Ansia, lieve depressione

Gentilissimi dottori, buonasera. Scrivo a voi per poter ottenere qualche informazione in più rispetto a un problema di salute che mi riguarda. Cercherò di essere breve, sebbene vi sarebbe da scrivere una miriade di dettagli!

Nel 2013 è avvenuto un grande cambiamento nella mia vita (grande perché prima facevo tutt’altro, ovvero il musicista). Decido di iscrivermi in Università...pochi mesi dopo comincio a soffrire di forti attacchi d’ansia. Il medico di base mi prescrisse Citalopram. Solo ora, a distanza di tempo, ho preso consapevolezza che forse al tempo la cura non venne fatta come da protocollo. Io mi fidai ciecamente del mio medico, il quale mi fece prendere il Citalopram per un periodo di 7 mesi stoppandomelo non appena cominciai a sentirmi bene e con un dosaggio massimo di 8 gocce mantenuto per un solo mese (tempo e dosaggio, credo, assolutamente insufficienti). Ad ogni modo passó tutto e smisi di farmi domande. Nel 2017, a un anno dalla Laurea, sembrava che di nuovo qualcosa stesse per tornare, un po’ di malessere generale che però si esaurì spontaneamente nel giro di pochi mesi.

Peccato che ora, da un mesetto scarso, ho cominciato di nuovo a stare male come successe nel 2013. Forse peggio. Si aggiunge una buona dose di demoralizzazione (sfido chiunque a non demoralizzarsi un po’). Mi alzo al mattino abbastanza sereno, ma poi dopo un po’ comincio ad avvertire cardiopalmo. Mi sento perennemente scarico, astenico. Avverto a volte un senso di costrizione toracica e di malessere generale. Al tutto si aggiunge una buona dose di labità emotiva che di norma non c’è (un esempio banalissimo? Canzone triste = piango come un bambino). Tutto ció è stato preceduto da uno stress che però, a parere mio, rappresenta una causa un po’ effimera (non si tratta di un lutto o di un qualcosa di grosso). Questo stato non mi debilita completamente rispetto ai miei doveri o alla mia vita sociale, per fortuna, però preclude certamente la qualità della mia vita in ogni ambito. Non mi godo appieno ciò che faccio perché la testa è sempre fissa a pensare all’eventuale risoluzione di questo malessere e i sintomi sono molto fastidiosi. Esco, corro, vado a passeggiare, ma il malessere resta. A voi chiedo gentilmente qualche consiglio, per dissipare alcuni dubbi.

È meglio che io mi arrenda all’idea che con questo malessere io debba imparare a convivere a vita?

Possibile che l’incongrua vecchia cura abbia contribuito a questa ricaduta o addirittura a peggiorare il tutto?

Potró fidarmi del mio medico di base (che nel frattempo è cambiato) o, a questo giro, meglio chiedere una visita presso uno specialista?

Insomma: sarà possibile tornare a stare bene, in piena spensieratezza? È possibile sperare in una guarigione definitiva?

Ringraziandovi anticipatamente per la risposta, auguro a tutti voi un buon lavoro.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
La sintomatologia va valutata e trattata da uno specialista.

La presenza di alcuni sintomi deve communique far inquadrare la diagnosi appropriatamente.


Una terapia ben impostata consente un miglioramento completo.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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La ringrazio Dott. Ruggiero, ma intraprendendo una terapia posso dunque sperare in una guarigione nel lungo termine? O devo arrendermi all’idea che probabilmente io debba curarmi a vita?

Lo chiedo perchè è già la seconda (terza??) volta che capita, questo mi spaventa!

La diagnosi è disturbo ansioso depressivo, lieve. Il mio analista, vostro collega medico, sostiene che non necessito di una terapia farmacologica...

La ringrazio.
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