Mi sento in colpa quando parlo di mia madre al terapeuta
Buongiorno,
Sono una ragazza ormai adulta e da qualche mese vengo seguita da uno psicoterapeuta. Il principale motivo che mi porta a scrivervi è che da circa un paio di sedute la dottoressa è arrivata a delle conclusioni che mi distruggono e mi riempiono di tristezza. In pratica secondo lei quando ho gli attacchi di panico tiro fuori dei comportamenti infantili (tipo il pianto) perché non mi è stata data l'opportunità di essere bambina quando bambina lo ero. Adesso questo chiaramente porterebbe ad indagare gli errori commessi dai miei genitori nelle prossime sedute. Ciò che mi turba non è arrivare alla conclusione che i miei possano aver commesso degli errori, in fondo siamo tutti umani, ma che questi errori mi abbiano potuto danneggiare così tanto da scaturire poi in attacco di panico. Io amo i miei genitori, hanno sempre dato molta importanza alla scuola ma non sono stati genitori oppressivi in nessun altro campo e comunque anche quando il voto scolastico non era il più bello non ne hanno mai fatto una tragedia. Certo mentirei se dicessi che non ho mai sentito la pressione di dover andare bene a scuola. Della mia infanzia ho dei ricordi bellissimi, anche se il rapporto con mia madre è sempre stato una montagna russa. Sono consapevole che per me farebbe qualsiasi cosa, è solo che è molto severa con le regole a causa dell'educazione che ha ricevuto. Comunque è una persona con cui mi fa molto piacere passare del tempo, e adesso che sono cresciuta oltre a volerle molto bene, la capisco e la stimo. Per questo mi sento tanto in colpa a seguire le linee guida del terapeuta, perché dire che non mi hanno permesso di essere bambina secondo me è davvero esagerato e ingiusto nei confronti di mio padre (che è più flessibile e sempre disponibile ad aiutare) e di mia madre, che pur con i suoi difetti ha fatto del suo meglio per assicurarmi una vita serena. Come posso superare questo blocco? Non voglio rovinare il rapporto con i miei genitori, soprattutto voglio essere giusta nei loro confronti e questa linea di pensiero propostami mi fa tanto male. Vi ringrazio per l'attenzione e per il lavoro che svolgete.
Sono una ragazza ormai adulta e da qualche mese vengo seguita da uno psicoterapeuta. Il principale motivo che mi porta a scrivervi è che da circa un paio di sedute la dottoressa è arrivata a delle conclusioni che mi distruggono e mi riempiono di tristezza. In pratica secondo lei quando ho gli attacchi di panico tiro fuori dei comportamenti infantili (tipo il pianto) perché non mi è stata data l'opportunità di essere bambina quando bambina lo ero. Adesso questo chiaramente porterebbe ad indagare gli errori commessi dai miei genitori nelle prossime sedute. Ciò che mi turba non è arrivare alla conclusione che i miei possano aver commesso degli errori, in fondo siamo tutti umani, ma che questi errori mi abbiano potuto danneggiare così tanto da scaturire poi in attacco di panico. Io amo i miei genitori, hanno sempre dato molta importanza alla scuola ma non sono stati genitori oppressivi in nessun altro campo e comunque anche quando il voto scolastico non era il più bello non ne hanno mai fatto una tragedia. Certo mentirei se dicessi che non ho mai sentito la pressione di dover andare bene a scuola. Della mia infanzia ho dei ricordi bellissimi, anche se il rapporto con mia madre è sempre stato una montagna russa. Sono consapevole che per me farebbe qualsiasi cosa, è solo che è molto severa con le regole a causa dell'educazione che ha ricevuto. Comunque è una persona con cui mi fa molto piacere passare del tempo, e adesso che sono cresciuta oltre a volerle molto bene, la capisco e la stimo. Per questo mi sento tanto in colpa a seguire le linee guida del terapeuta, perché dire che non mi hanno permesso di essere bambina secondo me è davvero esagerato e ingiusto nei confronti di mio padre (che è più flessibile e sempre disponibile ad aiutare) e di mia madre, che pur con i suoi difetti ha fatto del suo meglio per assicurarmi una vita serena. Come posso superare questo blocco? Non voglio rovinare il rapporto con i miei genitori, soprattutto voglio essere giusta nei loro confronti e questa linea di pensiero propostami mi fa tanto male. Vi ringrazio per l'attenzione e per il lavoro che svolgete.
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Lo scopo della psicoterapia non è trovare qualcuno che spieghi i motivi e le "colpe", ma produrre cambiamenti nel paziente e soprattutto nel suo punto di vista per modificare certi comportamenti e vivere meglio. Lei dice: "Questo chiaramente porterebbe ad indagare gli errori commessi dai miei genitori nelle prossime sedute", ma questa è un'ipotesi sua o una comunicazione della terapeuta? Se si tratta di un suo timore la cosa migliore è parlarne in seduta, la terapia è soprattutto comunicare pensieri e sentimenti, non un'indagine poliziesca sulle colpe altrui.
Franca Scapellato
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 964 visite dal 03/07/2019.
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