Ritardo Cognitivo.
Buonasera a tutti voi di MediciItalia, sono un ragazzo di 28 anni che da Gennaio di quest'anno, ha deciso di intraprendere un percorso psicologico e a cui sono stati diagnosticati: disprassia, carenza nel ragionamento logico-matematico, difficoltà nel pensiero astratto e ritardo cognitivo. La psicoterapeuta, ha escluso il ritardo mentale, anche di lieve entità e ha fatto una differenziazione tra quest'ultimo e il ritardo cognitivo. Vorrei sapere, se una persona che presenta questo profilo, può avere lo stesso un quoziente intellettivo nella norma o almeno non inferiore a 85 punti e se confermate anche voi, che ci sia differenza, tra il ritardo cognitivo e il ritardo mentale. Affermo di non aver fatto nessun test di intelligenza fino ad ora, se non quelli che si fanno online per curiosità e posso dire di aver ottenuto punteggi sempre abbastanza buoni, anche se so benissimo che essi non hanno alcuna rilevanza. Mi è stato riconosciuto sempre dalla mia psicoterapeuta, un grande spirito di auto osservazione e una grande sensibilità, ma rimane il dubbio interrogativo sul funzionamento delle mie capacità mentali.
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Non mi è ben chiaro perché distingue tra ritardo cognitivo e mentale che fondamentalmente si riportano sullo stesso piano.
Non è detto che con questi disturbi debba per forza avere una riduzione di QI ma esso si valuta secondo determinate prove e non è un valore assoluto di intelligenza.
La presenza di dubbiosità rispetto a questa caratteristica andrebbe valutata come sintomo.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Non è detto che con questi disturbi debba per forza avere una riduzione di QI ma esso si valuta secondo determinate prove e non è un valore assoluto di intelligenza.
La presenza di dubbiosità rispetto a questa caratteristica andrebbe valutata come sintomo.
Dr. F. S. Ruggiero
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[#2]
Ex utente
La distinzione l'ha fatta la mia psicoterapeuta, facendomi capire che per ritardo cognitivo, si intende più un funzionamento intellettivo borderline, i cui valori, con la giusta dose di supporto, potrebbero in seguito rientrare nel range della normalità a differenza del ritardo mentale, che invece è una malattia cognitiva permanente.
Credo che sia normale avere dubbi sul proprio funzionamento cognitivo quando un professionista del settore ti diagnostica un ritardo appunto cognitivo. Potrei pensare anche che per ritardo cognitivo, voglia intendere una lentezza di apprendimento collegata alla Disprassia e non all'intelligenza, ma è la carenza nell'astrazione e nel ragionamento logico-matematico che a volte mi fa pensare di non esserne abbastanza provvisto.
Credo che sia normale avere dubbi sul proprio funzionamento cognitivo quando un professionista del settore ti diagnostica un ritardo appunto cognitivo. Potrei pensare anche che per ritardo cognitivo, voglia intendere una lentezza di apprendimento collegata alla Disprassia e non all'intelligenza, ma è la carenza nell'astrazione e nel ragionamento logico-matematico che a volte mi fa pensare di non esserne abbastanza provvisto.
[#3]
E' una differenza inesistente che non le consente di essere palesemente inquadrato.
Nell'ambito del disturbo disprassico le performances valutative relativa al QI possono risultare inferiori rispetto alle altre e quindi ridurre consistentemente il valore di QI totale.
Ciò in realtà non inficia nella valutazione generale in cui il ritardo viene inquadrato partendo dal valore di QI ma considerando clinicamente il paziente nel corso della visita.
La difficoltà disprassica ha questa limitazione. Però non mi fermerei a questo tipo di valutazione ottenuta che sembra un poco pretestuosa ma mi affiderei ad un centro specifico per una valutazione completa della sua situazione, anche per cercare di migliorare degli aspetti relativi alle difficoltà che ha.
In ogni caso, tali limitazioni dovevano essere presenti già nel corso della sua vita da studente della scuola primaria e secondaria, con evidenti difficoltà che andavano rilevate a quel tempo.
Saperlo oggi penso che sia tardivo.
Nell'ambito del disturbo disprassico le performances valutative relativa al QI possono risultare inferiori rispetto alle altre e quindi ridurre consistentemente il valore di QI totale.
Ciò in realtà non inficia nella valutazione generale in cui il ritardo viene inquadrato partendo dal valore di QI ma considerando clinicamente il paziente nel corso della visita.
La difficoltà disprassica ha questa limitazione. Però non mi fermerei a questo tipo di valutazione ottenuta che sembra un poco pretestuosa ma mi affiderei ad un centro specifico per una valutazione completa della sua situazione, anche per cercare di migliorare degli aspetti relativi alle difficoltà che ha.
In ogni caso, tali limitazioni dovevano essere presenti già nel corso della sua vita da studente della scuola primaria e secondaria, con evidenti difficoltà che andavano rilevate a quel tempo.
Saperlo oggi penso che sia tardivo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6k visite dal 21/08/2019.
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