Sistema nervoso centrale e soffocamento

Gentili dottori,

la mia situazione non è chiara nemmeno a me, né agli specialisti volta per volta consultati negli anni.

Il problema che mi affligge è comparso sette anni fa: una improvvisa e persistente ostruzione nasale, prima identificata come ipertrofia dei turbinati / rinite aspecifica e trattata con radiofrequenze e turbinectomia, infine come naresma (rinite non allergica eosinofila e mastocitaria) grazie a un test citologico che finalmente ha dato un nome a questa patologia - ma non una cura, ancora oggi barcamenandomi fra antistaminici e spray nasali.
Ho provato a sospendere la terapia dopo una cura sperimentale che agisce sul sistema nervoso (chordate), ma dopo un miglioramento iniziale le notti sono ad oggi pessime per frequenti apnee notturne, risvegli senza fiato, improvvisi sensi di soffocamento e conseguenti attacchi di panico generalizzati.

Gli eosinofili e i mastociti, presenti nelle mucose si placano solo con antistaminici; se assumo cibi instaminergici l’ostruzione nasale sale alle stelle: sono andato al pronto soccorso per un caffè dopo una lunga astinenza, soffocavo!

Ai medici sembra che sistema nervoso centrale attivi meccanismi di difesa senza alcun motivo. Così anche l’allergologo una settimana fa: non risulto allergico ad alcunché.

Quattro anni fa mi hanno ablato una tachicardia parossistica sopraventricolare da 260 bpm, che si manifestava spesso durante l’attività sportiva agonistica (elevata adrenalina) o in situazioni di stress.

Un gastroenterologo che consultai per problemi di reflusso mi diagnosticò una ipersensibilità viscerale. Mi paragonò a un circuito elettrico con i cavi scoperti.
Anche lui mi disse che l’origine era neurologica.

Da un punto di vista psicologico, ipocondria a parte (ma credo sia una inevitabile conseguenza di questo stato fisico), sto bene: la vita privata mi soddisfa, il lavoro anche, sono felice.
Nonostante ciò, ieri notte credo di aver avuto un attacco di panico notturno: non ricordo di stare sognando, ma dopo un’ora di sonno mi sono svegliato di colpo con 160 bpm e un forte senso di disorientamento e preoccupazione. La tachicardia è passata dopo un paio di minuti, gradualmente, dunque credo fosse sinusale - era ben diversa da quelle che mi furono ablate, che invece terminavano all’improvviso.

Perché sento così tanto il mio corpo e perché il mio corpo ha reazioni tanto esagerate?
Ricordo una cena di capodanno qualche anno fa ed una porchetta piuttosto impegnativa da digerire: finito il pasto iniziarono le extrasistole e durarono mesi. L’holter 24h ne registrò 3.000 fra ventricolari e sopra ventricolari; il cardiologo le valutò comunque innocue.

Grazie di cuore a chi vorrà aiutarmi!

PS: non so se sia utile a inquadrare la situazione, ma ho da sempre mani e piedi freddi, anche d’estate, e mi sveglio parecchie volte la notte per andare a urinare, a volte fatico a deglutire, come se mi fossi dimenticato come si fa...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Quindi ha una rinite, e una tachicardia parossistica sopraventricolare. "Ipersensibilità viscerale" non è chiaro cosa significhi.
Le è stato diagnosticato qualcosa di tipo psichiatrico, o no ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile dottore,

grazie per il rapido riscontro.

Tutti gli specialisti consultati (cardiologi, gastroenterologi, otorini) mi fornivano diagnosi che intersecavano questo ambito. Peraltro due su tre mi prescrissero Lexotan, parlando di squilibri di serotonina, che assunsi per un mese in realtà peggiorando la mia situazione: le apnee notturne restavano, ma mi svegliavo troppo tardi e così la mancanza di ossigeno si prolungava nel tempo aggravando i sintomi.

Sono queste terapie e diagnosi interdisciplinari che da più punti vista mi fanno sorgere il dubbio che lo specialista più adatto a inquadrare l’origine del problema appartenga a questa specializzazione, come se i problemi di tachicardia, naresma e gastrite siano sintomi di un problema avente natura psichiatrica o neurologica, per rivolgermi allo specialista più adatto.

Mi è sembrato strano che una diagnosi di ipersensibilità viscerale implicasse una terapia a base di lexotan, ma non dubito della competenza del medico. Solo mi piacerebbe capire se possa aver senso sondare queste patologie con uno psichiatra - sempre che sia lo specialista più adatto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Capisco, però le due diagnosi sono state caratterizzate: una è istologica (rinite), l'altra è almeno elettrocardiografica (tpsv).
Poi ci sono anche le apnee notturne, che sono state misurate come tali ? Livelli di ossigeno, monitoraggio notturno ?
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Utente
Utente
Proprio così, nel 2013 feci una polisonnografia che registro ipoapnee, apnee di tipo ostruttivo e centrale. Sulla base di quell’esito l’otorino decise per la turbinectomia. Solo anni dopo ci fu la diagnosi di naresma e l’invasione di campo multidisciplinare per cui l’origine del problema fu collocata a monte della rinite e precisamente in generiche anomalie del sistema nervoso.

Domani invece, su consiglio dell’allergologo che mi visitò settimana scorsa, farò una nuova polisonnografia per verificare lo stato delle apnee. Vero è che, salvo assunzione di antistaminici prima di coricarmi, il sonno è tutt’altro che riposante.

