Nuovi antidepressivi??
salve, soffro da diversi anni di depressione, ho provato diversi farmaci con risultati sempre parziali. La mia domanda è però leggermente diversa dall'usuale e rappresenta in parte anche uno sfogo, e di questo me ne scuso anticipatamente; ma vorrei capire come mai da 15 anni a questa parte si continuano a produrre e/o lavorare su molecole SOSTANZIALMENTE IDENTICHE e che non portano a nessun reale beneficio in termini di innovazione nel trattamento.
Questo anche in virtù del fatto che non è proprio da oggi che il sistema seratoninergico/noradrenalinergico come elemento principale coinvolto nella genesi della patologia è stato messo in discussione da diversi studi i cui dati, tra l'altro, sono disponibili anche in rete.
Con rispetto
Raffaele
Questo anche in virtù del fatto che non è proprio da oggi che il sistema seratoninergico/noradrenalinergico come elemento principale coinvolto nella genesi della patologia è stato messo in discussione da diversi studi i cui dati, tra l'altro, sono disponibili anche in rete.
Con rispetto
Raffaele
[#1]
Gentile utente,
allo stato disponiamo di antidepressivi in grado di agire anche sul sistema noradrenalina/dopamina. Inoltre esistono molecole in grado di modulare l'azione del sistema dopaminergico agendo da agonisti parziali, ma il loro uso nella depressione è off-label, cioè al di fuori delle indicazioni per il quale il farmaco è stato registrato. Nuovi antidepressivi sono prossimi alla commercializzazione con azione sulla melatonina.
cordiali saluti
allo stato disponiamo di antidepressivi in grado di agire anche sul sistema noradrenalina/dopamina. Inoltre esistono molecole in grado di modulare l'azione del sistema dopaminergico agendo da agonisti parziali, ma il loro uso nella depressione è off-label, cioè al di fuori delle indicazioni per il quale il farmaco è stato registrato. Nuovi antidepressivi sono prossimi alla commercializzazione con azione sulla melatonina.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Ex utente
grazie per la risposta!
Certo che l'industria farmaceutica è andata avanti per anni per la stessa strada alla ricerca della gallina dalle uova d'oro!
Per quanto riguarda l'agomelatina è vero che agisce in parte sulla melatonina, ma la sua azione principale, concorderà con me, rimane sempre quella sul sistema seratoninergico.
Io, nel mio piccolo, ritengo più interessanti gli studi fatti, tra gli altri, sul sistema gabaergico, sul ruolo dell'amigdala e il "volume" di materia grigia riscontrato nei pazienti affetti dalla patologia, sull'ipotalameo (peptide CRF), etc.
Peccato che nuove molecole su questi fronti innovativi non siano ad oggi oltre la fase II. Meglio tardi che mai!
Con rispetto
Raffaele
Certo che l'industria farmaceutica è andata avanti per anni per la stessa strada alla ricerca della gallina dalle uova d'oro!
Per quanto riguarda l'agomelatina è vero che agisce in parte sulla melatonina, ma la sua azione principale, concorderà con me, rimane sempre quella sul sistema seratoninergico.
Io, nel mio piccolo, ritengo più interessanti gli studi fatti, tra gli altri, sul sistema gabaergico, sul ruolo dell'amigdala e il "volume" di materia grigia riscontrato nei pazienti affetti dalla patologia, sull'ipotalameo (peptide CRF), etc.
Peccato che nuove molecole su questi fronti innovativi non siano ad oggi oltre la fase II. Meglio tardi che mai!
Con rispetto
Raffaele
[#3]
Gentile utente,
in realta' nella sua richiesta lei omette dei dati fondamentali, cioe' i farmaci che ha assunto ed i dosaggi ai quali e' arrivato.
Tali dati consentono realmente di capire se i suoi trattamenti siano stati fallimentari oppure siano stati sottodosati, se sono stati utilizzati nel modo piu' opportuno oppure se sono stati variati troppo velocemente.
