Disturbo ossessivo di pensiero e personalità con c

Gentili dottori,
Sono empatica, diagnosi di pensiero ossessivo e a tratti comportamenti borderline in più ho paura della folla di persone tutte in un posto.
La psicoterapeuta mi ha dato: 2,5 mg di olanzapina la sera e 10gtt per 3 di rivotril.
Mio padre é morto 3 anni fa dopo tanta malattia e tanti sacrifici da parte mia sul piano emotivo, eravamo troppo legati.
Mio fratello dopo un linfoma e cure di 4 anni, ora fa controlli ed é all università, 32 anni.
Da quando avevo 20 ad ora che ne ho 30 le situazione sono state queste: mille malattie di mio padre con mille sacrifici, si é accavallata la situazione di mio fratello e con mia madre ci siamo rimboccate le maniche, nel frattempo io ho fatto un intervento di endometriosi più uno per esofagite da reflusso che non é stato del tutto risolutivo e che mi ha portato a ingoiare cibi semisolidi per molto tempo, da poco per quasi un anno ho avuto difficoltà, questo mi ha distrutto con il senso di vergogna che nessuno/a avrebbe mai voluto una relazione con me e con la debolezza fisica che mi ha portato a chiedermi per chi e per cosa sto combattendo, ora l endometriosi sta ritornando sono stanca, mia madre la vedo distrutta, mio fratello é distante. Sono chiusa in un paese bigotto perche probabilmente troppo instabile per ributtarmi nel mondo. Qualche giorno fa il suicidio mi é sembrata l unica soluzione, li c'è stato un inizio di terapia da parte della psicoterapeuta che avete letto sopra.
Lei mi descrive intelligente empatica e passionale e io ora mi sento sola triste vuota e spaventata, dai dottori, dai costi dell' altro probabile intervento a livello amche emotivo.
Quando avevo 20 anni é ho chiesto aiuto per l ansia ho seguito la psicoterapeuta, ora ne ho 30, ho lasciato l'università, mi sento una fallita e tutti questi anni a cercare di capire che dovevo vivere per me stessa forse non hanno portato a niente. É come se fossi nata per vivere di amore e dare amore, non ho altre capiacita apparenti e il mondo mi spaventa. Nelle relazioni sono sempre stata usata. Andrei avanti e lotterei se almeno avessi un amore, per me stessa non ho voglia di lottare.
É da quando avevo 9 anno che mi occupo di mio padre e lui é morto nel 2016, sono passato 3 anni e invece che riprendermi ho avuto ansia, paure e ora mi sento pure fallita. Tutti i miei amici hanno ho una laurea o un lavoro o una relazione. A me sembra di elemosinare attenzioni.
La psicoterapeuta ha detto a mia madre di starmi vicina in questo periodo duro e lei lo fa però é una persona freddina emotivamente e dipendente dalle sorelle.
Io mi sento sola e senza forze e sono stanca.
Avete consigli? O se volete chiarimenti chiedete pure. Possono davvero gli empatici vivere per se stessi?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La sua descrizione non chiarisce gli aspetti diagnostici per cui è in trattamento nonché l'amore necessità di una psicoterapia così lunga nel tempo con risultati probabilmente parziali.

Andrebbe ridefinita la questione in modo chiaro anche in presenza di nuovi sintomi.


Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Gentile dottore,
Sono in trattamento perché mi sento morta dentro e il pensiero della morte mi é sembrata l'altro giorno l'unica via di fuga da un fortissimo dolore emotivo, mancanza di energia, senso di vuoto, abbandono, inferiorità che provo dentro.

La psicoterapia é durata vari anni perché soffrivo di disturbo da ansia generalizzata con occasionali attacchi di panico ma senza mai prendere terapia farmacologica ad eccezione di qualche goccia di Xanax molto molto sporadicamente.
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