Stiliden, Lyrica ed EN per depressione ed ansia
Gentili medici,
Il neurologo-psichiatra che mi segue da tempo ha da circa gennaio aumentato il mio dosaggio di Stiliden da 2ml a 4ml giornalieri, presi in parti diverse della giornata, più una compressa di Lyrica 50 la sera e 10 gocce di En prima di coricarmi.
Dopo un ulteriore visita in persona verso la fine di febbraio, il medico mi ha ordinato di scalare EN, operazione che ho finito di compiere Lunedì.
Tuttavia, lo stesso giorno ho sofferto di un attacco di panico abbastanza forte ritornando alle sessioni universitarie, per cui ho subito avvertito il mio medico, che mi ha spostato lo Stiliden in un unica dose di 4ml al mattino, e mi ha detto di ricominciare l'EN con sole 5 gocce.
Non ho tuttavia seguito il secondo suggerimento dopo essermi consultato con i miei genitori riguardo dipendenze psicologiche dal farmaco, e dopo averne parlato con la mia psicologa, che ha espresso dubbi sulle modalità con cui il neurologo ha subito intimato di tornare a prendere il suddetto medicinale.
Ho comunque avvertito il mio medico di non soffrire più di problemi di insonnia, informandolo del miglioramento della mia capacità di addormentarmi quando vado a letto presto, seppur minata da risvegli notturni, sogni tesi e una fase nervosa al risveglio. Sento inoltre una forte sonnolenza da quando ho cominciato a prendere le dosi di Stiliden per intero.
Soffro di questi disturbi ansiosi da circa 3 anni, all'ingresso dell'Università. I medicinali in genere hanno mostrato effetto e per un breve periodo dal Luglio all'Ottobre di quest'anno ne ero pure transizionato fuori.
Ho sbagliato a non seguire i consigli del neurologo? I miei medicinali sono ancora efficaci? È giusto abbinare alla cura farmaceutica la psicoterapia, in questo caso di tipo sistemico familiare?
Il neurologo-psichiatra che mi segue da tempo ha da circa gennaio aumentato il mio dosaggio di Stiliden da 2ml a 4ml giornalieri, presi in parti diverse della giornata, più una compressa di Lyrica 50 la sera e 10 gocce di En prima di coricarmi.
Dopo un ulteriore visita in persona verso la fine di febbraio, il medico mi ha ordinato di scalare EN, operazione che ho finito di compiere Lunedì.
Tuttavia, lo stesso giorno ho sofferto di un attacco di panico abbastanza forte ritornando alle sessioni universitarie, per cui ho subito avvertito il mio medico, che mi ha spostato lo Stiliden in un unica dose di 4ml al mattino, e mi ha detto di ricominciare l'EN con sole 5 gocce.
Non ho tuttavia seguito il secondo suggerimento dopo essermi consultato con i miei genitori riguardo dipendenze psicologiche dal farmaco, e dopo averne parlato con la mia psicologa, che ha espresso dubbi sulle modalità con cui il neurologo ha subito intimato di tornare a prendere il suddetto medicinale.
Ho comunque avvertito il mio medico di non soffrire più di problemi di insonnia, informandolo del miglioramento della mia capacità di addormentarmi quando vado a letto presto, seppur minata da risvegli notturni, sogni tesi e una fase nervosa al risveglio. Sento inoltre una forte sonnolenza da quando ho cominciato a prendere le dosi di Stiliden per intero.
Soffro di questi disturbi ansiosi da circa 3 anni, all'ingresso dell'Università. I medicinali in genere hanno mostrato effetto e per un breve periodo dal Luglio all'Ottobre di quest'anno ne ero pure transizionato fuori.
Ho sbagliato a non seguire i consigli del neurologo? I miei medicinali sono ancora efficaci? È giusto abbinare alla cura farmaceutica la psicoterapia, in questo caso di tipo sistemico familiare?
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Il fatto che la psicologa esprima dubbi sulla terapia farmacologica senza averne le pertinenze è abbastanza grave.
Se ha un disturbi d’ansia deve rivolgersi ad uno psichiatra in quanto appare, da ciò che descrive, che la terapia è inadeguata e composta per la maggior parte da benzodiazepine.
La psicoterapia è uno strumento che va valutato caso per caso per cui nel suo caso specifico potrebbe non essere applicabile.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Se ha un disturbi d’ansia deve rivolgersi ad uno psichiatra in quanto appare, da ciò che descrive, che la terapia è inadeguata e composta per la maggior parte da benzodiazepine.
La psicoterapia è uno strumento che va valutato caso per caso per cui nel suo caso specifico potrebbe non essere applicabile.
Dr. F. S. Ruggiero
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