Blocco decisionale, vita immobile
Buonasera.
Non so perchè io stia scrivendo in questa sezione, non avrei mai pensato di rivolgermi ad uno psichiatra, io così "bastante a me stessa", così al centro dell'Universo.
Sono sempre stata, almeno all'apparenza, molto sicura di me, coerente, fiera al limite della strafottenza, "un filino superiore" a chicchessia....
In realtà credo che tutto ciò nasconda, da sempre, una grande fraglità, ed i miei comportamenti, al di là di ciò che appare (anche a persone che mi conoscono da molto tempo!!!) mostrano un personaggio assai meno integerrimo e coerente e brillantissimo di quel che io voglia fare apparire...
Sono molto razionale e matura solo nel dar pareri agli altri, non a caso sono una confidente molto ricercata e seria, ma per me sono un disastro.
Mi accorgo solo di recente che molte delle mie scelte sono state da sempre dettate solo, o quasi, dall'esigenza primaria di apparire (verso chicchessia, anche nei confronti di persone appena conosciute e del cui parere, ammesso che ne abbiano uno su di me, non dovrebbe importarmi nulla) "un certo tipo di donna", assolutissimamente vincente e, SOPRATTUTTO, diversa da tutte le altre, secondo me poco degne di stima e tutte miseramente uguali e inclini a mostrar poca dignità.
Difficilmente ho fatto scelte pensando solo al mio benessere o al mio interesse.
Prendo coscienza di ciò adesso, perchè mi sono accorta di essere in un immobilismo che va avanti da troppo tempo.
Adesso percepisco questo stato di cose in modo lucido, e la cosa mi spaventa.
....anche perchè questo mio "scegliere di non scegliere", questo mio "star ferma per non rischiare di sbagliare" è assolutamente una scelta mia e solo mia e si ripercuote in ogni singolo campo esistenziale, da quelli fondamentali (partner, casa, lavoro) a quelli banali (stasera cinema o teatro?).
Ogni più piccola decisione che io prenda, immediatamente mi pento di averla scelta, perchè a quel punto ho escluso le alternative, mentre per me un mondo "ideale" sarebbe quello in cui l'istante fisiologico in cui ci si trova davanti a più alternative e dobbiamo solo decidere quale imboccare, si protrare all'infinito.
Perchè solo in quell'istante (eterno) io sono in pace.
....non so come descrivere la cosa, ma, ripeto, la consapevolezza che qualcosa in me si è "inceppato", la ho solo da poco...e sto cercando di capire le radici (ahimè, credo molto profonde) di questo perverso meccanismo.
Secondo Lei si ravvisa qualche tipo di disturbo?
Potrei/dovrei farmi aiutare?
Ci sono, in linea di massima, da quel poco che ho scritto, dei farmaci in grado di "sbloccare" ciò che mi impedisce di vivere normalmente, assumendomi le responsabilità degli eventuali errori di percorso in cui io potrei incappare?
Grazie mille.
Non so perchè io stia scrivendo in questa sezione, non avrei mai pensato di rivolgermi ad uno psichiatra, io così "bastante a me stessa", così al centro dell'Universo.
Sono sempre stata, almeno all'apparenza, molto sicura di me, coerente, fiera al limite della strafottenza, "un filino superiore" a chicchessia....
In realtà credo che tutto ciò nasconda, da sempre, una grande fraglità, ed i miei comportamenti, al di là di ciò che appare (anche a persone che mi conoscono da molto tempo!!!) mostrano un personaggio assai meno integerrimo e coerente e brillantissimo di quel che io voglia fare apparire...
Sono molto razionale e matura solo nel dar pareri agli altri, non a caso sono una confidente molto ricercata e seria, ma per me sono un disastro.
Mi accorgo solo di recente che molte delle mie scelte sono state da sempre dettate solo, o quasi, dall'esigenza primaria di apparire (verso chicchessia, anche nei confronti di persone appena conosciute e del cui parere, ammesso che ne abbiano uno su di me, non dovrebbe importarmi nulla) "un certo tipo di donna", assolutissimamente vincente e, SOPRATTUTTO, diversa da tutte le altre, secondo me poco degne di stima e tutte miseramente uguali e inclini a mostrar poca dignità.
Difficilmente ho fatto scelte pensando solo al mio benessere o al mio interesse.
Prendo coscienza di ciò adesso, perchè mi sono accorta di essere in un immobilismo che va avanti da troppo tempo.
