Ipocondria per me grave
Ripeto la richiesta di consulto già pubblicata nella "categoria" Psicologia, per cercare di capire come comportarmi e a chi rivolgermi.
Riassumo molto brevemente perché sono già in cura da un professionista psicologo di cui mi fido, anche perché non ho termini di paragone.
Sono ipocondriaco sin da bambino, disturbo ben tollerato avanzando con l'età, il lavoro molto impegnativo, la famiglia ecc.
Aggiungo che sono stato un forte fumatore fino ai trent'anni, poi un discreto bevitore (direi quasi alcolizzato) fino a 11 anni fa. Da allora sono completamente astemio.
Ora ho 64 anni e 5 anni fa, dopo un intervento alle coronarie (con l'inserimento di uno stent, senza aver mai avuto un infarto o danni al cuore) sono andato in crisi, tanto che per i successivi due anni sono entrato ed uscito dal Pronto Soccorso, quasi ogni mese. Senza contare le "visite" settimanali al medico di base.
Poiché la situazione era divenuta insostenibile, pur da scettico, mi sono deciso ad affidarmi ad uno psicoterapeuta.
Quindi sono in cura da circa tre anni e anno scorso ho cominciato a vedere i frutti di questa mia scelta e sono stato bene per qualche mese (4-5 se ben ricordo).
Poi a dicembre 2018 sono nuovamente entrato in crisi, sempre peggiorando, fino a tutt'oggi.
Preciso che le evidenze mediche derivate dai controlli periodici sono tutte negative.
Ora da una ventina di giorni l'ansia (oltre ai problemi cardiaci -che non ci sono- in sottofondo) si è focalizzata sulla sensazione di mancanza di equilibrio e vista sfocata (segnali già provati in passato, seppur sporadicamente) al punto di avere un vero e proprio "crollo" proprio durante una seduta terapeutica circa 15 giorni fa.
Lo specialista mi ha consigliato l'accentuazione volontaria dei segnali e delle sensazioni pensando ai peggiori sviluppi (fisici e psicologici) che ne potrebbero derivare.
Mi ci sto dedicando come meglio posso e credo di riuscire bene, tanto che da allora mi sento praticamente invalido e spaventato persino dalle cose più semplici come fare la doccia.
Aggiungo che pur pensionato svolgo qualche lavoretto di una certa responsabilità difficile da portare avanti in simili condizioni.
Le domande sono molteplici ma la riassumo in tre sole: 1) E' normale la mia reazione ed il lungo periodo di terapia senza risultato? 2) la terapia consigliata è pertinente alla mia situazione, o assieme a quella è consigliabile una terapia farmacologica?.
La terza e ultima è: la terapia farmacologica riduce le capacità cognitive, visto che il mio lavoro richiede la massima lucidità?
Grazie.
NB. Per doverosa informazione vivo solo e le mie due figlie sono lontane, non ho amici presenti, e neanche hobbies.
Riassumo molto brevemente perché sono già in cura da un professionista psicologo di cui mi fido, anche perché non ho termini di paragone.
Sono ipocondriaco sin da bambino, disturbo ben tollerato avanzando con l'età, il lavoro molto impegnativo, la famiglia ecc.
Aggiungo che sono stato un forte fumatore fino ai trent'anni, poi un discreto bevitore (direi quasi alcolizzato) fino a 11 anni fa. Da allora sono completamente astemio.
Ora ho 64 anni e 5 anni fa, dopo un intervento alle coronarie (con l'inserimento di uno stent, senza aver mai avuto un infarto o danni al cuore) sono andato in crisi, tanto che per i successivi due anni sono entrato ed uscito dal Pronto Soccorso, quasi ogni mese. Senza contare le "visite" settimanali al medico di base.
Poiché la situazione era divenuta insostenibile, pur da scettico, mi sono deciso ad affidarmi ad uno psicoterapeuta.
Quindi sono in cura da circa tre anni e anno scorso ho cominciato a vedere i frutti di questa mia scelta e sono stato bene per qualche mese (4-5 se ben ricordo).
Poi a dicembre 2018 sono nuovamente entrato in crisi, sempre peggiorando, fino a tutt'oggi.
Preciso che le evidenze mediche derivate dai controlli periodici sono tutte negative.
