Interruzione brusca del litio nel bipolare

Salve, gentilissimi psichiatri.

In passato, con un account che ho richiesto di cancellare per tutela di privacy, ho già inserito consulti, ma erano per me. Stavolta si tratta di mio padre, affetto da disturbo bipolare di tipo I, diagnosi effettuata anni fa in reparto, quando venne ricoverato per un grave episodio maniacale psicotico durato mesi.

Da una settimana non assume più carbolithium, per aver finito le scatole di farmaco e (a detta sua) per dimenticanza del fatto di dover rifare la ricetta telefonando all'ambulatorio; ha tuttavia continuato ad assumere la duloxetina, da sola. Io, che abito in un'altra città, ho saputo ciò stamane da lui, e, insistendo un po', l'ho convinto a telefonare e ad andarci: la sua visita di controllo è stata anticipata a questo giovedì, dall'infermiera che ha risposto.

Dal momento che ricomincerà ad assumere la prima capsula di quel medicinale stasera, per poi passare, da domani, a 3 al giorno (colazione, pranzo, cena), sapreste dirmi, per favore, entro quanto tempo tornerà stabile d'umore? E dopo quanto tempo dovrà rifare l'analisi della litiemia?

Da 3 giorni è un irascibile coi familiari, mentre l'atteggiamento è (secondo me) fintamente posato con gli estranei: con noi invece parla velocemente, a volte a scatti, a volte urla; lavora con frenesia, anche a casa, più del necessario. Dice cose talmente cattive che mia madre, la quale vive con lui ma non controlla mai l'assunzione della terapia prescritta, giunge a piangere. Io ho paura che ricada nella mania e non so cosa fare: qualunque consiglio è ben accetto.

Mio padre ha 63 anni, è normopeso e alto circa 170 cm. Ha un diabete mellito sia di tipo I che di tipo II, credo misto: assume sia insulina sia metformina. L'emoglobina glicata dalle analisi è sempre risultata bassa.

Vi ringrazio e vi saluto cordialmente.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Il litio previene i rischi di ricadute, ma non esclude che ci possano essere episodi, magari di intensità minore. Forse l'umore di suo padre si era già modificato, se no avrebbe provveduto a rinnovare la ricetta. Va bene la ripresa del litio, ma questo non garantisce la stabilità dell'umore a breve termine, e l'antidepressivo può peggiorare il quadro, per cui il consiglio è di avvisare lo psichiatra riferendo questi comportamenti ancora parzialmente sotto controllo e chiedendo se è opportuno modificare la terapia.

Franca Scapellato

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Utente
Utente
L'infermiera ha detto stamattina che avrebbe avvisato lo psichiatra, infatti così mi ha riferito mio padre.
L'antidepressivo assunto da solo, duloxetina, è purtroppo a dosaggio di 120 mg giornalieri. Il carbolithium doveva essere 3 volte al giorno in capsule da 300 mg ciascuna (ho dimenticato di scriverlo prima).
Fino a due settimane fa, mio padre o lavorava svogliato (dal lunedì al venerdì) o dormiva a casa (appena vi rimetteva piede): nel weekend, poi, non si alzava mai dal letto, a parte bere acqua e fare pipì (triste ma vero). Sospettavo già qualcosa su un viraggio umorale in atto, ma il problema è che contattare lo psichiatra è impossibile, perché non lo si trova mai e nemmeno richiama, se non è direttamente mio padre a cercarlo: mio padre, però, con lui si atteggia a "non malato" e sospetto che non riferisca tutta la verità.
Stava meglio quando, oltre al litio, assumeva anche Sycrest: se l'è fatto togliere anni fa, insistendo irrazionalmente.
L'altro grave problema è che lo psichiatra che lo segue, sottovalutando, probabilmente, lo visita per 10 minuti al massimo, incluso il tempo per fare le ricette. Anch'io sono seguita da uno psichiatra, un altro dello stesso servizio pubblico, il quale mi dedica invece 30-40 minuti a visita; inoltre, so che pure lo psichiatra di mio padre visita ben più a lungo, di solito, ma altri pazienti.
Credo proverò a parlare con un'infermiera dell'ambulatorio, di persona... sperando riferisca.

Grazie di cuore per le informazioni, dottoressa Scapellato.
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