, vista la ricomparsa dei sintomi. Ma in alternativa non è stato indicato niente ? Solo togliere lo xanax nel momento in cui sta peggio ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Mi scuso, no nessun altra cura, in quanto è una cura che ho protratto per troppo tempo 2 anni e mezzo quando si consigliano cure più brevi, ho deciso di interromperle in quanto mi sembrava di avere episodi in cui si ripresentano gli stessi sintomi del inizio. Ho notato anche che questi episodi mi capitano quando sono al lavoro e quasi come un input che il mio cervello ricorda episodi di ansia e di conseguenza è come se pensassi che devo pensarci e devo riavere quegli episodi, invece di ignorarli è come se li avessi introdotti come routine nel mio cervello. Anche senza motivi eri e concreti... Ho solo questa paura fissa che magari miri capita poco prima di rientrare a casa o al lavoro... Una volta a casa scompaie e rivivo la mia vita normalmente. Spero di essermi spiegata bene, ma non è facile.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
"2 anni e mezzo quando si consigliano cure più brevi,"

Non esattamente, perché se ha un'epilessia, e se è stata scelta al formulazione rp, la cura protratta ha un senso, ma non è detto che sia efficace o sufficiente, questo è un altro discorso.

In ogni caso, togliere una cura (ovviamente con gradualità) che non sta funzionando può aver senso, di solito però si pensa anche a cosa altro utilizzare.
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
L epilessia è stata trovata dopo aver iniziato già da un annetto la cura di xanax ed è epilessia di tipo assenza.
Il mio intento era quello di star bene senza l'utilizzo di farmaci che comunque mi facevano avere le stesse paranoie di prima seppur in forma più lieve nonostante abbia fatto una cura anche di paroxetina.
Io vorrei cercare di capire l'origine di queste mie turbe.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
L'origine delle sue turbe non è che sia una spiegazione da capire, è un sistema con il suo funzionamento, non è che avendolo capito ne ricavi alcunché sui sintomi.
Non capisco molto cosa significhi voler star bene ma escludere l'impiego di farmaci...
Oltretutto la paroxetina la faceva stare un po' meglio, quindi perché è stata poi tolta ? Per l'epilessia ?
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Vorrei evitare in quanto ho provato sulla mia pelle che i farmaci fanno star meglio finché li si assume, non vanno a risolvere il problema alla radice e non ho intenzione a 22 anni di continuare a prendere psicofarmaci a vita. La paroxetina è stata sospesa perché dopo qualche mese continuava a farmi stare peggio è stata sostituita da brintellix che è stato sospeso con l epilessia. È per questo che mi ostino a cercare di capire le origini delle mie turbe probabilmente è sia il passaggio da questa età, un po le forti insicurezze caratteriali. Non so
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
"on vanno a risolvere il problema alla radice"

Quale radice ? Cioè Lei si inventa che c'è una radice e che ovviamente si può togliere, dopo di che snobba qualsiasi cosa non faccia questo in tempi rapidi.

Quindi taglierebbe via il 90% della medicina.

Sulla paroxetina aveva detto che la faceva stare un po' meglio, ora dice peggio, non è chiaro.

Lei cerca spiegazioni dando per scontato che ce ne siano e che debbano consistere in interpretazione dei sintomi rispetto a elementi esterni o interni, così come possono essere "illustrate" o raccontate.
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
"facevano avere le stesse paranoie di prima seppur in forma più lieve nonostante abbia fatto una cura anche di paroxetina."
Non ho mai detto che mi faceva stare meglio.
Io non mi invento un bel niente, sto cercando di esprimere i miei stati e pensieri e onestamente penso e spero di essere libere di dire come la penso. Obbiettivamente i farmaci vanno ad agire sui sintomi e malesseri, ( es. se uno è malato di epilessia come nel mio caso, i farmaci vanno a placare gli attacchi e aiutano a gestirli, non vanno ad eliminare la patologia) questo è il mio pensiero. Si, io cerco spiegazioni perché da esperti quai dovreste essere mi aspetto un aiuto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
"Obbiettivamente i farmaci vanno ad agire sui sintomi e malesseri, ( es. se uno è malato di epilessia come nel mio caso, i farmaci vanno a placare gli attacchi e aiutano a gestirli, non vanno ad eliminare la patologia)"

E quindi lei prende gli antiepilettici o dice al medico che non li vuole prendere perché non curano "alla radice" ?

La radice degli attacchi epilettici sta in una parte del tessuto nervoso, su varie basi. Non è che saputa la radice se ne va il disturbo.

Lo stesso ragionamento vale per le altre questioni, a meno che non sia noto che un determinato problema ha una radice chiara, eliminata la quale è risolto, tipo un'allergia.
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
È evidente e palese che la pensiamo in modo diverso. In quanto intendo e penso che bisogna trovare il problema alla radice per poter lavorare su tale, ed è ben diverso dal risolvere il problema magicamente una volta trovata la radice.
Probabilmente a suo avviso sbaglio ma on mi permetto di accusarlo solo perché la pensa diversamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
No, non è diverso, nessuno ha parlato di magicamente, ma Lei si figura spiegazioni nel senso di illustrazioni del "come" della malattia, rischiando di scambiarlo per il "perché", cioè scambiare la radice con il ramo.

Neanche io accuso nessuno, né sono costretto a dire che i discorsi altrui siano tecnicamente sensati.
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Non è costretto ma do rebbe rispettarli soprattutto da persona qualificata, medico di competenza e professionale quale si definisce.
La ringrazio, è stato di grande aiuto dottor Pacini.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.2k 1k 248
" ma do rebbe rispettarli soprattutto da persona qualificata, medico di competenza e professionale quale si definisce."

Io non mi definisco, veda Lei. Quindi rispettare significa dire che una cosa è sensata anche se non lo è ?

Eviti le ironie offensive, visto che parla di rispetto.
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