Adesso percepisco questo stato di cose in modo lucido, e la cosa mi spaventa.
....anche perchè questo mio "scegliere di non scegliere", questo mio "star ferma per non rischiare di sbagliare" è assolutamente una scelta mia e solo mia e si ripercuote in ogni singolo campo esistenziale, da quelli fondamentali (partner, casa, lavoro) a quelli banali (stasera cinema o teatro?).
Ogni più piccola decisione che io prenda, immediatamente mi pento di averla scelta, perchè a quel punto ho escluso le alternative, mentre per me un mondo "ideale" sarebbe quello in cui l'istante fisiologico in cui ci si trova davanti a più alternative e dobbiamo solo decidere quale imboccare, si protrare all'infinito.
Perchè solo in quell'istante (eterno) io sono in pace.
....non so come descrivere la cosa, ma, ripeto, la consapevolezza che qualcosa in me si è "inceppato", la ho solo da poco...e sto cercando di capire le radici (ahimè, credo molto profonde) di questo perverso meccanismo.
Secondo Lei si ravvisa qualche tipo di disturbo?
Potrei/dovrei farmi aiutare?
Ci sono, in linea di massima, da quel poco che ho scritto, dei farmaci in grado di "sbloccare" ciò che mi impedisce di vivere normalmente, assumendomi le responsabilità degli eventuali errori di percorso in cui io potrei incappare?
Grazie mille.
[#1]
Gentile Utente,
da quello che lei riferisce emergono degli elementi che potrebbero far pensare a meccanismi di natura ossessiva. Ad ogni modo non è possibile fare ulteriori valutazioni tramite un consulto online.
Viste le problematiche personali e relazionali di cui lei è consapevole, le consiglio di rivolgersi ad uno Specialista in Psichiatria, magari con competenze Psicoterapiche, per una visita diretta.
Cordiali Saluti,
da quello che lei riferisce emergono degli elementi che potrebbero far pensare a meccanismi di natura ossessiva. Ad ogni modo non è possibile fare ulteriori valutazioni tramite un consulto online.
Viste le problematiche personali e relazionali di cui lei è consapevole, le consiglio di rivolgersi ad uno Specialista in Psichiatria, magari con competenze Psicoterapiche, per una visita diretta.
Cordiali Saluti,
Dr. Giovanni Lo Turco
http://www.giovanniloturco.it
[#2]
Utente
Egregio Dottore,
La ringrazio infinitamente per la tempestiva e cortese risposta.
Ho provveduto a prendere un appuntamento con uno psichiatra per un colloquio conoscitivo e già questo mi fa sentire meglio: conoscendomi, sento che è un gran traguardo per me anche il "semplice" fatto di avere ammesso di poter soffrire di un malessere che necessiti di un aiuto.
Credo di avere abbastanza lucidamente chiaro il meccanismo di blocco che mi sta boicottando....secondo lei esiste, almeno in linea teorica, un possibile aiuto di tipo farmacologico che riesca a "sbloccarmi"?
Nella mia totale ignoranza in materia, ho sempre riunito la - immagino gigantesca - famiglia dei cosiddetti "psicofarmaci" semplicisticamente in medicine che fanno dormire e ingrassare...mentre io avrei bisogno di tutt'altro...di reagire!!! Di non aver sonno già alle 20.30 (come accade adesso, secondo me per concludere in fretta la giornata e procrastinare le mie decisioni al giorno dopo), ma di prendere vigorosamente in mano la mia esistenza!!
Grazie.
La ringrazio infinitamente per la tempestiva e cortese risposta.
Ho provveduto a prendere un appuntamento con uno psichiatra per un colloquio conoscitivo e già questo mi fa sentire meglio: conoscendomi, sento che è un gran traguardo per me anche il "semplice" fatto di avere ammesso di poter soffrire di un malessere che necessiti di un aiuto.
Credo di avere abbastanza lucidamente chiaro il meccanismo di blocco che mi sta boicottando....secondo lei esiste, almeno in linea teorica, un possibile aiuto di tipo farmacologico che riesca a "sbloccarmi"?
Nella mia totale ignoranza in materia, ho sempre riunito la - immagino gigantesca - famiglia dei cosiddetti "psicofarmaci" semplicisticamente in medicine che fanno dormire e ingrassare...mentre io avrei bisogno di tutt'altro...di reagire!!! Di non aver sonno già alle 20.30 (come accade adesso, secondo me per concludere in fretta la giornata e procrastinare le mie decisioni al giorno dopo), ma di prendere vigorosamente in mano la mia esistenza!!
