Confusione
Salve, ho 29 anni e sento di aver bisogno di uno specialista in quanto non riesco a fare il punto della mia vita e soprattutto perché mi sento totalmente impantanato, come se fossi nell'occhio di un ciclone. Premetto che sono un adulto autonomo, lavoro, mi sono laureato, viaggio, guido, ho una soddisfacente vita sociale e sono un ottimo amico per chi mi é vicino in quanto riesco ad essere di supporto sia dal punto di vista affettivo che mentale. Sono estremamente lucido ed iper-razionale in ogni aspetto della mia vita. Ipermentalizzo qualsiasi evento, sfociando, a volte, in stati di malessere, nello specifico nevrosi/ipocondria/stati d'ansia. Mi rendo conto, inoltre, di avere un assurdo e insensato nonché costante atteggiamento di controllo su me stesso e sulle situazioni che mi orbitano intorno (forse é più corretto dire:credo di avere controllo). Dal punto di vista affettivo sento di essere nella norma: sono allegro, triste, provo odio, compassione, empatia, frustrazione, appagamento, piacere, ovviamente non tutte insieme ma a seconda degli eventi che accadono nella mia vita. Nonostante tutto ho sempre impiegato non poco impegno per essere sempre all'altezza dei miei standard e soprattutto ho imparato a dominare questo velo di tristezza/ansia che mi porto addosso da quando ne ho memoria. Credo di aver inconsapevolmente affrontato due esaurimento nervosi conseguenti ad accumulo di ansia/ pensieri ipocondriaci costanti con il solo aiuto delle mie forze fisiche e psicologiche. Il supporto farmacologico (benzodiazepine/psicologico) é servito a poco in quanto incentrato su un percorso comportamentale finalizzato alla gestione di questi stati di malessere. Arrivati ad oggi, sento di aver perso la capacità di percepire profondamente la felicità, e quando c'è (forse) la percepisco come un sapore blando, quasi con distacco. Inoltre, per mia sfortuna, ho un compagno che mi ama moltissimo e che ha assecondato ogni mio "difetto" nella speranza che io, probabilmente, potessi ricambiare. Ma a questo punto credo non solo di non necessitare di un partner e quindi di essere amato, ma addirittura vivo la relazione come un peso, come un'invasione della mia intimità, come un togliere spazio e tempo nel prendermi cura di me stesso. Non sento l'esigenza di ricevere attenzioni, apprezzamenti o costante e persistente affetto anzi, lo trovo irritante. Il sesso con lui é pienamente soddisfacente ed appagante ma allo stesso tempo penso di farlo più per una convenzione legata alla coppia e non perché altrimenti non ne potrei fare a meno anzi. Lui invece farebbe sesso ogni qual volta elargisco un sorriso o una carezza e tutto ciò mi fa sentire frustrato perché in dovere di dover ricambiare cotanto amore/affetto/dolcezza/ecc. Io amo la solitudine, godermi la mia tranquillità, il silenzio una volta tornato a casa da lavoro, la mia famiglia, i miei amici senza dover sentire il peso di una relazione. Pertanto mi sento stanco, svuotato e soprattutto una persona orribile. Aiuto
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Può trovare uno spazio adatto attraverso una visita diretta con uno specialista di cui sente il bisogno.
Potrà quindi essere valutata una terapia farmacologica, non costituita da benzodiazepine, qualora se ne prospetti l'opportunità.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Potrà quindi essere valutata una terapia farmacologica, non costituita da benzodiazepine, qualora se ne prospetti l'opportunità.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Utente
Salve e grazie mille per la celerissima risposta :) purtroppo non ho scelto di recarmi da uno specialista in quanto avendolo fatto più volte nel periodo adolescenziale e successivamente durante il periodo dell'Università, non ho risolto la situazione di fondo. L'approccio dei 3 colleghi che ho consultato era prettamente incentrato sul dover assumere benzodiazepine associate ad anti depressivi/stabilizzatore dell'umore; io sono anche disposto ad assumere i suddetti ma avrei voluto che mi venisse spiegato il perché ad esempio di una determinata scelta farmacologia piuttosto che un'altra. Invece, ho avuto la sensazione di essere trattato come "l'ennesimo giovane adulto nevrotico e fragile". Ma qualora voi siate convinti che fosse il caso di rifare un tentativo, allora, potrei riprovarci e quindi prendere un appuntamento. Grazie ancora per l'ascolto e la disponibilità. In attesa di una vostra risposta, vi auguro una buona Domenica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 891 visite dal 24/02/2019.
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