Olanzapina a 20mg per un mese, a distanza di mesi non riesco più a lavorare e a vivere.

Mi ero da poco laureato e lavoravo in una multinazionale all'estero quando a seguito di un incidente ho riportato lesioni alla colonna cervicale e una commozione cerebrale pronunciata e sono tornato in Italia.

Dopo aver tentato diverse fallimentari strade terapeutico-farmacologiche ho cominciato ad assumere cannabis per mitigare depressione e i forti dolori, con grande beneficio, riuscivo di nuovo a lavorare e ad essere attivo socialmente.
Dopo 4 mesi, però, ho sviluppato uno stato di mania che mi ha portato ad un ricovero ospedaliero in data 28 dicembre 2018.

Durante il ricovero mi hanno somministrato 20 mg di olanzapina al giorno per un mese. Dopo la prima somministrazione mi sono sentito annichilire il pensiero in maniera talmente violenta che ho implorato i medici di non darmi più il farmaco. Ho avvertito fisicamente la testa svuotarsi (I lobi frontali in particolare si sono come spenti d'un tratto).

Sono stato dimesso dopo un mese di terapia e ho scalato con grandissima fatica l'olanzapina nel giro di 20 giorni.
A distanza di otto mesi presento ancora problemi gravi:

- incapacità di pensiero astratto/creativo
- netta mancanza di concentrazione
- marcata lentezza nel produrre linguaggio verbale
- difficoltà di memoria (specialmente nel ricordare termini)
- depressione
- mancanza di energia
- skills sociali ridotte al minimo con conseguente isolamento
- Incapacità di lavorare

Prima della somministrazione dell'olanzapina avevo lavorato in aziende come Export manager e prima del ricovero era due anni che lavoravo come insegnante di lingua e letteratura di scuola superiore.
Non riesco più a svolgere nessuna delle mansioni che prima svolgevo con naturalezza ed estro. L'analogia che mi sento di fare è quella di un motore a cui è stato messo un fermo di potenza.
Se quando facevo lezione di letteratura potevo spiegare ad una quinta per anche due ore senza interruzioni producendo una lezione coinvolgente ed interessante ora non riesco nemmeno a condurre una lezione di grammatica per una prima. Il mio quoziente intellettivo era stato misurato anni prima da una psicologa con il test Wais ed il risultato era stato di 125. Trovarmi ridotto in questo stato dopo aver fatto una brillante carriera accademica e lavorativa mi sembra assurdo.

Sono stato ricoverato una seconda volta per tentare di risolvere la situazione ma senza grandi esiti:
La somministrazione di Brintellix e Lyrica per 2 mesi hanno portato progressi marginali.

Parlando con il mio psichiatra si è ipotizzato di fare una PET scan per sospetta deficienza di dopamina. Si sta valutando una possibile somministrazione di un farmaco agonista della dopamina per riattivare le aree che sembrano "addormentate".

Cosa ne pensate a riguardo? Può essere una deficienza di dopamina alla base di questo stato di scarsissima performance mentale?
Mi è stato riferito che secondo i più recenti studi l'olanzapina risulta produrre atrofia del cervello e danni alla materia bianca.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Ciò che attribuisce all'uso di olanzapina potrebbe essere invece la manifestazione della sua malattia che si è evidenziata in questo modo dopo la presentazione di eventi stressanti.

Piuttosto che inseguire ipotesi peregrine sarebbe opportuno che le cure siano incentrate sul trattamento della sintomatologia che lamenta.


Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Utente
Utente
Francamente non avevo avuto alcuni sintomi cognitivi a parte depressione prima della somministrazione di olanzapina.

Dal giorno in cui ho subito il trattamento con olanzapina ho cominciato a sentirmi ritardato e incapace intellettualmente.

É inutile che lei tenti di raccontarmi il discorso della slatentizzazione di una malattia che mai ho avuto e mai si é presentata.

Sono stato ricoverato anche perché in famiglia non avevo alcun supporto, anzi mio padre mi ha assalito più volte e mia madre non faceva altro che darmi del malato immaginario. Ho dovuto affrontare tutto da solo.

La ragione per cui a 23 anni ero all'estero a lavorare con un contratto da manager era che volevo a tutti i costi essere indipendente da un contesto famigliare disfunzionale e tossico e mi sono dedicato allo studio anima e corpo.