Ansia, depressione, terrore per la vita
Salve, scrivo per chiedere una vostra gentile opinione. Sono una ragazza di 26 anni, da 6 faccio uso di entact e rivotril assunti per problemi di forte ansia sociale, derealizzazione e doc. Ho avuto due grossi esaurimenti nervosi durante lo scorso anno che mi hanno portato a rivolgermi per la prima volta seriamente ad uno psichiatra (i farmaci sono stati prescritti la prima volta da uno psichiatra da cui non sono più tornata). Da 7 anni a questa parte mi sento come un morto che cammina, vuota, senz'anima, terrorizzata, mi vergogno di me stessa e mi faccio schifo. Ma con gli psicofarmaci sono sempre riuscita a recitare la parte di una persona normale. Da un po' di mesi a questa parte sono esplosa letteralmente. Non avrei mai immaginato che dentro di me si celasse una rabbia così forte nei confronti della mia famiglia. Mio padre è stato un padre violento e provocatore, mi ha picchiato spesso da piccolina, e da ragazza. Con mia madre ho un rapporto invischiato e dai miei fratelli mi sono sempre sentita snobbata. Caratterialmente sono sempre stata molto esplosiva, solare, accentratrice... Non facile da domare. Alle medie sono stata bullizzata, sono stati anni infernali. Durante l'adolescenza ho vissuto una sorta di riscatto, a parte tutte le insicurezze e i complessi e i normali dispiaceri dell'età ero molto apprezzata e ho vissuto anni belli. Ero e mi sentivo molto attraente, avevo successo con i ragazzi e mi piaceva molto stare al centro dell'attenzione. A 18 anni però ho cominciato a frequentare rave e ad abusare di droghe: eroina (fumata e sniffata) cocaina, MD, LSD ketamina marjuana, anfetamine. Poi una serie di bad trip mi hanno letteralmente traumatizzata e dopo un anno di "pulizia" ho cominciato ad accusare derealizzazione con fortissima ansia sociale. Lo psichiatra che ora mi segue vuole togliere il rivotril e lasciare per il momento entact a 5mg. Mi ha detto che ho rabbia repressa ed emozioni varie inespresse, che devo esplodere e cominciare psicoterapia. Eventualmente valuterà una terapia farmacologica adeguata, ma non per il momento. Attualmente sto assumendo entact 5mg e rivotril 0,2 mg. Sto malissimo. Paura infinita verso la vita (ora non studio e non lavoro, sto chiusa in camera mia, dormo, guardo serie TV, mi dispero) sono depressa, ma ho voglia di vivere... È come se avessi un cappio al collo... Ho forti sentimenti di non valere nulla, come se fossi spacciata. Ansia sociale forte e sensazioni di irrealtà (a volte non mi riconosco in certe situazioni), nei momenti più intensi ideazioni suicidarie. Per quanto riguarda la diagnosi, lo psichiatra mi ha detto che vede "solo" una grandissima sofferenza, molta confusione circa desideri/sentimenti, tanta rabbia per il passato e la famiglia ma anche tanta consapevolezza riguardo i miei processi psicologici. Volevo chiedere se il mio potesse essere un caso di PTSD riguardo l'infanzia o successivo al traumatico periodo di assunzione di droghe psichedeliche/dissociative.
Grazie in anticipo.
Grazie in anticipo.
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L'uso di sostanze può essere responsabile della presenza dei sintomi che però non sono trattati in modo appropriato in quanto i dosaggi sono bassi e quindi non può aver avuto un beneficio completo.
L'assenza di una diagnosi e la proposta di una psicoterapia non risulta un passaggio efficace in quanto l'inquadramento deve prevedere anche una prognosi di trattamento.
Direi di sentire un altro parere.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
L'assenza di una diagnosi e la proposta di una psicoterapia non risulta un passaggio efficace in quanto l'inquadramento deve prevedere anche una prognosi di trattamento.