In questa giornata lei e' il secondo utente che fa una richiesta di tipo "culturale" per capire alcuni meccanismi dell'insorgenza di patologie.
Ribadisco, anche a lei, che tali conoscenze sono limitate a coloro che si occupano di patologie psichiatriche per meglio inquadrare il trattamento idoneo alla patologia lamentata e non per disquisire, anche in modo piuttosto infruottuoso, con chicchessia.
Lei tra l'altro fornisce numerose indicazioni tecniche, anche troppo specialistiche, che rendono il discorso completamente inutile.
in realta' nella sua richiesta lei omette dei dati fondamentali, cioe' i farmaci che ha assunto ed i dosaggi ai quali e' arrivato.
Tali dati consentono realmente di capire se i suoi trattamenti siano stati fallimentari oppure siano stati sottodosati, se sono stati utilizzati nel modo piu' opportuno oppure se sono stati variati troppo velocemente.
In questa giornata lei e' il secondo utente che fa una richiesta di tipo "culturale" per capire alcuni meccanismi dell'insorgenza di patologie.
Ribadisco, anche a lei, che tali conoscenze sono limitate a coloro che si occupano di patologie psichiatriche per meglio inquadrare il trattamento idoneo alla patologia lamentata e non per disquisire, anche in modo piuttosto infruottuoso, con chicchessia.
Lei tra l'altro fornisce numerose indicazioni tecniche, anche troppo specialistiche, che rendono il discorso completamente inutile.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Gentile utente,
un'affermazione direi fondata. In effetti i farmaci "serotoninerigici" erano anche i primi (i cosiddetti triciclici), soltanto meno selettivi. Si sono prodotte molecole dalla selettività crescente, per poi tornare a produrre molecole "a doppia azione", che sostanzialmente sono un tentativo di riproporre il modello del triciclico senza i suoi caratteristici effetti collaterali e limiti d'impiego. La frontiera aperta è rappresentata dai farmaci dopaminergic: uno, il bupropione, è in effetti da poco disponibile, ma c'è da dire che non è il primo nella storia della psicofarmacologia.
Tornando al suo caso, devo però dire che gli errori nella terapia della depressione ad oggi rimangono gli stessi. Cosicché, è frequente visitare persone che "hanno provato di tutto" ma che in realtà hanno provato poche cose a dose e per periodi tali da decretarne l'inefficacia.
C'è inoltre da segnalare la ripresa delle terapie fisiche, di cui alcune in sperimentazione ed altre di lungo corso, come l'elettrostimolazione, sottoutilizzata.
In caso di depressione veramente farmacoresistente, questa opzione è da prendere in considerazione, perlomeno facendosela illustrare da uno specialista.
un'affermazione direi fondata. In effetti i farmaci "serotoninerigici" erano anche i primi (i cosiddetti triciclici), soltanto meno selettivi. Si sono prodotte molecole dalla selettività crescente, per poi tornare a produrre molecole "a doppia azione", che sostanzialmente sono un tentativo di riproporre il modello del triciclico senza i suoi caratteristici effetti collaterali e limiti d'impiego. La frontiera aperta è rappresentata dai farmaci dopaminergic: uno, il bupropione, è in effetti da poco disponibile, ma c'è da dire che non è il primo nella storia della psicofarmacologia.
Tornando al suo caso, devo però dire che gli errori nella terapia della depressione ad oggi rimangono gli stessi. Cosicché, è frequente visitare persone che "hanno provato di tutto" ma che in realtà hanno provato poche cose a dose e per periodi tali da decretarne l'inefficacia.
C'è inoltre da segnalare la ripresa delle terapie fisiche, di cui alcune in sperimentazione ed altre di lungo corso, come l'elettrostimolazione, sottoutilizzata.
In caso di depressione veramente farmacoresistente, questa opzione è da prendere in considerazione, perlomeno facendosela illustrare da uno specialista.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.3k visite dal 08/02/2009.
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