Farmaci borderline
Salve,
la psicologa mi ha chiesto di parlare con uno psichiatra per cominciare una cura. Questo è avvenuto a seguito di un mio racconto di una serata in cui ho esagerato e ho fatto una serie di cose che in realtà non volevo fare, mi sono anche messa in pericolo perchè non ero cosciente (tra l'altro vivo sola, in un luogo all'estero dove mi sono appena trasferita). Ci tengo a dire che non mi drogo e non ho alcun vizio, ne' alcol ne' sigarette, anche se una volta alla settimana (o anche meno) bevo e fumo. Tuttavia, talvolta quando bevo è come se fossi spinta ad esasperare tutto, ad esagerare, sento che esiste una forza che mi spinge ad esagerare in tutto. Come ho detto però non è così frequente. Insomma, lei vorrebbe farmi prendere dei farmaci che mi aiutino a poter scegliere in questi momenti e a non agire impulsivamente; sostiene, poi, che non ha basato la sua idea su questo unico episodio e che, in ogni caso, anche se capitasse una sola volta all'anno, noi dobbiamo evitare che io mi faccia del male perchè io gioco con la morte, voglio autodistruggermi e bla bla bla. Mi ha rassicurato dicendo che si tratterebbe di una cura minima perchè io non sono così grave.
Lei è contraria a comunicarmi la sua diagnosi adesso e per il futuro, non ha voluto nemmeno comunicarmi i motivi di questo suo suggerimento. Quello che posso aggiungere è che, stando alle parole tecniche che spesso usa e stando alle cose che ci diciamo, mi sembra che lei stia pensando che io abbia un disturbo della personalità di tipo borderline. Ovviamente so che non è opportuno fare congetture su questioni mediche, tuttavia non ho altri strumenti per descrivervi il mio quadro, o quello che la psicologa crede sia il mio quadro (figuriamoci se dovessi descriverlo a uno psichiatra), e i motivi per i quali potrei avere bisogno di un farmaco (del resto la dottoressa dice che i miei sintomi sono egosintonici ed è per questo che io non li percepisco...anche se non mi è nemmeno chiaro a quali sintomi si riferisce e lei non è disposta a comunicarmi oltre).
Quindi, in via approssimativa, vorrei sapere da voi, se è possibile, quale potrebbe essere una "cura minima" per un disturbo borderline.
Grazie.
la psicologa mi ha chiesto di parlare con uno psichiatra per cominciare una cura. Questo è avvenuto a seguito di un mio racconto di una serata in cui ho esagerato e ho fatto una serie di cose che in realtà non volevo fare, mi sono anche messa in pericolo perchè non ero cosciente (tra l'altro vivo sola, in un luogo all'estero dove mi sono appena trasferita). Ci tengo a dire che non mi drogo e non ho alcun vizio, ne' alcol ne' sigarette, anche se una volta alla settimana (o anche meno) bevo e fumo. Tuttavia, talvolta quando bevo è come se fossi spinta ad esasperare tutto, ad esagerare, sento che esiste una forza che mi spinge ad esagerare in tutto. Come ho detto però non è così frequente. Insomma, lei vorrebbe farmi prendere dei farmaci che mi aiutino a poter scegliere in questi momenti e a non agire impulsivamente; sostiene, poi, che non ha basato la sua idea su questo unico episodio e che, in ogni caso, anche se capitasse una sola volta all'anno, noi dobbiamo evitare che io mi faccia del male perchè io gioco con la morte, voglio autodistruggermi e bla bla bla. Mi ha rassicurato dicendo che si tratterebbe di una cura minima perchè io non sono così grave.
Lei è contraria a comunicarmi la sua diagnosi adesso e per il futuro, non ha voluto nemmeno comunicarmi i motivi di questo suo suggerimento. Quello che posso aggiungere è che, stando alle parole tecniche che spesso usa e stando alle cose che ci diciamo, mi sembra che lei stia pensando che io abbia un disturbo della personalità di tipo borderline. Ovviamente so che non è opportuno fare congetture su questioni mediche, tuttavia non ho altri strumenti per descrivervi il mio quadro, o quello che la psicologa crede sia il mio quadro (figuriamoci se dovessi descriverlo a uno psichiatra), e i motivi per i quali potrei avere bisogno di un farmaco (del resto la dottoressa dice che i miei sintomi sono egosintonici ed è per questo che io non li percepisco...anche se non mi è nemmeno chiaro a quali sintomi si riferisce e lei non è disposta a comunicarmi oltre).
Quindi, in via approssimativa, vorrei sapere da voi, se è possibile, quale potrebbe essere una "cura minima" per un disturbo borderline.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
Evidentemente suppongo che una cura non sia stata ipotizzata su un episodio isolato, ma su una tendenza, una serie di episodi. Non è chiaro cosa sia successo comunque.