Ora da una ventina di giorni l'ansia (oltre ai problemi cardiaci -che non ci sono- in sottofondo) si è focalizzata sulla sensazione di mancanza di equilibrio e vista sfocata (segnali già provati in passato, seppur sporadicamente) al punto di avere un vero e proprio "crollo" proprio durante una seduta terapeutica circa 15 giorni fa.
Lo specialista mi ha consigliato l'accentuazione volontaria dei segnali e delle sensazioni pensando ai peggiori sviluppi (fisici e psicologici) che ne potrebbero derivare.
Mi ci sto dedicando come meglio posso e credo di riuscire bene, tanto che da allora mi sento praticamente invalido e spaventato persino dalle cose più semplici come fare la doccia.
Aggiungo che pur pensionato svolgo qualche lavoretto di una certa responsabilità difficile da portare avanti in simili condizioni.
Le domande sono molteplici ma la riassumo in tre sole: 1) E' normale la mia reazione ed il lungo periodo di terapia senza risultato? 2) la terapia consigliata è pertinente alla mia situazione, o assieme a quella è consigliabile una terapia farmacologica?.
La terza e ultima è: la terapia farmacologica riduce le capacità cognitive, visto che il mio lavoro richiede la massima lucidità?
Grazie.
NB. Per doverosa informazione vivo solo e le mie due figlie sono lontane, non ho amici presenti, e neanche hobbies.
[#1]
Una volta trascorso un periodo sufficiente di trattamento con risultati parziali è utile considerare anche la terapia famarcologica che non è stata presa in considerazione precedentemente.
Un trattamento standard non crea alcuna
condizione cognitiva alterata.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Un trattamento standard non crea alcuna
condizione cognitiva alterata.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Utente
Egregio Dott. Francesco Saverio Ruggiero, sulla scorta del suo consiglio e tramite le normali procedure ho ottenuto un appuntamento con uno psichiatra il prossimo 08/10/19 (praticamente fra oltre due mesi).
La mia condizione purtroppo è piuttosto "grave" nel senso che trovo difficoltà anche nelle cose più semplici come guidare l'auto e qualsiasi impegno mi scatena quasi (e potrei togliere il quasi) attacchi di panico frequentissimi. Non parliamo di visitare cantieri edili, che è il mio lavoro.
Lo psicologo insiste che è conseguente alla terapia di accentuazione dei segnali fisici (e psicologici) e che mi devo accontentare di essere al 30% delle mie capacità per un periodo purtroppo indefinito.
Poiché non posso permettermi di fare lo zombie né di rinunciare al lavoro (e purtroppo non posso permettermi i costi di una terapia "fatta privatamente") potrei provare a prendere lo Xanax (prescritto regolarmente dal medico di base) nelle dosi minime (10 gocce tre volte al giorno) e continuando la psicoterapia, fino al giudizio dello psichiatra con cui ho -come sopra- appuntamento?
In passato l'ho già usato seppur sporadicamente e non ho mai avuto effetti collaterali.
In ogni caso grazie per l'attenzione e buon pomeriggio.
La mia condizione purtroppo è piuttosto "grave" nel senso che trovo difficoltà anche nelle cose più semplici come guidare l'auto e qualsiasi impegno mi scatena quasi (e potrei togliere il quasi) attacchi di panico frequentissimi. Non parliamo di visitare cantieri edili, che è il mio lavoro.
Lo psicologo insiste che è conseguente alla terapia di accentuazione dei segnali fisici (e psicologici) e che mi devo accontentare di essere al 30% delle mie capacità per un periodo purtroppo indefinito.
Poiché non posso permettermi di fare lo zombie né di rinunciare al lavoro (e purtroppo non posso permettermi i costi di una terapia "fatta privatamente") potrei provare a prendere lo Xanax (prescritto regolarmente dal medico di base) nelle dosi minime (10 gocce tre volte al giorno) e continuando la psicoterapia, fino al giudizio dello psichiatra con cui ho -come sopra- appuntamento?
In passato l'ho già usato seppur sporadicamente e non ho mai avuto effetti collaterali.
In ogni caso grazie per l'attenzione e buon pomeriggio.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 846 visite dal 30/07/2019.
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