Autolesionismo e crisi di rabbia
Sono la mamma di un bimbo di sei anni e mezzo che io e mio marito abbiamo adottato due anni fa. Premetto che abbiamo un altro figlio, anch'esso adottivo di 12 anni. Il primo è arrivato da noi a tre anni in condizioni veramente brutte ed ora è uno splendido ragazzino sereno. Il piccolo invece è entrato nella nostra famiglia in ottimo stato di salute, crescita normale, piuttosto sereno, scolarizzato. E' stato allevato in un buon istituto estero gestito da suore e si è inserito meglio e con più tranquillità. Gli unici problemi che abbiamo avuto dall'inizio sono stati il rifiuto per tutte donne (anch'io ho subito i suoi rifiuti per un pò di tempo) e il trasporto per tutti gli uomini, anche sconosciuti. Sappiamo bene che i bambini cresciuti in un istituto senza punti di riferimento familiari hanno una estrema socievolezza che piano piano va dirottata verso il riconoscimento delle persone della famiglia per fargli capire che un nucleo familiare è diverso dalle altre persone. Questo ci preoccupa relativamente. L'altro problema è che da sempre ha avuto dei momenti di rabbia: per un dissenso si buttava per terra e si mordeva la mano oppure si andava a chiudere in stanza da solo piangendo in maniera veramente disperata. Gli siamo stati sempre vicini facendogli sentire il nostro amore e facendogli capire che era un comportamento sbagliato. Ha cominciato a frequentare la scuola materna e ogni tanto, per un rimprovero o altro si buttava per terra. Era anche aggressivo con gli altri. Non ci siamo preoccupati molto perchè abbiamo sempre pensato che aveva bisogno di tempo per elaborare il suo cambiamento di vita e credo anche l'abbandono che sicuramente lascia una scia di dolore nell'anima. Il piccolo è andato sempre migliorando. Le crisi nervose erano sempre meno e sempre meno drammatiche ma con l'ingresso nella scuola primaria sono riaffiorati i problemi. I primi giorni se non riusciva a fare un compito o subiva un rimprovero tirava calci, buttava gli occhiali e piangeva, ma poi è migliorato sensibilmente, appariva più tranquillo. Pochi giorni fa ci hanno convocato tutte le maestre dicendoci che il bambino è di nuovo peggiorato nel comportamento, ha delle vere e proprie crisi di nervi, si butta per terra colpendosi con la sedia in testa o cose del genere.Premetto che è un bimbo eccessivamente preciso, che si arrabbia se non riesce a fare un compito perfetto, se perde in un gioco. L'abbiamo sempre rassicurato sul fatto che non ci importa se va male a scuola e che a noi piace così com'è ma ci sono momenti in cui sembra avere un malessere che lo invade completamente per cui non ragiona. Aggiungo è un bambino di una intelligenza straordinaria,che ha un carattere molto forte ed è permaloso. In questi giorni di irrequietezza bagna il letto di notte senza peraltro avere nessun rimprovero da parte nostra. Fino ad ora il nostro comportamento è stato di cercare di farlo tendere alla calma ma dopo l'incontro con le maestre siamo un pò preoccupati. Che fare?
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L'enuresi notturna può facilmente ricomparire in momenti di particolare stress. Mi sembra di capire che il bambino manifesta la ricomparsa di disagio ad ogni passaggio di ambiente scolastico (asilo/materna/primaria). Nonché all'inizio all'arrivo dall'istituto estero.
Non medicalizzerei fortemente la cosa, ma suggerirei di provare ad indagare meglio i vissuti di cui ha dato prova all'arrivo in famiglia (rifiuto delle figure femminili e ricerca di tutte quelle maschili) magari tramite un'osservazione da parte di personale specialistico dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile.
Può essere benissimo che, essendo un bambino molto intelligente, di carattere forte e permaloso, abbia adottato un meccanismo di giudizio un poco troppo rigido, il quale può diventare fonte di forte frustrazione e scatenare, quindi, le reazioni aggressive che avete osservato. Il rischio, in questi casi, è soprattutto che il gruppo dei pari (gli altri bambini) possa tendere ad isolarlo accentuando, quindi, eventuali sensazioni di isolamento.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Non medicalizzerei fortemente la cosa, ma suggerirei di provare ad indagare meglio i vissuti di cui ha dato prova all'arrivo in famiglia (rifiuto delle figure femminili e ricerca di tutte quelle maschili) magari tramite un'osservazione da parte di personale specialistico dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile.
Può essere benissimo che, essendo un bambino molto intelligente, di carattere forte e permaloso, abbia adottato un meccanismo di giudizio un poco troppo rigido, il quale può diventare fonte di forte frustrazione e scatenare, quindi, le reazioni aggressive che avete osservato. Il rischio, in questi casi, è soprattutto che il gruppo dei pari (gli altri bambini) possa tendere ad isolarlo accentuando, quindi, eventuali sensazioni di isolamento.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
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Ex utente
Grazie per il consiglio, sicuramente chiederemo di farlo seguire da un medico
specializzato, Per quanto riguarda il rapporto con gli altri bambini ho omesso di dire che le maestre hanno detto che ha un ottimo rapporto affettivo con i compagni di scuola, non è aggressivo ed è molto socievole.
Mille grazie per la sua gentile risposta.
specializzato, Per quanto riguarda il rapporto con gli altri bambini ho omesso di dire che le maestre hanno detto che ha un ottimo rapporto affettivo con i compagni di scuola, non è aggressivo ed è molto socievole.
Mille grazie per la sua gentile risposta.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 12.8k visite dal 23/02/2009.
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