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Utente
Grazie dottore per la risposta,
Mi sono dimenticata di riferire che al momento, sì, sto prendendo dosi infinitesimali di entact e rivotril (solo perché sono mesi che effettuo uno scalaggio graduale), ma il dosaggio normale per anni è stato di 15 gocce per entrambi. Inoltre il secondo anno d'assunzione, avevo deciso di togliere gli psicofarmaci, ma una volta fatto ebbi ossessioni fortissime, ansia sociale estrema e paralizzante, così ripresi l'assunzione di entrambi al dosaggio di 25gocce ciascuno. Solo dopo un anno diminuii lentamente il dosaggio di una goccia al mese fino ad arrivare alle 15 gocce di entrambi con cui andai avanti sino all'ultimo esaurimento nervoso. Da quel momento ho smesso di lavorare e sono andata da uno psichiatra.
Anch'io penso di aver bisogno di una diagnosi chiara, forse però il dottore vuole lasciarmi prima sfogare molto (ogni volta che ci vediamo scoppio a piangere)?
Mi sono dimenticata di riferire che al momento, sì, sto prendendo dosi infinitesimali di entact e rivotril (solo perché sono mesi che effettuo uno scalaggio graduale), ma il dosaggio normale per anni è stato di 15 gocce per entrambi. Inoltre il secondo anno d'assunzione, avevo deciso di togliere gli psicofarmaci, ma una volta fatto ebbi ossessioni fortissime, ansia sociale estrema e paralizzante, così ripresi l'assunzione di entrambi al dosaggio di 25gocce ciascuno. Solo dopo un anno diminuii lentamente il dosaggio di una goccia al mese fino ad arrivare alle 15 gocce di entrambi con cui andai avanti sino all'ultimo esaurimento nervoso. Da quel momento ho smesso di lavorare e sono andata da uno psichiatra.
Anch'io penso di aver bisogno di una diagnosi chiara, forse però il dottore vuole lasciarmi prima sfogare molto (ogni volta che ci vediamo scoppio a piangere)?
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Utente
Capisco. Può essere che sia difficile in certi casi determinare una diagnosi precisa dopo pochi incontri? Durante il primo incontro il dottore mi aveva detto che vedeva un disturbo dell'umore e un disturbo di personalità, oltre che ansia e depressione (palesi), tuttavia la volta seguente mi disse che non vedeva più l'atteggiamento evitante che aveva invece notato durante il primo incontro. Io sono del parere che stia ancora cercando di inquadrarmi, d'altronde gli esseri umani sono davvero complessi talvolta.
Volevo domandare un'ultima cosa: analizzando tutta la mia storia personale io mi definirei una narcisista. Attualmente consapevole, ma prima delle droghe inconsapevole. È possibile che un narcisista patologico sia depresso e soffra per i propri moti interiori? Io mi vergogno molto di certe mie ambizioni stupide e vanagloriose e successivamente entro in uno stato di profonda angoscia e senso di non valere nulla, un po' della serie 'o tutto o niente'. Il mio psichiatra è dell'idea che un narcisista non è consapevole della propria condizione. Beh, mi farebbe piacere avere una sua opinione a riguardo. La ringrazio in anticipo, buona serata!
Volevo domandare un'ultima cosa: analizzando tutta la mia storia personale io mi definirei una narcisista. Attualmente consapevole, ma prima delle droghe inconsapevole. È possibile che un narcisista patologico sia depresso e soffra per i propri moti interiori? Io mi vergogno molto di certe mie ambizioni stupide e vanagloriose e successivamente entro in uno stato di profonda angoscia e senso di non valere nulla, un po' della serie 'o tutto o niente'. Il mio psichiatra è dell'idea che un narcisista non è consapevole della propria condizione. Beh, mi farebbe piacere avere una sua opinione a riguardo. La ringrazio in anticipo, buona serata!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 15/05/2019.
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