Cipralex e disturbi depressivi di autosvalutazione
Buonasera,
Tre mesi fa ho fatto coming out come gay con la mia famiglia e dopo 2-3 settimane di buon umore ho accusato dei sintomi tipicamente depressivi.
Sono stati per lo più pensieri rimuginanti di senso di colpa dove ho rianalizzato tutta la mia vita in chiave negativa giudicandomi come pazzo/sbagliato/sporco a causa della mia sessualità. Mia madre col suo atteggiamento mi ha fatto riaffiorare sensi di colpa a sfondo cattolico che ormai non facevano parte di me da anni.
Questa cosa ha comportato un quasi azzeramento della mia libido che prima era molto più attiva della media.
Ho visto un bravo psichiatra che mi ha prescritto Cipralex in gocce (e prazene per le prime fasi del trattamento) unito a terapia cognitivo comportamentale.
Ho iniziato solo da sei giorni ma mentalmente non accetto l’idea di aver bisogno di un farmaco perché il problema è più di accettazione.
Ieri parlando con amici mi sono reso conto che non ho nulla di sbagliato, finalmente mi sono sentito fiero di me stesso.
Ora siccome ho letto che cipralex abbassa la libido così come l’appetito sento proprio la necessità di non proseguire.
Non so se sia giusto o sbagliato ma mi è stato detto che il farmaco non fa effetto prima di due settimane per cui questo senso di rivalsa che sto avendo dovrebbe essere del tutto naturale.
Giunto a questa conclusione positiva non potrebbe bastarmi la terapia psicologica?
L’idea di dovermi appoggiare a un farmaco mi deprime e mi fa sentire ingabbiato.
Grazie
Tre mesi fa ho fatto coming out come gay con la mia famiglia e dopo 2-3 settimane di buon umore ho accusato dei sintomi tipicamente depressivi.
Sono stati per lo più pensieri rimuginanti di senso di colpa dove ho rianalizzato tutta la mia vita in chiave negativa giudicandomi come pazzo/sbagliato/sporco a causa della mia sessualità. Mia madre col suo atteggiamento mi ha fatto riaffiorare sensi di colpa a sfondo cattolico che ormai non facevano parte di me da anni.
Questa cosa ha comportato un quasi azzeramento della mia libido che prima era molto più attiva della media.
Ho visto un bravo psichiatra che mi ha prescritto Cipralex in gocce (e prazene per le prime fasi del trattamento) unito a terapia cognitivo comportamentale.
Ho iniziato solo da sei giorni ma mentalmente non accetto l’idea di aver bisogno di un farmaco perché il problema è più di accettazione.
Ieri parlando con amici mi sono reso conto che non ho nulla di sbagliato, finalmente mi sono sentito fiero di me stesso.
Ora siccome ho letto che cipralex abbassa la libido così come l’appetito sento proprio la necessità di non proseguire.
Non so se sia giusto o sbagliato ma mi è stato detto che il farmaco non fa effetto prima di due settimane per cui questo senso di rivalsa che sto avendo dovrebbe essere del tutto naturale.
Giunto a questa conclusione positiva non potrebbe bastarmi la terapia psicologica?
L’idea di dovermi appoggiare a un farmaco mi deprime e mi fa sentire ingabbiato.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
Non capisco perché l'idea di utilizzare un farmaco debba farla sentire ingabbiato, visto che è una scelta sua.
Con questo si deve se mai confrontare col suo medico. E' stato dato per una diagnosi, non è che siccome uno rifiuta il farmaco allora si sceglie tra ciò che non è farmacologico, il consiglio del medico deve essere oggettivamente quello che ritiene migliore.
Non capisco perché l'idea di utilizzare un farmaco debba farla sentire ingabbiato, visto che è una scelta sua.
Con questo si deve se mai confrontare col suo medico. E' stato dato per una diagnosi, non è che siccome uno rifiuta il farmaco allora si sceglie tra ciò che non è farmacologico, il consiglio del medico deve essere oggettivamente quello che ritiene migliore.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 25/03/2019.
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