Ansia o depressione?
Salve. Sono una ragazza di 30 anni che soffre di ansia.. Non diagnosticata aggiungerei perché non ho mai visto uno psichiatra,ma il mio medico di base mi ha fatto fare diversi esami e visite per escludere altre malattie.. L'unico esame che risulta alterato è quello riguardante gli anticorpi tiroidei che sono a 75 invece che <5. Visita cardiologica, carenze vitaminiche, sideremia, è tutto nella norma. È 2 anni che ho alti e bassi con queste problematiche. Mi ritrovo di punto in bianco sprofondare in un mondo di astemia, vertigini, respiro corto, extrasistole, confusione mentale, difficoltà a guidare, difficoltà a lavorare. Poi lentamente mi sollevo ma non torno mai quella di prima dall'ansia, diciamo che riesco a risollevarmi da sola ma sempre con qualche problema. Ho chiesto al mio medico di base un consulto con uno psichiatra ma mi ha scoraggiato dicendomi che la ci va la gente matta che ha Seri problemi e mi ha prescritto 5 gocce di tranquirit che sono per me acqua fresca. Sta di fatto che io quando cado nel baratro sento di non farcela a sopravvivere un'altra volta e ho il terrore di sprofondare ancora più giù senza via d'uscita. Grido aiuto ma nessuno mi sente. Tutti sottovalutato la mia situazione solo perché maschero col sorriso davanti a chi non capirebbe il mio stato d'animo. Quando proprio sono giù dico di essere stanca. Secondo voi se contro tutti e tutto mi impunto col mio medico di mandarmi da uno psichiatra me ne pentirò? Finirò vittima dei farmaci? Il mio medico mi ha davvero terrorizzato. Vi ringrazio anticipatamente.
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"Ho chiesto al mio medico di base un consulto con uno psichiatra ma mi ha scoraggiato dicendomi che la ci va la gente matta che ha Seri problemi"
Roba da non credere, che un discorso del genere venga da fonte medica. Specie se poi la soluzione deve essere una diagnosi non definita, una terapia potenzialmente "legante" come il tranquirit, e comunque a dosi minime in una fase in cui potrebbe fare da sintomatico comunque.
Gli ambulatori psichiatrici trattano normalmente casi di disturbi d'ansia, i connotati del suo che qui accenna non paiono diversi da una casistica generale di tale tipo. Davvero non capisco perché ritardare almeno la diagnosi, come se dovesse rappresentare qualcosa di negativo, ed eventualmente la terapia.
Ma poi perché questo concetto di "vittima" dei farmaci ? Le è stato mica anche detto che "fanno male" o roba del genere alla base del fatto che non sia il caso di andarci ?
Roba da non credere, che un discorso del genere venga da fonte medica. Specie se poi la soluzione deve essere una diagnosi non definita, una terapia potenzialmente "legante" come il tranquirit, e comunque a dosi minime in una fase in cui potrebbe fare da sintomatico comunque.
Gli ambulatori psichiatrici trattano normalmente casi di disturbi d'ansia, i connotati del suo che qui accenna non paiono diversi da una casistica generale di tale tipo. Davvero non capisco perché ritardare almeno la diagnosi, come se dovesse rappresentare qualcosa di negativo, ed eventualmente la terapia.
Ma poi perché questo concetto di "vittima" dei farmaci ? Le è stato mica anche detto che "fanno male" o roba del genere alla base del fatto che non sia il caso di andarci ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Quindi che c'è rischio di dipendenza (così in generale), dopo di che le prescrive il tranquirit...
E quindi questo tipo di malattie - per capire la visione - o uno se le tiene o rischia un qualcosa che sarebbe la "dipendenza" dai farmaci. Che però varrebbe la pena se uno avesse una malattia psichiatrica grave (anche qui non è chiaro cosa voglia dire).
Il tutto è veramente un discorso molto "fantasmatico", non si ragiona su una diagnosi, su una terapia, un tipo di farmaco, un decorso.
