Diagnosi corretta?

Ho avuto una vita piena, di eventi, di esperienze e di sofferenza.
Avevo 14 anni quando a mia sorella di 19 fu fatta una diagnosi di schizofrenia. Mia madre si è fatta carico da sola della malattia. Ma io e mia sorella più piccola (11) seppure mamma fosse fisicamente presente, l’abbiamo persa.
Mio padre è autoritario e irascibile. Avevo 17 anni quando mi rivolse delle attenzioni inopportune. Non ero più una bambina, ma sono rimasta sconvolta e da quel momento ho perso anche papà.
A 25 anni mi sono sposata, per amore, con l’uomo sbagliato, eravamo troppo diversi la sua capacità di leggere dentro le persone e di capirle all’inizio mi affascinava. Adesso capisco che utilizzava questa dote per manipolarmi. A due mesi dal mio matrimonio mia sorella più piccola è venuta a vivere con me e mio marito.
Dopo 2/3 anni le nostre differenze e la sua inerzia hanno cominciato a demolire il nostro rapporto. Da allora errori su errori, compriamo casa e decidiamo di avere figli. Ne arrivano 2 insieme. Cambiamo lavoro e paese ma i problemi ci raggiungono ovunque. Il problema eravamo noi. E finalmente l’ho capito.
Ho preso bimbe cane e 3 gatti. E sono tornata a pezzi a casa. Pur convinta, ho vissuto la separazione come una mutilazione fisica. Due bimbe di 6 anni, nessuna entrata, con i miei genitori che sentivo estranei. Mi sono dedicata completamente alle ragazze. Ho toccato il fondo. Insonnia e depressione. Da cui sono uscita grazie al mio medico di base.
Trovo un buon lavoro, un compagno e ricomincio a vivere
Poi lui torna e pretende di riprendere il suo posto nella nostra vita io voglio la separazione dopo 6 anni finalmente la accetta. Dopo 4 mesi inizia a non stare bene e dopo due gli diagnosticano un tumore in metastasi. Muore due mesi dopo. Successione complicata, Ricorro contro la banca di lui per gravi irregolarità. Il giudice mi riconosce ogni ragione. I rapporti con la sorella di lui sono molto difficili. Tornano insonnia depressione e questa volta ansia e un attacco di panico.
Il mio lavoro richiede attenzione, ma io non sono lucida, dimentico le cose, mi sento rallentata, sbaglio le parole, il lavoro comincia a risentirne. Il giorno dopo lo specialista, mi riceve. È scontroso e mi chiede (giustamente) cosa sia cambiato negli ultimi giorni per stare così male. Mi chiede come vada ma io ho alti e bassi. E quando ho i periodi giù, mi chiede cosa sia cambiato dall’ultima visita. A volte nulla ma è una risposta che non accetta. I miei sintomi sono confusi, io sono confusa. Ho vuoti di memoria. Uso vocaboli fuori contesto. Ho palpitazioni. A volte il mondo esterno mi arriva attutito, come fossi sott’acqua. Dura qualche minuto poi passa. Dentro mi sento vecchia. Non provo piacere per nulla. Vorrei solo spegnere la luce e smettere di esistere. Provo sollievo solo facendomi del male (mi taglio)
Sto prendendo XANAX, trittico, daparox, Zarelis e SONIREM, la diagnosi è depressione maggiore.
È la strada giusta? I sintomi rientrano nella diagnosi?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
La diagnosi può essere corretta ma il fatto che lei parta da quando era ragazzina non è una cosa normale,

Oggi ha dei sintomi che vengono trattati.

Assume tre antidepressivi contemporaneamente, per cui o sono tutti a dose bassa, e quindi inutile, oppure lei ha un disturbo resistente per cui va prescritta una terapia differente.

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
Utente
L’approccio psichiatrico è differente da quello psicologico. Se ansia e depressione sono problemi che possono insorgere a prescindere dal vissuto di un soggetto allora i miei sintomi sono quelli descritti e si curano con dosaggi diversi e finisce lì.
In realtà ad ogni batosta ho sofferto, ma poi mi sono rimessa in piedi e sono andata avanti. Ma adesso ho la sensazione di non farcela più, di non avere la forza di affrontare nuovi problemi.
La cura precedente prevedeva
Mattino e pranzo 1 daparox cui è stato aggiunto + 1 zarelis 37,5
Prima di cena 2 XANAX 0,5
Dopo cena 10/20 gocce di trittico cui è stata aggiunta una compressa di daparox
Prima di coricarmi 10/15 gocce di SONIREM.
La mia domanda:
È normale che la depressione o le medicine (o i loro dosaggi che stiamo ancora calibrando) determinino momenti di serenità (quasi euforia) e momenti di profonda tristezza? La sensazione che non ci siano scappatoie?
Perché il medico insiste nel chiedere cosa sia cambiato quando ho avuto la crisi di pianto? E perché le vicende degli ultimi giorni e i problemi sul lavoro non dovrebbero secondo lui avere attinenza con l’acuirsi della mia ansia e depressione?
Perdoni la quantità di domande, ma lo psichiatra che mi ha in cura risponde sempre in modo evasivo.
Grazie
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