Doc da relazione
Salve, mi trovo a dover affrontare una separazione apparentemente immotivata. Tra me e il mio attuale ex-ragazzo avverto un sentimento intenso, un attrazione mentale mai provata prima. Durante la nostra relazione (durata più di un anno) si sarebbe innamorato per la "prima volta". Premetto che ha un passato difficile (in tenera età avrebbe scoperto tradimenti da parte del padre nei confronti della madre e affrontato successi separazione e divorzio; nello stesso periodo avrebbe subito abusi sessuali da parte di un conoscente). Ha tratti di personalità ossessiva, estremamente ansioso fino a stati di angoscia che si sono accresciuti man mano che la relazione andava avanti e diventava "più seria". È abituato a placare l ansia negli altri settori della vita facendo programmi, quasi per iscritto. Fatto sta che ha iniziato ad applicare questa modalità anche alla nostra relazione, dicendomi che trovandosi in uno stato di ansia (con insonnia, sintomi somatici, incapacità di concentrazione) ha bisogno di fare programmi rispetto a noi. E "facendo due conti" il programma prevederebbe una convivenza a breve termine, altrimenti "che senso ha?". Questi programmi comunque gli procurano angoscia ma dalla mia parte è inaccettabile sentirmi oggetto di tali programmazioni poiché vissute come innaturali, forzate, oggettificanti. Lui non "regge" la mia modalità non programmatrice e il tutto si è concluso con una divergenza di visioni in cui ognuno è rimasto della sua opinione: vivere i sentimenti oggi senza programmare vs programmare tutta la nostra relazione. Concludere una relazione per tale motivazione mi ha fatto sentire un oggetto (da collocare in un piano). Allo stesso tempo c è ancora un forte sentimento ma non si riesce a venire a capo di questa divergenza di visioni. Come comportarsi? Grazie
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Gentile utente,
Come comportarsi ? è una domanda un po' vaga, e soprattutto manca uno scopo. Se ha chiaro il suo fine, può darsi che esistano direzioni da consigliare, altrimenti no.
Come comportarsi ? è una domanda un po' vaga, e soprattutto manca uno scopo. Se ha chiaro il suo fine, può darsi che esistano direzioni da consigliare, altrimenti no.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Utente
il mio scopo è vivermi serenamente una relazione, senza fare i conti con ansia, angoscia e programmi. Siamo insieme da un anno, non credo che le figure di cui sopra siano fisiologiche, non so se è d'accordo su questo. Ci tengo a questa persona ma non capisco se la sua posizione è lecita, ecco tutto.
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Quindi "una relazione" nel senso di quella lì. La medicina non si occupa di definire lecite o meno le cose, tutt'al più normali in senso statistico o prognostico, ma a me pare che Lei cerchi come scopo quello di cambiarle.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 962 visite dal 31/01/2019.
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