Io direi che come nel resto della medicina, farsi visitare e consigliare una terapia è una mossa sensata, visto che il medico è una persona con cui può ragionare sul momento e anche in corso d'opera su come sta, se andare avanti o meno etc.
E quindi questo tipo di malattie - per capire la visione - o uno se le tiene o rischia un qualcosa che sarebbe la "dipendenza" dai farmaci. Che però varrebbe la pena se uno avesse una malattia psichiatrica grave (anche qui non è chiaro cosa voglia dire).
Il tutto è veramente un discorso molto "fantasmatico", non si ragiona su una diagnosi, su una terapia, un tipo di farmaco, un decorso.
Io direi che come nel resto della medicina, farsi visitare e consigliare una terapia è una mossa sensata, visto che il medico è una persona con cui può ragionare sul momento e anche in corso d'opera su come sta, se andare avanti o meno etc.
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Semplicemente sto dicendo che esistono medici pubblici e privati, e che la richiesta tramite il medico, al di là del fatto che se il medico invia è logico che faccia una richiesta, serve materialmente anche per motivi economici. Però il fatto di richiedere una visita non implica che qualche altro medico lo abbia deciso, questo sicuramente per quanto concerne i medici privati.
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Io veramente non riesco a capire un atteggiamento del genere.
Lo specialista di riferimento è lo psichiatra. Anche il neurologo può avere competenze psichiatriche, ma non capisco perché la "trafila" dovrebbe essere più breve.
Lo specialista di riferimento è lo psichiatra. Anche il neurologo può avere competenze psichiatriche, ma non capisco perché la "trafila" dovrebbe essere più breve.
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Utente
Ho come avuto la sensazione che il mio medico di base non ammiri particolarmente la dottoressa psichiatra del nostro distretto asl. È come se cercasse in ogni modo di non farmi andare da lei, anche se io ne ho sempre sentito parlar bene. Ha tentato nuovamente di prescrivermi lo Xanax invece del tranquirit ma ho "declinato" l'offerta. Proverò con il neurologo (sperando che sia specializzato anche in psichiatria) e se non dovesse andar bene mi recherò da uno psichiatra privato. Vi ringrazio per tutto, e presto cambierò pure medico di base!
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Utente
Nella mia asl quella psichiatra c'è. É un piccolo distretto e, a quanto pare c'è molto poco spazio e le richieste vanno per le lunghe. Il problema del mio medico di base è che non prende mai nulla sul serio. Forse è un po' vecchio stampo data l'età, ma mi creda che una volta sono pure scoppiata a piangergli in faccia dalla disperazione. Alla mia richiesta di voler vedere uno psichiatra una volta mi disse di uscire, svagarmi, di non pensarci insomma. Risposte che mi aspetto da un vicino di casa ignorante in materia non di certo dal mio medico. Non è facile curarsi quando anche il medico a cui ti affidi ti scoraggia notevolmente sopra certi argomenti. Già è difficile, ho 30 anni sono sposata da poco, vorrei un figlio. Ma è proprio per questo che ho deciso di prendere la situazione in pugno. Non mi sento di diventare madre in queste condizioni. Spero di risolvere questo brutto momento.
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Se è un problema di spazio, capisco il tipo di lungaggine a cui si riferiva, però da molti anni ormai le due specializzazioni sono separate. "Uscire svagarci e non pensarci" sono le cose che fa una persona che sta bene. Uno che sta male appunto non riesce a farle, oppure non ne trae giovamento in quanto sta male.
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Utente
Buongiorno. Sono stata dal neurologo che, come volevasi dimostrare, mi ha indirizzato da uno psichiatra. Almeno qualcuno che mi abbia fatto l'impegnativa l'ho trovato. Nel frattempo mi ha prescritto xanax (che non userò perché ne xanax ne tranquirit mi hanno mai fatto nulla). A proposito di questo, secondo lei perché lo xanax e il tranquirit non riescono a rilassarmi?
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 1.2k visite dal 12/07/2019.
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