Grazie.
[#3]
Gentile Utente,
per valutare le possibiltà terapeutiche è sempre necessaria una visita diretta con conseguente diagnosi.
Dato che ha già prenotato la visita, abbia ancora un attimo di pazienza ed esponga le sue problematiche e i suoi dubbi allo specialista al quale si è rivolta che saprà sicuramente esserle d'aiuto.
Cordiali Saluti,
per valutare le possibiltà terapeutiche è sempre necessaria una visita diretta con conseguente diagnosi.
Dato che ha già prenotato la visita, abbia ancora un attimo di pazienza ed esponga le sue problematiche e i suoi dubbi allo specialista al quale si è rivolta che saprà sicuramente esserle d'aiuto.
Cordiali Saluti,
[#4]
Utente
Egregio Dottore,
sono qui a illustrarle gli sviluppi della mia vicenda.
Dopo tre sedute dallo psichiatra, quest'ultimo ha confermato più o meno quel che già le dicevo sopra: ho abbastanza lucidamente chiaro il mio tipo di disturbo e ciò che blocca la mia esistenza.
Lui ha dato un nome medico a tutto ciò (sindrome ossessivo compulsiva con tratti d'ansia) e mi ha rassicurata molto sul fatto che sono disturbi abbastanza comuni e assolutamente affrontabili con serenità.
Da ieri mi ha prescritto (dico il vero, più su mia pressione che in modo "convinto", mi è parso, dato che io per mia natura mi aspetterei di avere "tutto e subito"...la famosa pillola magica) 5mg di Entact/dì.
Era proprio quel che desideravo: un aiuto esterno per tentare di "sbloccare" il mio immobilismo, le mie paure, la mia irrazionale (ma lucidissima e matematica) voglia di controllare ogni singolo accadimento della mia vita (ed anche di quella di chi mi circonda), passata, presente e futura, il mio terrore di scegliere e sbagliare.
Forse proprio per questa mia tendenza a controllare tutto, è da ieri che mi documento alacremente su questo farmaco.
Il medico che me lo ha prescritto, a cui, nella mia ignoranza in materia di psicofarmaci, ho fatto preghiera di non darmi nulla che mi gonfiasse o mi "rintronasse la mente" (sono maniacalmente attenta all'aspetto fisico, e viaggio molto sullo scooter, oltre a svolgere un lavoro di responsabilità che richiede lucidità e presenza a me stessa), mi ha assicurato che questi non sono effetti collaterali di questo farmaco, almeno non in misura preoccupante o in maniera generalizzata o conclamata.
Ma a quanto ho potuto raccogliere fra le informazioni in materia, pare che:
- aumento ponderale più che SIGNIFICATIVO
- disturbi di concentrazione e sonnolenza
- drastico calo della libido
siano effetti collaterali comunissimi di questa medicina.
(gli altri, tipo nausea, mi preoccupano molto meno)
Me lo conferma?
Lo psichiatra, con cui continuerò la psicoterapia, mi ha detto che gli affetti positivi inizierò ad apprezzarli fra circa un mese.
Devo aspettarmi un peggioramento dell'ansia, fino ad allora?
Inoltre, non vorrei assolutamente diventare una farmaco-dipendente, e questo è un mio vero terrore...è contemplata l'ipotesi di fare uso si un tipo di farmaco come questo ad esempio per 6, 7 mesi e poi abbanndonarlo, magari gradualmente, ma definitivamente?
Grazie mille per la Sua disponibilità.
sono qui a illustrarle gli sviluppi della mia vicenda.
Dopo tre sedute dallo psichiatra, quest'ultimo ha confermato più o meno quel che già le dicevo sopra: ho abbastanza lucidamente chiaro il mio tipo di disturbo e ciò che blocca la mia esistenza.
Lui ha dato un nome medico a tutto ciò (sindrome ossessivo compulsiva con tratti d'ansia) e mi ha rassicurata molto sul fatto che sono disturbi abbastanza comuni e assolutamente affrontabili con serenità.
Da ieri mi ha prescritto (dico il vero, più su mia pressione che in modo "convinto", mi è parso, dato che io per mia natura mi aspetterei di avere "tutto e subito"...la famosa pillola magica) 5mg di Entact/dì.