La diagnosi la farà comunque il medico, quando ci va, che non la sappia non saprei cosa significhi.
Evidentemente suppongo che una cura non sia stata ipotizzata su un episodio isolato, ma su una tendenza, una serie di episodi. Non è chiaro cosa sia successo comunque.
La diagnosi la farà comunque il medico, quando ci va, che non la sappia non saprei cosa significhi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Significa che non so comunicarle se soffro di un disturbo e quale, di conseguenza non posso porre una domanda specifica. Motivo per cui chiedevo infiammazioni su farmaci tipicamente dati per un disturbo che non ho la conferma di avere ma che sembra ciò su cui si sta orientando il medico. A scopo puramente informativo in senso generico e non a scopo previsionale sulla cura che mi darà lo psichiatra, se ci andrò.
[#5]
Sì, questi discorsi in generale mi tornano, ma evidentemente stiamo parlando di farmaci o di una diagnosi già individuati, altrimenti come si farebbe a stabilire che ci sono cure farmacologiche potenzialmente utili ?
[#6]
Utente
Sì, la sua diagnosi l'ha fatta ma non reputa opportuno comunicarmela o comunicarmi almeno il tipo di farmaco che potrebbe essermi utile, motivo per cui scrivo qui chiedendo genericamente qual è la terapia usuale per il disturbo borderline (che non mi è stato diagnosticato ma dopo un anno i suoi discorsi sembrano ruotare attorno a quello). Non per fare autodiagnosi, non mi interessa. Vorrei solo capire a quale farmaco potrebbe riferirsi la terapeuta perché lei non ha la benché minima intenzione di dirmelo e io ho bisogno di capire. Se non capisco non posso collaborare.
[#7]
Ce ne sono di varia categoria, ma Lei al momento non sa neanche se si tratta di borderline, era una sua ipotesi.
A me sembra strano che una diagnosi non debba essere comunicata, capisco che sia ancora non definita bene, questo non è strano, ma non vedo la ragione del mistero.
Le è stato detto almeno il motivo ?
A me sembra strano che una diagnosi non debba essere comunicata, capisco che sia ancora non definita bene, questo non è strano, ma non vedo la ragione del mistero.
Le è stato detto almeno il motivo ?
[#8]
Utente
Sì, mi è stato detto che non è necessario che io la conosca e che dobbiamo concentrarci sul sintomo. Allora ho evidenziato che io non vedo alcun sintomo "impulsivo" (se per sintomo intendiamo qualcosa che si ripete sistematicamente) e che non saprei proprio cosa raccontargli allo psichiatra. E allora lei ha detto che io non capisco i miei sintomi perché sono egosintonici e quindi ci sto bene. Ma a quel punto ho chiesto spiegazioni e ancora non mi è stata data una risposta. Sinceramente mi trovo un po' in difficoltà. Bisogna anche metterle in condizione, le persone, di vedere uno psichiatra... Così non so proprio che dirgli e oltretutto sono terrorizzata dai farmaci, quindi faccio fatica a convincermi ad andare.
[#10]
Utente
Secondo la psicologa (dallo psichiatra non ci sono ancora andata) si possono riferire al fatto che, se comincio a bere (come nell'episodio in cui ho accennato sopra), diciamo che per me è quasi impossibile fermarmi e comincio a fare una serie di cose esagerate, che mi dispiacciono anche (tipo ballare con gente dalla quale normalmente starei alla larga per evitare che si facciano illusioni), con l'unico obiettivo di esagerare per l'appunto. Poi mi metto in pericolo (l'ultima volta sono caduta, mi sono fatta male e uno sconosciuto fortunatamente mi ha chiamato un taxi... Tuttavia tornata a casa ho litigato con il portiere registrando tutto e mi sono anche messa a usare i fornelli). Secondo lei vorrei autodistruggermi. Poi altre cose sono uno schiaffo che normalmente non avrei dato al mio ragazzo, spendere un po' di soldi per cazzate e un unico e isolato episodio in cui ho letteralmente invitato a casa uno sconosciuto per andarci a letto. Guardi, faccio anche fatica a individuare degli episodio che siano sufficientemente "patologici". In fondo conduco una vita abbastanza ritirata: ne faccio sesso random quotidianamente e compulsivamente, né ho il vizio del bere (a casa ho una birra da più di un mese e non ho alcun desiderio di berla!). Quindi non saprei che dire perché davvero non mi è chiaro. Lei non ritiene che la situazione deve essere chiara prima a me stessa, prima di poter parlare con uno psichiatra? Altrimenti che gli dico?
