Bipolare, borderline, schizofrenica?

Salve, sono una ragazza di quasi vent'anni, a 16 anni in seguito ad un crollo emotivo mi sono recata da un rinomato psichiatra della mia citta. La causa di questo crollo era un litigio con le mie amiche dell'epoca avvenuto per colpa mia, e mi esclusero dal gruppo.. Mi ritrovavo sola. Essendo loro mie compagne di scuola non volevo più frequentare quell'ambiente scolastico, e i miei genitori non mi volevano far cambiare istituto. Non uscivo più di casa ed ero molto giù di morale. Arrivò una diagnosi travagliata vaga, dopo molti mesi... Disturbo dell'umore da ansia e depressione. All'epoca non ero ansiosa, non volevo andare a scuola perché ero derisa e sola, non parlavo con nessuno in classe. La cura era composta da mutabon, olanzapina, Carbolitio, Prozac, gabapentin, en, e qualche altro farmaco di cui non ricordo il nome. Questa cura mi ha provocato per oltre un anno, oltre ad un aumento di peso dovuto agli effetti collaterali dei farmaci, trascutabile.. Un insopportabile sonnolenza.. Non avevo energie, quando mia mamma lo faceva presente lui aumentava le dosi dicendo che fuggivo dalla realtà dormendo.. I miei chiesero più volte una diagnosi più dettagliata per vedere di cosa soffrissi realmente, ma lui non si è mai sbilanciato, non ha mai messo nulla per iscritto e pur essendo io minorenne ha sempre evitato di rispondere alle domande dei miei genitori. Ho fatto questa cura per quasi tre anni, in seguito a comparsa di cisti nella tiroide mi è stato consigliato di smettere dai medici dell'ospedale, ho richiesto il parere di una psicologa spaventata dal fatto che se fossi stata bipolare il litio non avrei dovuto interromperlo... Mi è stato detto di rientrare invece, al contrario di quanto credessi visto l'impiego del litio nella mia terapia, di rientrare nel disturbo borderline. Ho avuto giovamento dai 6 mesi di terapia con la psicoterapeuta, poi avendo ripreso gli studi non ho più avuto disponibilità economica. Tutto questo mi ha però lasciato confusa. Posso dire di aver sofferto di autolesionismo dai dodici anni in poi ad intermittenza.. Di aver avuto problemi alimentari quali bulimia e binge eating.... E una sorta di anoressia nervosa (risolta con un nutrizionista e uno psicologo in un anno).. Allo stato attuale delle cose mi sento fragile, più forte di prima ma paranoica.. Sono molto volubile e cambio umore spesso nell'arco della giornata... Dopo la fine della scuola e il diploma ho pensato molte volte di essere inutile, questo pensiero mi torna spesso in testa anche se cerco di combatterlo... Vorrei venire a capo della mia situazione, ho paura che la psicologa si sia sbagliata e avendo interrotto gradualmente il litio io abbia fatto un grosso errore...
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Il primo passo è una visita psichiatrica per una diagnosi precisa. Da lì, e dai problemi che ha ora, si può valutare l'opportunità di una terapia farmacologica o psicologica o entrambe.
Spero che la "psicologa" che l'ha consigliata sul litio fosse una psichiatra, cioè un medico specializzato in psichiatria.

Franca Scapellato

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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Innanzi tutto mi aspettavo un po' più di gentilezza, secondariamente sono stata in cura tre anni da uno psichiatra rinomato che una diagnosi di fatto non la ha mai fatta e da un atteggiamento scarsamente professionale. L'altra che ho consultato è una psicoterapeuta alla quale affiancavo una terapia farmacologica, con consiglio dello psichiatra, in quanto dopo tre anni aveva prodotto scarsi risultati. La mia città non pullula di psichiatri mi sono rivolta ad internet in cerca appunto di consigli non di ovvietà.
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