Quello che più mi preoccupa di recente è che dopo le ultime esperienze in PS per questi sensi di soffocamento (trattati con ossigeno e clenil in loco) inizio ad essere in ansia se mi allontano dai centri abitati (e cioè, sostanzialmente, dagli ospedali, come se dovessi sempre avere la certezza della possibilità di soccorso nel caso mi venisse una crisi respiratoria come ultime scorse); eppure ho sempre amato i trekking in montagna e le vacanze in zone tutt’altro che civilizzate. Ora probabilmente non ci riuscirei!
Quindi non vorrei innescare un circolo vizioso di difficile soluzione - lexotan a parte, s’intende.

Insomma, la speranza è che questo squilibrio del sistema nervoso / cali di serotonina di cui mi accennano questi specialisti possa avere dei contorni più definiti ed una cura più mirata.

Da quel che sembra ho un problema nervoso che causa queste reazioni del mio corpo (produzione di istamina, tachicardie, gastriti) che a loro volta causano uno stato d’ansia e allarme costante.

Vorrei poter curare il primo fattore, e non gli altri due, perché vivere con antistaminici e lexotan a vita non sembra essere la soluzione migliore, ma più un palliativo.
La mia speranza è che in letteratura esistano casi simili al mio, e dunque una procedura per affrontarli.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Andrebbe capito se queste crisi sono effettivamente di ipossigenazione. Io presumo che se le tratta con ossigeno e clenil siano ostruttive.
In tal caso la paura si sviluppa secondariamente, dopo di che può valer la pena comunque trattarla.
In tal caso però farmaci che hanno un'azione sedativa non sarebbero propriamente indicati, proprio "sulla crisi", perché non migliorano la capacità respiratoria in sé.
Le cure per i disturbi d'ansia, anche se secondari, comunque non consistono in ansiolitici.
Esiste una casistica di soggetti che sviluppano per esempio disturbi di panico dopo infarti, dopo svenimenti, etc.
Le cure non differiscono molto da quelle standard.
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Utente
Utente
Gentile dottore,

grazie come sempre della puntuale e chiara risposta.

Il saturimetro in quei frangenti scende a 91 nei casi più critici, a 94 nella maggior parte degli eventi e riprende a salire dopo aver assunto spray nasali e antistaminici - o, banalmente in caso di crisi nel sonno, dopo aver iniziato a respirare con la bocca (la laringe si gonfia ma non fino a compromettere totalmente la respirazione).

Quindi il suggerimento è quello di curare comunque questa ansia ex post, non essendoci una spiegazione nota per queste crisi? Ricordo che un medico utilizzò l’aggettivo vagali , ma non so se a scopo meramente descrittivo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Quindi crisi "vagali" in merito a svenimenti o quasi-svenimenti con pressione bassa o rallentamenti del ritmo ?

Sì, io direi di far valutare se comunque, stante il fatto che soffre di queste crisi, possa essere utile il trattamento del disturbo d'ansia associato.
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Utente
Utente
Dunque, tutto inizia con sono capogiri e macchioline luminose alla vista, poi appena me ne rendo conto subentra la tachicardia, sudorazione alle mani e la pressione a 100/150. Il tutto si risolve in una decina di minuti salvo un senso di stanchezza che passa più lentamente.

Grazie come sempre del prezioso supporto, comincio a intuire che io debba rivolgermi ad uno specialista nel campo della psicoterapia per controllare queste reazioni...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Questi fenomeni di per sé potrebbero essere attacchi di panico, non vedo in cosa di preciso "vagali", visto che c'è accelerazione cardiaca e aumento della pressione, si dice vagali quando l'esito è in pressione bassa o rallentamento della frequenza (e quindi svenimento), a seguito magari di stimoli a partenza viscerale, di emozioni, dolore etc.

Perché dice psicoterapia ? Fosse un disturbo di panico ha delle terapie di riferimento di tipo farmacologico.
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Utente
Utente
In effetti è tutto il contrario...

Sarei felice di tentare una terapia farmacologica in tal senso, anche perché mi sembra di aver capito che il Lexotan non era esattamente ciò di cui avevo bisogno.

Ho sempre un po’ paura degli psicofarmaci, ricordo che quando presi quell’ansiolitico (5 gocce la sera e la mattina, quindi una microdose) e dopo un mese cercai di smettere, feci più di una settimana senza riuscire a dormire, salvo assumere... 1 goccia di medicinale... il che era ridicolo, ma nonostante me ne rendessi conto probabilmente ero talmente suggestionato da rendere quel sostanziale placebo una necessità.

Tuttavia, mi tranquillizza sapere che le sue specializzazioni abbracciano anche le tossicodipendenze, e in tal senso immagino conosca bene la situazione in cui mi sono - seppur per breve tempo e con un livello di intensità minimo - ritrovato, nonché come poterla evitare se iniziassimo una terapia farmacologica per contrastare gli attacchi di panico e verificare se, indirettamente, questa mia iperreattività del sistema nervoso potrà giovarne.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Le cure per i disturbi d'ansia comunque non consistono in ansiolitici, quindi la questione dell'eventuale assuefazione non è necessariamente da affrontare, solo in chi ne fa uso in maniera continuativa, ma anche in questo caso è cosa reversibile.
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