Era proprio quel che desideravo: un aiuto esterno per tentare di "sbloccare" il mio immobilismo, le mie paure, la mia irrazionale (ma lucidissima e matematica) voglia di controllare ogni singolo accadimento della mia vita (ed anche di quella di chi mi circonda), passata, presente e futura, il mio terrore di scegliere e sbagliare.
Forse proprio per questa mia tendenza a controllare tutto, è da ieri che mi documento alacremente su questo farmaco.
Il medico che me lo ha prescritto, a cui, nella mia ignoranza in materia di psicofarmaci, ho fatto preghiera di non darmi nulla che mi gonfiasse o mi "rintronasse la mente" (sono maniacalmente attenta all'aspetto fisico, e viaggio molto sullo scooter, oltre a svolgere un lavoro di responsabilità che richiede lucidità e presenza a me stessa), mi ha assicurato che questi non sono effetti collaterali di questo farmaco, almeno non in misura preoccupante o in maniera generalizzata o conclamata.
Ma a quanto ho potuto raccogliere fra le informazioni in materia, pare che:
- aumento ponderale più che SIGNIFICATIVO
- disturbi di concentrazione e sonnolenza
- drastico calo della libido
siano effetti collaterali comunissimi di questa medicina.
(gli altri, tipo nausea, mi preoccupano molto meno)
Me lo conferma?
Lo psichiatra, con cui continuerò la psicoterapia, mi ha detto che gli affetti positivi inizierò ad apprezzarli fra circa un mese.
Devo aspettarmi un peggioramento dell'ansia, fino ad allora?
Inoltre, non vorrei assolutamente diventare una farmaco-dipendente, e questo è un mio vero terrore...è contemplata l'ipotesi di fare uso si un tipo di farmaco come questo ad esempio per 6, 7 mesi e poi abbanndonarlo, magari gradualmente, ma definitivamente?
Grazie mille per la Sua disponibilità.
[#5]
Gentile Utente,
le è stato prospettato un aumento di dosaggio nei prossimi giorni?
il farmaco che lei sta assumendo, generalmente, non da molti effetti collaterali, se compaiono tendono a ridursi entro 3-4 settimane ed in ogni caso c'è una certa variabilità da individuo ad individuo.
Come le ha detto il suo Psichiatra sono necessarie almeno 4 settimane a dosaggio pieno per iniziare ad apprezzarne l'efficacia.
La durata della terapia la deciderà il suo medico, in ogni caso sappia che 6-7 mesi non sono un periodo di trattamento sufficiente e che l'entact non determina dipendenza.
Per il resto cerchi di resistere alla "sua tendenza a controllare tutto" e piuttosto che fare ricerche in internet sulla terapia, si fidi del suo medico ed esponga a lui dubbi e domande.
Cordialmente,
le è stato prospettato un aumento di dosaggio nei prossimi giorni?
il farmaco che lei sta assumendo, generalmente, non da molti effetti collaterali, se compaiono tendono a ridursi entro 3-4 settimane ed in ogni caso c'è una certa variabilità da individuo ad individuo.
Come le ha detto il suo Psichiatra sono necessarie almeno 4 settimane a dosaggio pieno per iniziare ad apprezzarne l'efficacia.
La durata della terapia la deciderà il suo medico, in ogni caso sappia che 6-7 mesi non sono un periodo di trattamento sufficiente e che l'entact non determina dipendenza.
Per il resto cerchi di resistere alla "sua tendenza a controllare tutto" e piuttosto che fare ricerche in internet sulla terapia, si fidi del suo medico ed esponga a lui dubbi e domande.
Cordialmente,
[#6]
Gentile utente l'entact ha scarsa o nulla affinità sui recettori di tipo istaminergico, per cui tendenzialmente non determina aumento dell'appetito, nè sonnolenza (legati prevalentemente all'azione antiistaminergica). Per quanto riguarda le alterazioni della libido oscillano tra una percentuale del 3% ed una del 7% per quanto riguarda il sesso femminile. Più frequente nei maschi è il problema della comparsa di disfuzioni erettili.
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Cordiali saluti
Gabriele Tonelli
Dott. Gabriele Tonelli
Psicoterapeuta,Master in Psicopatologia e Scienze Forensi,Segr.Redazione PsychiatryOnline It,Medico di Categoria. C.T.U.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.9k visite dal 15/02/2009.
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