Attacchi di panico
Soffro di attacchi di panico e di depressione da quasi otto anni, e ciò mi impedisce di fare qualsiasi cosa liberamente. Da un paio di settimane, specie dopo essermi innervosita, sento un senso di oppressione alla base del collo, che a volte si irradia al petto, che mi impedisce di respirare normalmente e che mi procura fastidiosi colpetti di tosse.
Potresti darmi delucidazioni a tal proposito? Vi ringrazio anticipatamente.
Potresti darmi delucidazioni a tal proposito? Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile Signorina,
gli attacchi di panico e la depressione, di cui soffre, sono patologie di stretta competenza psichiatrica e che richiedono una terapia specifica farmacologica, per lo più antidepressiva ed ansiolitica, al bisogno.
Il senso di oppressione alla base del collo irradiantesi al petto ed colpi di tosse, potrebbero essere sintomi anche essi inquadrabili nelle precedenti patologie, ma Le consiglierei di consultare anche un endocrinologo per una valutazione della funzionalità tiroidea.
Sono comunque a Sua disposizione per altre domande volesse rivolgermi.
La saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
gli attacchi di panico e la depressione, di cui soffre, sono patologie di stretta competenza psichiatrica e che richiedono una terapia specifica farmacologica, per lo più antidepressiva ed ansiolitica, al bisogno.
Il senso di oppressione alla base del collo irradiantesi al petto ed colpi di tosse, potrebbero essere sintomi anche essi inquadrabili nelle precedenti patologie, ma Le consiglierei di consultare anche un endocrinologo per una valutazione della funzionalità tiroidea.
Sono comunque a Sua disposizione per altre domande volesse rivolgermi.
La saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
[#2]
Psichiatra, Psicoterapeuta
Gentile signorina
Le rispondo come psichiatra
Il suo disturbo può essere curato con idonea terapia farmacologica antidepressiva cui andrebbe associata una psicoterapia, preferibilmente di tipo comportamentale.
Ritengo possa rivolgersi senza problemi al Centro di Salute Mentale della sua città, cosa che le consiglio caldamente di fare poichè, da quel che dice, il suo disturbo va peggiorando. Tra l'altro penso che se lei soffre di depressione da otto anni, non è stata adeguatamente curata o forse non lo è stata per un tempo sufficiente.
I dolori al collo irradiati al torace potrebbero (badi bene, sto usando il condizionale) essere una conseguenza del sovraffaticamento dei muscoli della zona dovuto allo stato di tensione che si determina in qual distretto quando si è particolarmente nervosi, e l'irradiazione al torace potrebbe (anche qua il condizionale) dipendere dall'infiammazione di un nervo del plesso brachiale che, a causa della contrattura muscolare, si fa sentire con la tipica irradiazione alla zona. Ritengo comunque che sia meglio se lei consulti un neurologo (non lo psichiatra, in questo caso) per averne la certezza.
Augurandomi di averle risposto, le invio cordiali saluti
Dott. Santo Cerfeda
Le rispondo come psichiatra
Il suo disturbo può essere curato con idonea terapia farmacologica antidepressiva cui andrebbe associata una psicoterapia, preferibilmente di tipo comportamentale.
Ritengo possa rivolgersi senza problemi al Centro di Salute Mentale della sua città, cosa che le consiglio caldamente di fare poichè, da quel che dice, il suo disturbo va peggiorando. Tra l'altro penso che se lei soffre di depressione da otto anni, non è stata adeguatamente curata o forse non lo è stata per un tempo sufficiente.
I dolori al collo irradiati al torace potrebbero (badi bene, sto usando il condizionale) essere una conseguenza del sovraffaticamento dei muscoli della zona dovuto allo stato di tensione che si determina in qual distretto quando si è particolarmente nervosi, e l'irradiazione al torace potrebbe (anche qua il condizionale) dipendere dall'infiammazione di un nervo del plesso brachiale che, a causa della contrattura muscolare, si fa sentire con la tipica irradiazione alla zona. Ritengo comunque che sia meglio se lei consulti un neurologo (non lo psichiatra, in questo caso) per averne la certezza.