[#11]
Quindi i comportamenti definiti impulsivi sono questi che ha descritto. Per patologico si intende "non desiderabile" nel complesso della sua esperienza di vita, oltre che misurarlo in termini di impulsività volta per volta.
Per cui questi sarebbero gli elementi salienti, e le è stata proposta una terapia per questo. Non vedo perché non dover menzionare diagnosi o comunque spiegare in cosa consiste.
Per cui questi sarebbero gli elementi salienti, e le è stata proposta una terapia per questo. Non vedo perché non dover menzionare diagnosi o comunque spiegare in cosa consiste.
[#12]
Utente
Salve, la terapia farmacologica suggerita per il momento è Resilient 1 compressa al giorno poi ci riaggiorniamo dopo 10 giorni. Volevo chiedere se è possibile che la terapia resti così, cioè con un solo farmaco e con questa dose piccola, in caso io stia bene. Oppure se solitamente questa è solo per iniziare con calma e poi si aggiungono altri farmaci o altre compresse.
In altre parole: 1 Resilient al giorno è già una terapia che, volendo, sta in piedi da sola?
Grazie
In altre parole: 1 Resilient al giorno è già una terapia che, volendo, sta in piedi da sola?
Grazie
[#13]
Utente
Salve,
La mia terapia è di un resilient e mezzo al giorno. Volevo chiedere se può comportare agitazione e irrequietezza: non riesco a prendere sonno se non muovo freneticamente la gamba o mi stanco molto a leggere, lavorare, musica, ecc... Altrimenti sto malissimo e mi viene da mordermi tanto.
C'entra qualcosa con la terapia? Credo che mi succede da quando l'ho cominciata.
Se non c'entra nulla da cosa può dipendere?
La mia terapia è di un resilient e mezzo al giorno. Volevo chiedere se può comportare agitazione e irrequietezza: non riesco a prendere sonno se non muovo freneticamente la gamba o mi stanco molto a leggere, lavorare, musica, ecc... Altrimenti sto malissimo e mi viene da mordermi tanto.
C'entra qualcosa con la terapia? Credo che mi succede da quando l'ho cominciata.
Se non c'entra nulla da cosa può dipendere?
[#19]
Utente
Va bene, grazie... Io sono preoccupata che non sia la terapia giusta per me, ormai è un mese e non ho visto miglioramenti. Anzi, mi è addirittura ricapitato di provare ad alzare le mani sul mio ragazzo durante una litigata abbastanza stupida.
Secondo lei il litio è utile nei casi di aggressività? E impiega più di un mese per fare effetto?
Secondo lei il litio è utile nei casi di aggressività? E impiega più di un mese per fare effetto?
[#21]
Utente
Salve,
Oltre alle due compresse di Resilient ora la psichiatra mi ha dato anche una compressa di Mutabon Ansiolitico.
Lei dice che mi aiuterà a limitare l'aggressività, la quale mi causa abbastanza problemi. E mi aiuterà anche per la dissociazione e per i momenti in cui sono un po' paranoica. Ma io non capisco perché io utilizzo questi farmaci e due amiche con problemi simili usano tutt'altro.
Per chiarezza dico che, per ciò che attiene alla diagnosi, la psicoanalista parla "disturbo emotivo e del comportamento" e la psichiatra di "disturbo dell umore a tipo ciclotimico".
Grazie
Oltre alle due compresse di Resilient ora la psichiatra mi ha dato anche una compressa di Mutabon Ansiolitico.
Lei dice che mi aiuterà a limitare l'aggressività, la quale mi causa abbastanza problemi. E mi aiuterà anche per la dissociazione e per i momenti in cui sono un po' paranoica. Ma io non capisco perché io utilizzo questi farmaci e due amiche con problemi simili usano tutt'altro.
Per chiarezza dico che, per ciò che attiene alla diagnosi, la psicoanalista parla "disturbo emotivo e del comportamento" e la psichiatra di "disturbo dell umore a tipo ciclotimico".
Grazie
[#25]
Utente
Salve, attualmente la mia terapia è 900 mg carbolithium, 50 mg largactil, 600 mg gabapentin. Negli ultimi dieci giorni mi sono tagliata due volte, l'ultima volta ero ubriaca e ora ho come la brutta sensazione che quando bevo molto io provi a farmi molto del male, avevo già manifestato in passato dei pensieri di morte, dei pensieri negativi. Io vedrò la psicologa tra 10 giorni e la psichiatra a metà settimana, prima non mi va di disturbare. Volevo sapere se la terapia è adeguata visti i recenti episodi e se c'è qualcosa che potrebbe farmi stare meglio. Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 26 risposte e 3.4k visite dal 14/04/2019.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.