Augurandomi di averle risposto, le invio cordiali saluti
Dott. Santo Cerfeda
[#3]
Gent.ma Signora,
associandomi a quanto risposto e proposto dai colleghi Cerfeda e Mazzullo, mi permetterei di agiungere quanto segue:
1- l'attacco di panico è un meccanismo che attuiamo in risposta ad un qualcosa che non ci diamo il permesso di accettare come appartenente alla Nostra Storia di Vita;
2- ci permette quindi di alienarci dallo stato di sofferenza consequenziale, rifutando, il soggetto della Nostra Sofferenza, Noi stessi prima di essere rifiutati;
3- il disturbo nel complesso, da Lei riferito, è di una Persona che più o meno è consapevole di volere valere "100", ma che non si dà il potere permesso di volere valere anche solo "25": sarebbe una "sconfitta" inaccetabile;
4- ogniuno di Noi è Speciale, Diverso (e per questo sostituibile), ma Unico: questo dalla Sua Persona espresso dalla richiesta di aiuto emerge chiaramente, e non esiste un 25 che non sia 100, Ogniuno di Noi è 100;
5- si tratta di imparare a gestire la Nostra Specialità, la Nostra Diversità, la Nostra "Unicità";
6- sappia che già chi si dà il potere permesso di chiedere aiuto è avviato verso la risoluzione della consapevolizzazione del proprio essere in tutta la Sua Dignità;
7- esistono molteplici psicofarmaci in grado di ottemperare alla risoluzione dei sintomi da Lei riferiti: un aiuto psicofarmacologico è nella norma, sia per l'attacco di panico che per qualsiasi disturbo che ci allontana dalla quotidianeità, per abitudine biochimica di rispondere agli "insulti" del nostro sistema emozionale affettivo organico cerebrale;
8- un aiuto psicoterapeutico asserve alla esigenza di trovare una "palestra" dove darsi il potere ed il permesso di imparare a gestire la Nostra Persona e quindi apprendere nuove modalità organiche a Vivere;
9- l'usufruire di un aiuto quindi multidisciplinare può essere il primo passo verso la strada del -volersi così come si è... e per decidere di cambiare ciò che vogliamo nel rispetto del Nostro essere Persona-;
10- il passo iniziale e finale di Tutto è l'Imparare ad Amarsi.
In Fede
Alessandro Roscetti
associandomi a quanto risposto e proposto dai colleghi Cerfeda e Mazzullo, mi permetterei di agiungere quanto segue:
1- l'attacco di panico è un meccanismo che attuiamo in risposta ad un qualcosa che non ci diamo il permesso di accettare come appartenente alla Nostra Storia di Vita;
2- ci permette quindi di alienarci dallo stato di sofferenza consequenziale, rifutando, il soggetto della Nostra Sofferenza, Noi stessi prima di essere rifiutati;
3- il disturbo nel complesso, da Lei riferito, è di una Persona che più o meno è consapevole di volere valere "100", ma che non si dà il potere permesso di volere valere anche solo "25": sarebbe una "sconfitta" inaccetabile;
4- ogniuno di Noi è Speciale, Diverso (e per questo sostituibile), ma Unico: questo dalla Sua Persona espresso dalla richiesta di aiuto emerge chiaramente, e non esiste un 25 che non sia 100, Ogniuno di Noi è 100;
5- si tratta di imparare a gestire la Nostra Specialità, la Nostra Diversità, la Nostra "Unicità";
6- sappia che già chi si dà il potere permesso di chiedere aiuto è avviato verso la risoluzione della consapevolizzazione del proprio essere in tutta la Sua Dignità;
7- esistono molteplici psicofarmaci in grado di ottemperare alla risoluzione dei sintomi da Lei riferiti: un aiuto psicofarmacologico è nella norma, sia per l'attacco di panico che per qualsiasi disturbo che ci allontana dalla quotidianeità, per abitudine biochimica di rispondere agli "insulti" del nostro sistema emozionale affettivo organico cerebrale;
8- un aiuto psicoterapeutico asserve alla esigenza di trovare una "palestra" dove darsi il potere ed il permesso di imparare a gestire la Nostra Persona e quindi apprendere nuove modalità organiche a Vivere;
9- l'usufruire di un aiuto quindi multidisciplinare può essere il primo passo verso la strada del -volersi così come si è... e per decidere di cambiare ciò che vogliamo nel rispetto del Nostro essere Persona-;
10- il passo iniziale e finale di Tutto è l'Imparare ad Amarsi.
In Fede
Alessandro Roscetti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.9k visite dal 05/05/2003.
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